FARSOPOLI

La più grande truffa sportiva e giudiziaria del secolo! Un gruppo di potere senza scrupoli, con l'aiuto di vari personaggi dei CC, della magistratura, dei media, hanno messo in piedi Calciopoli, sbarazzandosi della squadra e della società più forti di sempre. La verità però, piaccia o non piaccia (cit.), è venuta a galla...

mercoledì 30 maggio 2012

L'importanza delle parole




L’importanza delle parole

Le parole sono importanti. Sono un macigno. In questo nostro paese però non sempre ciò risponde al vero e  la cosa che atterrisce è che a non rispettare questo imperativo morale siano molto spesso le istituzioni.
Prendiamo ad esempio Monti: “Forse sarebbe il caso di fermare il calcio per due-tre anni” ha detto il più alto rappresentante del governo italiano.
Quello stesso governo che, in barba alla Costituzione, siede sui massimi scranni senza alcuna legittimazione popolare. E ciò perché? Perché la classe politica ha portato nel corso dei decenni questo paese allo sfascio, con un debito pubblico da quarto mondo; una classe politica in grado di fottersene della più alta espressione della volontà popolare, il referendum, trasformando il finanziamento pubblico dei partiti in ben più corposi, aspetta, come li hanno chiamati? ah sì, rimborsi elettorali. Classe politica foraggiata dai vari Lusi e Belsito, intenta in “gare di burlesque” costringendo anche il resto del paese ad andare a puttane.
E potrei continuare a lungo parlando delle banche (che hanno gran parte della responsabilità della crisi mondiale…) di cui Monti, Fornero, Passera eccetera sono degni portabandiera nonché difensori (C/C obbligatori ai pensionati, fondazioni bancarie esenti dall'IMU, sconto crediti con la P.A. presso le banche, provvigioni sulle donazioni verso i terremotati...), di conti falsificati affinché l’Italia entrasse nell’euro e così via, ma questo vuole essere un articolo su ciò che sta accadendo al calcio e al mondo che lo circonda.
Però questa introduzione vuole sottolineare quanto oggi sia smarrito il senso della misura, della giustizia, della verità. Due-tre anni di stop a tutti questi signori, no?
Il calcio non è altro che lo specchio della società. E in questa società la parola ha un valore pressoché nullo.
A dimostrazione di ciò basterebbe semplicemente quel che disse un altro uomo di regime, Abete, sentenziando che “l’etica non va in prescrizione”. Parole sue.
Ma veniamo agli eventi di questi giorni. Con fare tristemente simile ai colleghi di Napoli il Procuratore capo di Cremona, Di Martino, indice una conferenza stampa per meglio spiegare ciò che i giornali avevano diffuso già da tempo, naturalmente a modo loro.
Ci dice che bisogna fare attenzione tra coloro che sono stati arrestati e quelli che sono semplicemente indagati. Bene. Carobbio è stato indagato mentre Tisci fa parte del drappello degli arrestati. Carobbio riferisce delle parole di Antonio Conte prima del match col Novara e nonostante numerose smentite da parte di tutti gli altri presenti le ritiene degne di attenzione includendo l’allora allenatore del Siena tra gli indagati.
In questo caso le parole sono importanti per Di Martino che allo stesso tempo non ritiene degne di interesse quelle di Conte non volendo neanche ascoltarlo. Per lo meno singolare. Se un delinquente accusa una persona per bene, prima di cambiare la mia opinione su di essi vorrei sentirli entrambi. O no? A maggior ragione un PM.
Tisci Ivan, come si può leggere nell’ordinanza emessa dal GIP Salvini, è uno dei maggiori elementi della presunta organizzazione criminosa. Dice anch’egli tante cose ma una davvero interessante la si trova a pag.11, laddove parla della combine di Inter-Lecce.
Da ciò che si legge sui giornali e che si ascolta in televisione però, sembra che queste parole abbiano una importanza assai inferiore, tanto da essere trascurate da tutti i media.
Quanto è volubile l’essere umano…
Improvvisamente il buon Di Martino ritiene altre parole degne di indagine e sono quelle di Buffon. Il portiere della nazionale ha detto qualcosa di sgradevole ma tragicamente vero: nello sport se ad entrambi i contendenti serve un pari, si pareggia. Apriti cielo.
Sembrava che dovesse essere ascoltato dai PM perché a conoscenza di chissà quali misteri. Gli dica qualcosa allora: gli spifferi di un Lazio-Inter (quella dell’Oh noooo)del maggio 2010 o magari di Napoli-Inter (entrambe in CL) dell’anno scorso, si liberi la coscienza da questi pesi insopportabili e denunci quelle due “strane partite”.
Che segugi! Di partite così ne avrebbero a bizzeffe sotto gli occhi e questi si muovono solo perché Buffon ha parlato.
Ma Buffon è “attenzionabile” solo a tratti. Diventano parole “poco importanti” quelle di Buffon nella sua conferenza stampa. Ha parlato di una consuetudine molto poco gradevole (per non dire disgustosa) e cioè quella che le notizie escono prima sui giornali e poi vengono comunicate agli interessati.
Ha parlato di più leggi che vengono infrante quando passano documenti riservati e coperti da segreto istruttorio dalle mani degli inquirenti ai giornalisti, ma sembra che improvvisamente si sia alzato un tale vento da portar via con sé queste parole.
Una verità clamorosa e vergognosa del tutto ignorata. E non ci sarebbe neanche da inventarselo un reato, c’è tutto scritto per bene nel codice penale, articolo 326.
Signor Monti: non sarebbe il caso di fermare due-tre anni quei magistrati che compiono tali azioni criminose? O meglio, tutta la magistratura?
E, tornando ai politici, perché non chiudere a catena Montecitorio e Palazzo Madama per qualche annetto? Coi danni che hanno fatto se li meriterebbero tutti, a cominciare dalla brava Melandri che confezionò quel capolavoro che risponde al nome di decreto Spalmadebiti, vero e proprio incentivo alla cancellazione totale e definitiva dell’etica dal mondo del pallone.
Ultimo appunto per parole… non dette.
Sembrerò ingenuo e forse lo sono, ma quando Moratti ha ribadito che secondo lui Calciopoli fu molto peggio di Scommessopoli, interpretando ancora una volta il ruolo di vittima, la verità vera avrebbe preteso che qualcuno dalla federazione, dal mondo politico, dal Coni avesse detto poche ma chiare parole, ricordando le sentenze riguardanti l’inter (passaporti falsi, plusvalenze, eccetera) e magari la relazione Palazzi.
Caro Monti, ammesso e non concesso che ne abbia l'autorità e l'autorevolezza, pensi a guarire i mali di questo paese, perché quelli del calcio non ne sono che una parte infinitesimale.
Fatto ciò ciò non resterà che tirare la catena e vedrà che i tanti loschi personaggi (di cui sopra) che affollano il mondo pallonaro "defluiranno" senