FARSOPOLI
La più grande truffa sportiva e giudiziaria del secolo! Un gruppo di potere senza scrupoli, con l'aiuto di vari personaggi dei CC, della magistratura, dei media, hanno messo in piedi Calciopoli, sbarazzandosi della squadra e della società più forti di sempre. La verità però, piaccia o non piaccia (cit.), è venuta a galla...
martedì 21 giugno 2011
Bellissimo articolo di Andrea Scanzi da "Il Fatto Quotidiano"
18 giugno 2011
L’Inter e la “sindrome della sfigata compiaciuta”
Dopo anni di successi, torna la maledizione dello "splendido perdente". Leonardo se ne va, Bielsa dice no, si spera in Mihajlovic
“Diamogli l’Inter, così non farà troppo danni”. La vulgata secondo cui la famiglia Moratti, tra le più facoltose d’Italia, confinò il non troppo talentuoso Massimo alla prescindibile gestione del giocattolino nerazzurro, è sempre circolata. Torna di moda,ammesso che sia mai passata, ora che l’Inter sembra una volta di più la Pora Camilla: tutti la vogliono, nessuno la piglia. Leonardo andrà al Paris Saint Germain come Direttore generale, lasciando la panchina vacante. Gli allenatori dovrebbero litigare per sedercisi, ma Moratti sta collezionando un’avvilente serie di no (anche se lui smentisce). Su tutti quello di Marcelo “Loco” Bielsa, ex ct di Argentina e Cile, tratteggiato dalla stampa italiana come un mezzo matto che ha beneficiato della legge Basaglia.
Per la cronaca, Bielsa ha preferito all’Inter l’Athletic Bilbao, che non vince nulla dal governo Rumor. Si segnalano, tra i possibili rifiuti, quelli di Ancelotti e Capello. Restano, tra i papabili, Gasperini, Mihajlovic (il favorito) e Delio Rossi. Non esattamente gli Einstein della tattica. L’Inter, dopo Calciopoli, ha vinto tutto. Anche in un anno debole come la scorsa stagione, può vantare un piccolo triplete. Eppure la Sindrome da Sfigata Compiaciuta, che si vanta degli errori come un Paperino puerilmente narciso, non è stata fugata. Per la famiglia Moratti è periodo di slavine. L’ex sindaco di Milano, Letizia Brichetto in Moratti, moglie del fratello maggiore di Massimo (Gianmarco), ha perso le ultime amministrative zimbellata da tutta Italia (Red Ronnie escluso). Bedy Moratti, ex attrice e sorella maggiore, soffre per le sorti della Beneamata mostrando ciclicamente la pettinatura bicolor a Quelli che il calcio.
Nel mezzo, solo contro tutti, unico onesto (autoproclamatosi tale) in un mondo di ladri, Massimo Moratti. Nato nel 1945, presidente dell’Inter dal 1995, dimessosi due volte per depressioni varie e puntualmente tornato. Coniugato con Emilia Bossi, attivista ambientalista. Emblema del Presidente Buono, santino a uso e consumo di una gauche caviar secondo la quale anche la sua ingenuità è testimonianza di venerabile immacolatezza (e giù, retorica come se piovesse). Fino al 2006, Moratti ha sbagliato tutto. Il Luther Blissett dei presidenti. Solo lui poteva coprire di soldi la foca monaca Recoba, solo lui poteva acquistare i Caio e i Rambert, solo lui poteva sperperare un patrimonio che ne basterebbe la metà per risanare il Belize. Solo lui poteva esonerare più allenatori di Zamparini.
Grazie a Calciopoli ha collezionato scudetti e una Champions League, emulando il padre Angelo e senza mai dismettere le vesti curiali del Sognatore Integerrimo. Eventuali inciampi oscuri – Passaportopoli, ruolo di Telecom e Tronchetti Provera, pedinamenti di giocatori – vanno generosamente derubricati alla voce “facezie”. La carriera di Moratti Il Buono può essere divisa in due fasi. La prima antecedente a Calciopoli, lo vedeva divinizzato da chi si accontentava della caricatura del beautiful loser: Moratti perdeva e quindi veniva amato.
Anzitutto dai tifosi illustri, dagli intertristi Serra e Severgnini, Vecchioni e affini. Più sbagliava e più si mitizzava, secondo un’antica usanza snobistica sinistrorsa. Moratti era il contraltare politico di Berlusconi, il Don Chisciotte della pelota, anche se il protagonista di Cervantes non veniva esattamente da una stirpe di petrolieri e non risulta sia mai stato amministratoredelegato di un’azienda (Saras) che il 26 maggio 2009 ha visto morire tre operai durante “banali” operazioni di manutenzione. In quegli anni, precisamente nel 2004, la casa editrice Limina pubblicò un volumetto esilarante, Minimo Moratti, in cui si ripercorrevano tutti i disastri del presidente. L’opera, a conferma che i Buoni accettino poco cristianamente le critiche, non era firmata per timore di ripercussioni. Gli autori si celavano dietro i nick sarcastici “Roberto Carli” e “Ronaldo Crespi”, come i firmatari della biografia di Moggi – Lucky Luciano, Kaos edizioni – preferirono nascondersi dietro gli pseudonimi “Ala Sinistra, Mezzala Destra”. La seconda fase è quella dei Trionfi. Dura da cinque anni, ma non è bastata a cancellare il passato tafazzista.
Ecco perché nessuno, oggi, vuole andare all’Inter: non solo perché la squadra è “pazza” per antonomasia e inno societario, ma perché tutti conoscono l’agire masochisticamente insondabile del Padrone. La competenza non lo ha mai intaccato e la sadica Nonciclopedia lo sbertuccia impietosamente, definendolo “presidente della Banda degli Onesti”, “boss della Serie A succeduto a Luciano Moggi” e “Denti Marci”, per quella fiera allergia alla detartrasi che rimanda al Giuliano Ferrara di Radio Londra.
È come se, per un miracoloso effetto di osmosi inversa, l’Inter vincesse nonostante lui. Per alzare qualche trofeo, Moratti ha dovuto sperare nella magistratura (Calciopoli), affidarsi a un allenatore che detestava (Mancini) e consegnare il giocattolo a un uomo che non gli somigliava in nulla: supponente, carismatico, arguto, polemico, furbo, vincente. Ovvero Mourinho, ovvero la Nemesi. Moratti vive nel paradosso frustrante di dover violentare se stesso per continuare la scia di successi. È un sognatore didascalico costretto a barattare le utopie infantili con dosi massicce di real politik. Corteggia tutti, ma nessuno lo vuole. E trionfa solo quando non si comporta da Moratti: quando agisce suo malgrado. Avrebbe un futuro come prossimo leader del Partito democratico.
martedì 7 giugno 2011
Il cerchio si chiude...
Bingo!
Il cerchio si è chiuso. Mancava solo lui ed adesso è arrivato!
Il magistrato salito alla ribalta per le sue inchieste sfociate sempre in buchi nell'acqua, era l'ultimo della combriccola formata dai vari Travaglio, Narducci, Palamara, Lepore, eccetera a mancare.
Ed ecco che nel finale arriva il colpo di scena.
De Magistris si mette alla pari coi suoi colleghi e rilascia la dichiarazione per cui Napoli dovrà crescere anche nel calcio e non fare come la Juve di Moggi che rubava le partite!
Benvenuto anche a lui nella combriccola di coloro che, spalleggiati dai media, voglio cristallizzare la situazione al 2006, come se nulla fosse uscito fuori.
E guarda caso il prode De Magistris chiama Narducci a fare l'assessore e niente meno che Auricchio, il Tenente Colonnello dei CC che gestì le indagini sulla Juve che sfociarono in Farsopoli.
Ora tutto torna.
Se non ci fosse da aver paura di questa gente mi farei una grassa risata.
Ah, cominciamo ad abituarci a frasi come quelle di De Magistris, perché se nulla si farà per ristabilire la Verità, saremo costretti a sentircele dire per il resto della nostra vita.
PS De Magistris è il grande fustigatore che è ricorso tre volte alla immunità da parlamentare europeo e per ben due volte è stato assolto dalla accusa di abuso di ufficio perché a decidere su di lui era la cognata di Michele Santoro...
Come dicevo, tutto torna...
TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE...
Non finiamo mai di stupirci, è vero?
Dal 2006 ad oggi ne abbiamo viste tante che a raccontarle neanche ci si crede; eppure ogni giorno ci troviamo di fronte a nuovi incredibili e mirabolanti avvenimenti, tali da lasciarci (quasi…) senza parole.
L’altro giorno ha dato il via alla settimana delle idiozie uno degli aficionados di questa categoria, il geniale Giancarlo Abete, presidente della FIGC.
Abete ha sottolineato che all'epoca di Calciopoli, nel 2006, la giustizia sportiva chiuse tutto entro due mesi. "La tempestivita' e' necessaria - ha aggiunto il presidente - per consentire la definizione degli organici".
Solo per l’aver espresso questo concetto andrebbe interdetto da ogni ufficio pubblico ed espulso come persona non gradita.
Ciò che importa non è la Giustizia, quella vera, ma la tempestività con la quale lo “stato sovrano e inalienabile” che è diventata oramai la FIGC, raggiunge il verdetto.
Pol Pot nella illuminatissima Cambogia degli anni ’70, ragionava grosso modo alla stessa maniera; e sterminò oltre due milioni di persone.
Signor Abete, che lei ignori tutto ciò che è emerso negli ultimi due anni lo capisco, non a caso è la stessa identica litania che ci propinano gli altri suoi sodali ovvero Palazzi, Narducci, Petrucci, Moratti, la Gazzetta, eccetera.
Si è pianificato di seguire questa linea e tutti insieme appassionatamente, paraocchi ben fissati alle tempie, andate avanti ripetendo che nulla si è sbagliato fino ad oggi.
Avendo a disposizione i media e due terzi della popolazione che se ne fotte della Giustizia perché “se la Juve la cancellano io godo”, puntate dritto finché gli anni si accatasteranno l’uno sopra l’altro nella speranza che la Nuova e simpaticissima Juve distolga i tifosi da vecchie questioni ormai risolte.
Sappiate che ciò non avverrà mai.
Anche nel 2006 siete intervenuti tempestivamente, ma i mandanti di Farsopoli evidentemente ancora non si fidavano (e come dargli torto?) delle vostre capacità e preferirono metterci un “uomo fidato” al tavolo dei bottoni.
Guido Rossi eseguì e se ne tornò nell’ombra.
Che tempestività allora! In pochi giorni distruggeste la Juve, la sua storia, la sua reputazione.
Ora sappiamo che eravamo innocenti e che “gli altri” giocavano sporco, ma tanto sporco.
Ecco perché non è ammissibile che si conceda anche un solo centimetro a chi chiede Giustizia. Ammettere anche una sola delle responsabilità che altri dirigenti (di altre squadre e della FIGC) avevano nell’affare Farsopoli significherebbe aprire una minuscola crepa nella diga eretta per tenere a freno la verità.
E i crolli nascono proprio da crepe piccolissime.
La cosa triste, per questo malsano paese non solo per gli juventini, è che lo schieramento di forze è davvero trasversale e compatto.
Magistrati, giornalisti, dirigenti, politici, carabinieri, procuratori capo, tutti responsabili in egual misura, tutti arruolati in questa vergognosa crociata: “DEUS LO VOLT!” ha gridato Moratti.
Oggi abbiamo ascoltato anche la dichiarazione di quel limpido esempio di lealtà che risponde al nome di Giandomenico Lepore, Procuratore Capo di Napoli, sì proprio lui, quello che pressava con lettere il Presidente del Tribunale di Napoli affinché costringesse il giudice Casoria a dimettersi dal processo Calciopoli, in quanto a “loro” non gradito…
Che pezzo d’uomo! Beh, lui, sapete cosa ha detto a chi gli chiedeva del nuovo scandalo scommesse?
“Ci stiamo imbattendo in una Calciopoli2”!
Anche per lui siamo rimasti fermi al 2006. Anche per lui le assurde sanzioni comminate alla Juve allora fanno fede e chi se ne frega di quello che è uscito fuori, chi se ne frega che il suo pupillo Narducci ha chiesto pene esigue (che è tantissimo non avendo commesso il fatto…) e ben due sentenze hanno sancito che l’associazione a delinquere non esisteva.
E questo signore è un Procuratore Capo!
Visti gli exploit dei colleghi Palazzi ha reclamato il ruolo di protagonista.
Oggi c’era l’udienza per la radiazione di Moggi e Palazzi ha dato il meglio di sé. Per carità, nessuna novità, si è limitato a ripetere la filastrocca: la condanna fu giusta, perché fu provata la colpevolezza.
La colpevolezza consisteva nell’avere rapporti esclusivi coi designatori, lo disse la sentenza e lo sancì la Gazzetta. Più di questo!
“Non si possono portare prove nuove e lo stesso procedimento dimostra questo…” dice Palazzi.
E ci credo che lo dice: a Napoli è stata messa agli atti la circolare della FIGC che invitava i designatori ad intrattenere rapporti coi dirigenti delle squadre in modo da evitare o comunque attutire i contrasti.
Quindi non era illecito, era richiesto dalla FIGC.
E poi l’esclusività: a Napoli è emerso che in tanti se non tutti avevano rapporti più o meno intimi coi designatori. Milan, Inter, Parma facevano anche di peggio.
Facchetti i rapporti li aveva direttamente con gli arbitri! Ci credo che Palazzi non vuole considerare le nuove prove!
Come i compari, tutto deve restare fermo al 2006!
E l’altra perla?
La riassumo: Moggi fu squalificato per cinque anni. In questo lasso di tempo non ha chiesto la grazia (possibile dopo metà pena), quindi ciò significa che era consapevole della sua colpevolezza.
E questo è un procuratore federale…
Io innocente mi devo dichiarare colpevole per ottenere la grazia?
E se anche l’avesse fatto? Saremmo arrivati ad oggi per vederlo radiato a vita, perché l’ha detto Palazzi stesso che non c’è nulla di strano nel radiarlo a distanza di cinque anni…
E questa gente sarebbe la “classe dirigente” del paese, quella che amministra la giustizia e garantisce l’eguale trattamento dei cittadini?
La sentenza, ha detto il giudice Artico, sarà resa nei tempi della giustizia sportiva.
Sì, ma quali? Quelli usati per cancellare la Juve o quelli impiegati per accorgersi della porcata commessa e elencati nell’esposto della Juve (nel cassetto da più di un anno…)?
Io resto del mio parere: comunque andrà la vicenda, che radino o no Moggi, la strada è una sola.
Questa accozzaglia di disonesti va perseguita con tutta la forza possibile!
Bisognerà rivolgersi ai tribunali internazionali perché se in Italia vincerà la volontà di ratificare Farsopoli, solo lì potremo ottenere giustizia.
Certo, Moggi vuole dare battaglia e lo farà. Ma la Juve? Andrea Agnelli?
Il tempo sta ormai esaurendosi, la sentenza (e la possibile ricusazione della Casoria) è ormai vicina.
In quel momento non sarà più sufficiente vigilare, bisognerà muoversi.
La speranza ancora ce l’ho, ma la ragione mi dice che la Juve non farà niente. Troppi segnali negativi.
La FIAT ha segnato il destino della Juve (operazione simpatia, ecc.) ed oggi che è tornata in salute non credo che vorrà suicidarsi.
E’ appena diventata sponsor della nazionale italiana di calcio, biglietto da visita della Federazione.
Che tempismo… proprio ora che ci sarebbe stato da menar giù botte da orbi gli vanno a dare palate di soldi…
Bah, vedremo, ormai è questione di poche settimane.
Poche settimane e sapremo se alla carovana già citata, ovvero Abete, Palazzi, Narducci, Moratti, Tronchetti Provera, Rossi, Prodi, Melandri, Lepore, Palamara, Berlusconi, Monti, Palombo, eccetera, dovremo aggiungere anche il nome di Andrea Agnelli.
Marco Milani (Grimoaldo)
sabato 28 maggio 2011
O tempora o mores
Sembra che la parola FINE, su questa maledetta storia di Farsopoli, nessuno la voglia mettere.
Tra rinvii, ricusazioni, perdite di tempo e meline varie, siamo arrivati all’estate ed i segnali sembrano poco incoraggianti.
Per dire un cumulo di idiozie il Pubblico Mi-stero Narducci ha impiegato ben tre udienze e così tutto slitta ulteriormente, facendo sì che il verdetto (ricusazione della Casoria permettendo) arriverà probabilmente dopo l’estate.
Nulla di nuovo, mi verrebbe da dire.
Però in queste settimane ho avuto modo di meditare a lungo, soprattutto alla luce di vari episodi ai quali ho assistito, ed ho tratto alcune conclusioni.
Per lo sterminato popolo antijuventino, dopo lo scempio del 2006, è come se la colpevolezza della Juve sia un diritto acquisito, un po’ come succede nel mondo del lavoro.
Si dice infatti che i diritti acquisiti non possano essere revocati e così, una volta conquistato un qualcosa, niente e nessuno potrà mai più riprenderselo.
Ecco, con noi è successa la stessa cosa.
Le turme antijuventine hanno preso la indegna e sommaria sentenza del 2006 come un qualcosa che gli spettava e da allora, per l’eternità, non vogliono e non possono rinunciarci.
Anche se i fatti e le prove hanno dimostrato tutt’altra realtà, loro non possono restituire qualcosa che ormai fa parte della storia, qualcosa per la quale hanno goduto e godono come mai nella loro vita.
Questo è il calcio e questo, ahinoi, è il paese nel quale oggi viviamo.
Oramai troppo spesso il confine tra onestà e disonestà, tra lealtà e slealtà, svanisce nel mare burrascoso degli interessi personali.
Ultimo episodio in ordine di tempo, ciò che è successo a Napoli: Berlusconi interviene alla festa elettorale PDL per il ballottaggio tra i candidati a sindaco e cosa succede?
Qualcuno applaude e qualcuno fischia. Entrambi gli schieramenti hanno ragione e sono legittimati a fare ciò che hanno fatto.
Chi lo difende avrebbe mille ragioni per farlo, così come chi lo attacca!
Però il clima rimane tiepido. Poi, Berlusconi promette di non acquistare Hamsik e viene giù la piazza!
Un boato di gioia, ora la festa può iniziare davvero!
Ricordate cosa disse la Casoria a Roma al CSM? Era incredula per ciò che era accaduto. Lei aveva fatto processi alla camorra e alla criminalità organizzata, ma mai come in Calciopoli aveva visto strumentalizzazioni e pressioni del genere!
Altro che soldi e potere: il tifo (in senso lato) era la peggior sciagura!
Torniamo a Piazza Plebiscito.
Immondizia? Camorra? Disoccupazione? Crisi? Tutte stronzate, basta che non ci toccate ‘o Pallone!
Non mi si fraintenda: l’esempio di Napoli a Piazza Plebiscito vale per ogni lido, in questo l’Italia è davvero unita.
Sembra un paradosso ma nell’essere divisi per motivi di campanile gli italiani sono davvero una cosa sola, un blocco monolitico!
Ma non solo questo mi ha fatto pensare.
Giorni addietro ho ascoltato Ferrara nel suo programma quotidiano, parlare di magistrati, di Giustizia, di giornali che scrivono su commissione.
Se il protagonista di questa giaculatoria non fosse stato Ciancimino, avremmo potuto ricondurre il tutto a Farsopoli e alla Juve.
Ma a Ferrara ciò non importa. Il suo impegno è tutto per difendere il Berlusca e se gli stessi orrori che lui denuncia si abbattono su qualcun altro, lui si guarda bene dal denunciarli. Che gli verrebbe in tasca?
Chi di voi ha assistito ai servizi di Striscia la notizia dedicati alla sentenza che ha praticamente prosciolto (eccesso di legittima difesa…) Fabrizio del Noce reo di aver colpito con una microfonata in viso Valerio Staffelli?
Una sentenza scandalosa effettivamente, nella quale si è travisata la realtà, nella quale nonostante i video a disposizione sono state sentenziate cose false.
Apriti cielo! Striscia la notizia ci è andata giù pesante (e ha fatto bene!) e quotidianamente ci propina lo sputtanamento di chi ha redatto quella sentenza.
Ma allora ve ne accorgete delle porcate! E le centinaia e centinaia di sollecitazioni per intervenire con dei servizi sul caso Farsopoli perché continuate ad ignorarle?
Non siete i paladini della verità e della Giustizia?
O anche in questo caso vi interessano solo la vostra verità e la vostra giustizia?
Ma il vertice assoluto della ipocrisia e della incoerenza lo ha raggiunto Paolo Liguori.
Il giornalista ultrà della Roma, uno dei più veementi e ciechi accusatori della Juve era ospite di un programma per parlare di un caso di cronaca nera.
Con la sua “solita” e “cristallina” obiettività ha iniziato una filippica su come i media travisino la realtà, su come dei fatti non avvenuti mai, fossero stati divulgati come cose certe e che abbiano portato al pubblico disprezzo persone fino a prova contraria innocenti. Ha attaccato anche i magistrati che sono andati dietro alle indiscrezioni della stampa, facendo giustizia sommaria.
A sentirlo pareva davvero stesse parlando di Farsopoli.
Tutto ciò che noi abbiamo denunciato dal 2006 ad oggi lo ha praticamente ripetuto nel suo intervento.
Sembrava Capitan America ed ha incassato vari applausi.
Perché ciò che ha detto deve valere per un caso e non per un altro?
La stampa deve essere libera solo quando lo ordina Liguori?
E lasciamo perdere le Iene…
Altri paladini della verità e della giustizia, da soli contro il mondo, senza paura di nessuno.
Salvo poi mettersi a novanta gradi di fronte al Sor Moratti e farlo apparire come un santo, un benefattore, simpatico e disinvolto, onesto e disgustato dall’altrui disonestà.
E dire che le prove del contrario le hanno sotto il naso da un bel po’ di mesi.
Infine l’intervento del Presidente Andrea Agnelli all’incontro organizzato da Ju29ro.
Tante parole. Richiami all’unità, alla coesione, proclami per un ritorno alla grandiosità.
Caro presidente, lei è un ladro.
E lo sono anch’io, così come tutti i milioni di juventini nel mondo.
Siamo stati marchiati per tali e lo saremo per sempre. E’ un diritto acquisito, dagli altri, e guai a chi glielo tocca.
E lei mi viene a parlare di coesione? Di acquisti importanti? Di nuovo allenatore? Di top player?
I ladri, i farabutti non hanno diritto alla parola.
Se non ce li riprendiamo quegli scudetti non potremo mai più dire una parola.
Ma se ciò per lei sarà poco oneroso (magari gli affari gireranno bene e la stessa Juve vi farà incassare milioni e milioni), per noi sarà diverso.
Noi continueremo a vivere nelle nostre città, nei nostri uffici, nelle nostre fabbriche, guardati e additati come ladri, solo perché juventini.
E neanche un misero milioncino a tirarci su il morale…
Marco Milani (Grimoaldo)
mercoledì 18 maggio 2011
Moratti da ricovero.
Il dentuto e sputazzante presidente dell'inter continua nella sua tiritera. Appena ha la possibilità di farsi intervistare non perde occasione per dire stronzate, forte del fatto che nessun media opporrà obiezione.
Stavolta le Iene gli hanno fornito la chance di andare in video ed arrivare a milioni di videotelespettatori. Complimenti, brave iene, adesso aspettiamo che intervistiate anche Moggi però... o semplicemente che ri-trasmettiate l'intervista di dentimarci mettendogli accanto tutto ciò che è uscito a Napoli e che lo sconfessa parola per parola.
O anche voi pensate (come dentimarci) che solo ciò che esce dalla vostra bocca sia la verità assoluta?
Ancora una volta dentimarci ci mette spalle al muro con le sue accuse precise, circostanziate e soprattutto provate: "Magagne ci sono state sicuramente, durante ‘Calciopoli’, ragion per cui li hanno beccati. Prima, forse, sono stati fortunati a non essere intercettati. La Juventus?"
Capito? Prove? Zero! Però sicuramente qualche cosa avranno fatto per cui va bene così.
Che esempio di onestà intellettuale!
Dentimarci purtroppo è la fotografia di questo paese, del nostro popolo, dei nostri magistrati, dei nostri politici.
Ancora una volta consiglio "Nel paese dei Moratti" di Giorgio Meletti, Chiarelettere editore, così capirete con chi abbiamo a che fare.
Un'unica speranza: che al più presto tolga il disturbo e la smetta di agire sul nostro apparato intestinale, ogni volta che si mostra, facilitando vieppiù la evacuazione.
Stavolta le Iene gli hanno fornito la chance di andare in video ed arrivare a milioni di videotelespettatori. Complimenti, brave iene, adesso aspettiamo che intervistiate anche Moggi però... o semplicemente che ri-trasmettiate l'intervista di dentimarci mettendogli accanto tutto ciò che è uscito a Napoli e che lo sconfessa parola per parola.
O anche voi pensate (come dentimarci) che solo ciò che esce dalla vostra bocca sia la verità assoluta?
Ancora una volta dentimarci ci mette spalle al muro con le sue accuse precise, circostanziate e soprattutto provate: "Magagne ci sono state sicuramente, durante ‘Calciopoli’, ragion per cui li hanno beccati. Prima, forse, sono stati fortunati a non essere intercettati. La Juventus?"
Capito? Prove? Zero! Però sicuramente qualche cosa avranno fatto per cui va bene così.
Che esempio di onestà intellettuale!
Dentimarci purtroppo è la fotografia di questo paese, del nostro popolo, dei nostri magistrati, dei nostri politici.
Ancora una volta consiglio "Nel paese dei Moratti" di Giorgio Meletti, Chiarelettere editore, così capirete con chi abbiamo a che fare.
Un'unica speranza: che al più presto tolga il disturbo e la smetta di agire sul nostro apparato intestinale, ogni volta che si mostra, facilitando vieppiù la evacuazione.
lunedì 16 maggio 2011
2 + 2 = 5
Specialmente in un “paese meraviglioso” come il nostro, bisogna sempre aspettare a lungo prima di capire quale sia la verità vera delle cose.
Spesso poi, non ci si riesce neanche…
A Napoli Narducci ha pressoché ultimato la requisitoria d’accusa e, come tutti noi sappiamo, non ha fatto altro che scimmiottare Michael J.Fox nella serie di film “Ritorno al futuro”, balzando avanti e indietro nel tempo come fosse un cangurone virtuale, ignorando che qualcosina era pur successa in questi ultimi anni, qualche intercettazioncina era pur saltata fuori, qualche testimoniuccio si era pur sputtanato da solo. Per non parlare del memorialuccio…
No, per il Pubblico Mi-stero Narducci nulla di tutto ciò, ha tirato dritto per la sua strada, si è coperto le orecchie ed ha chiuso gli occhi e cantilenando “LALLA RA LALLARALALLA RALALALLALERO” ha ignorato tutte le verità emerse.
D’altro canto, a pensarci bene, non aveva altre vie di uscita.
Citare anche una sola delle evidenze emerse nel dibattimento, anche un solo test, anche un solo fatto, avrebbe significato legittimare gli ultimi anni del processo di Napoli ovvero, la realtà!
E così ha tirato dritto. Sperando nella ricusazione del venti maggio. Sperando nel solito e solido aiuto dei media. Sperando in Lepore e anche in Palazzi, perché prima o poi quei pasticcioni dell’ambiente Calcio dovranno farne una giusta (giusta per lui…), o no?
E’ dal 2006 che non ne azzeccano più una!
Pazienza se tutto ciò ha poco a che fare con la Giustizia, con l’equità nel giudicare, con la balla della “Legge uguale per tutti”.
Per Narducci 2 + 2 fa 5. E così deve essere!
Io però, pur non essendo una mente matematica, cerco di applicare la logica a ogni evento; cerco di darmi una spiegazione sensata che alla fine magari non è neanche quello che auspicavo, ma che indubbiamente ha un suo perché.
Insomma: sarò un sentimentale ma secondo me 2 + 2 continua a fare 4.
Mi riferisco ai tanti collegamenti logici che nel corso di tutta la faccenda Farsopoli ci siamo trovati a fare.
Roba vecchia quello di Guido Rossi - Inter – FIGC – Melandri – Telecom.
E che dire di Elkann – RCS – Moratti – Tronchetti Provera?
Si è parlato anche di Nucini – Facchetti – Paolillo – Banca Popolare Milano.
E la madre di tutte le “cordate”? Moratti – Auricchio – Narducci alla presentazione del libro?
Si potrebbe continuare a lungo, perché in fondo Farsopoli non è altro che la storia di una infinita serie di intrecci e collegamenti più o meno perversi.
Tempo fa avevo segnalato anche uno strano (almeno al mio occhio) fil rouge che legava e lega lo stesso Narducci ad altri personaggi che hanno sfiorato la vicenda (Palamara, il buon magistrato che avviò il processo farsa GEA) o che potebbero apparentemente sembrare estranei ai fatti di Farsopoli.
Mi riferisco soprattutto ad Ingroia.
Questo perché avevo semplicemente collegato l’aiuto che Narducci e Magistratura Democratica gli avevano offerto nella tentata elezione al CSM con la fede mai celata del magistrato palermitano per la cartonata Inter.
Possibile che vi fosse uno scambio di cortesie per motivi di tifo? Difficile in effetti.
Però il tifo la sua parte l’ha giocata, eccome.
Ingroia, lo ricordo, è amico intimo (tanto da passare le vacanze insieme) di Travaglio. Travaglio è amico di Santoro. E di Caselli. E Caselli spinse per l’elezione, appunto, di Ingroia al CSM.
Ma tempo fa, a queste innocenti deduzioni, se ne è aggiunta un’altra, direi inquietante.
Vi ricordate il prode Narducci e la sua intervista a capitan Zanetti, nella quale caldeggiava una partita dell’Inter con i suoi amati rappresentanti del Chiapas?
A parte l’ennesima scomoda collusione (PM e capitano dell’Inter, la squadra beneficiata da Farsopoli…), ciò che mi ha colpito è il Chiapas.
Narducci batte su ‘sto Chiapas. Gli esclusi dal mondo. In linea con il suo vissuto pasionario.
Poi ti ricordi di una qualcosa che avevi letto. Ti ricordi e lo recuperi.
“Nel paese dei Moratti” di Giorgio Meletti (Chiarelettere editore). Pagina 182.
“Massimo e Milly invece finanziano generosamente Emergency, l’associazione del medico di guerra Gino Strada, icona della sinistra. La stessa Inter è stata al fianco di Peacereporter, organizzazione legata a Emergency, nel Chiapas, per la raccolta di fondi e medicine da destinare alle cinque regioni messicane controllate da ribelli zapatisti del subcomandante insurgente Marcos”.
Bingo.
2 + 2 = 4.
Moratti – Narducci – Subcomandante Marcos – Chiapas.
Un altro collegamento. L’ennesimo.
Casualità? Probabile.
Però vedi che c’entrava il tifo?
L’Italia, che paese meraviglioso…
Marco Milani (Grimoaldo)
Il processo di Napoli? Non è mai stato fatto...
Il processo di Napoli su Calciopoli non è mai stato fatto.
L’aula 216 è una pura invenzione di qualche fantasioso tifoso juventino in preda ad un attacco di delirium tremens che ha immaginato l’esistenza di tale luogo.
La Casoria non è un giudice, bensì la fruttivendola di Forcella a tutti nota per le gustosissime zucchine coltivate sulla sua terra.
E potrei continuare.
Il Pubblico Mi-stero Narducci nella sua prima giornata di requisitoria ha praticamente negato l’esistenza di due anni di fase dibattimentale, di testimoni, di prove esibite o confutate.
Non è successo niente. Tutto ciò di cui abbiamo parlato noi disperati juventini da due anni a questa parte è fumo, neanche, una illusione di fumo.
La Juve ha sempre rubato ci ricorda il pasionario del Chiapas.
Lo ha sempre fatto: quando scoppiò lo scandalo del calcio scommesse nel 1980 la Juve risultò estranea a tutto ciò, ma è bene ricordare oggi, che invece c’entrava!
Vigeva una latente illegalità e la Juve non poteva non farne parte. Ce lo dice oggi Narducci.
Capito? Che scemi a non accorgercene…
Inizio strategico del PM, che ci accomuna ad un fatto noto e negativo pur non avendone fatto parte.
Una balla, ma potrebbe far effetto. Ha disegnato la cornice e poi inizia a fare il quadro.
La Juve nel tempo ha controllato i media, ecco perché indirizzava le opinioni e le coscienze!
I media? Certo, “Il processo del Lunedì” di Biscardi, ma chi può negare che in questi ultimi anni tale programmone abbia rappresentato pressoché totalmente l’intero panorama giornalistico italiano?
Gazzetta dello Sport? Corriere della Sera? Repubblica? Mediaset? Sky Italia?
Robetta, il Deus Ex Machina di tutto il movimento giornalistico italiano era Biscardi. Milioni di uomini e donne lobotizzate e plagiate dal suo programma.
E’ tempo di ammetterlo…
E i sorteggi?
Truccati naturalmente. Sì, perché i sorteggi si possono truccare anche prima di estrarre le palline, semplicemente ripartendo arbitri e partite in fasce di importanza.
Cioè il regolamento della CAN/FIGC è un trucco di per sé. Immenso Narducci.
Nucini è attendibile (vi ricordo che lo show in aula non si è mai verificato, vi state confondendo con qualche film…) perché descrive troppo bene l’hotel Concord, con troppi particolari per non essere vero.
Capito? Questo è il criterio di elaborazione delle accuse che il PM adotta.
E Ancelotti?
Ancelotti sotto giuramento non ha risposto come il prode PM si aspettava? Beh, è chiaro che ha mentito. Strano che non sia stato perseguito per falsa testimonianza allora…
Sì, perché vale più quello che lui avrebbe voluto sentire piuttosto che una testimonianza sotto giuramento!
E Paparesta? Certo che è stato chiuso negli spogliatoi! Che volete che conti la testimonianza dell’interessato che ciò non è mai avvenuto? E che ne sa lui?
Le intemperanze di Moggi e Giraudo sono invece la prova del loro potere. Perché mai dei dirigenti dovevano arrabbiarsi dopo un vero e proprio furto con scasso come fu la partita Reggina-Juve?
Una partita falsata da vari e clamorosi errori arbitrali non dimostra un cavolo, ma se i dirigenti della squadra penalizzata si arrabbiano vuol dire che hanno potere. Anzi, ne è la dimostrazione.
Non viene da pensare che essendo giustificate le proteste possano essere state tollerate da Lanese & Co?
Sempre lo stesso criterio base: la Juve è colpevole in quanto tale; poco importa se, non solo non esistono prove, ma addirittura ve ne sono di scagionanti!
Paparesta continuò ad arbitrare regolarmente, saltando solo un turno, mentre arbitrò anche in Europa, ma Narducci dice di no. Fu punito. E basta. Lo dice lui ed è così.
Infine ha promesso che “verificheremo” come le SIM svizzere siano state usate dagli imputati e per questo dovranno essere condannati.
O bella: tu hai la dimostrazione in mano di come gli imputati usarono le SIM svizzere e non la porti in dibattimento ma dici che la illustrerai nella seconda parte della requisitoria finale? L’ultimo giorno?
Ancora una volta l’atteggiamento di Narducci è chiaro come il sole: in questa prima parte di requisitoria non ha citato uno che sia uno dei testimoni o delle evidenze scaturite al dibattimento.
Come si diceva in apertura il Processo di Napoli non c’è mai stato. Tutto ciò che è emerso è solo frutto della nostra fantasia. Moggi e la Juve sono colpevoli e basta, la sentenza e le indagini di allora lo dimostrano.
Perché riconoscere qualcosa che non esiste?
Narducci ha chiuso gli occhi ed ha ripetuto le stesse sciocchezze di cinque anni fa.
I giornali e le televisioni hanno fatto lo stesso fino ad oggi e continueranno a farlo.
Da allora ad oggi nulla è emerso di nuovo. Dobbiamo mettercelo in testa, la verità è quella di Narducci e dei media. Punto.
Se mai la Casoria verrà ricusata avranno fatto strike. Tutto tornerà nell’oblio. Ma che dico tutto, non c’è mai stato niente, quindi tutto resterà come deciso nel 2006.
Narducci si pulirà con gesto lento e indifferente la polvere dal bavero e proseguirà la sua folgorante carriera.
Proprio stamattina ho potuto constatare gli effetti di tale strategia.
Sul mio posto di lavoro ho ascoltato due laziali ed un romanista discutere sulla vittoria della Juve sulla Lazio.
Partita rubata. Come sempre. La Juve ruba, ha sempre rubato.
Una volta erano solo dicerie, ma ormai ‘sta storia l’hanno istituzionalizzata. Adesso fa letteratura.
“Moggiopoli” la definiva il romanista. Ancora oggi, 3 maggio 2011.
Moggiopoli.
Cominciamo a farcene una ragione, anche perché poco si è fatto e se nulla si farà, un pochino ce la saremo anche meritata.
Marco Milani (Grimoaldo)
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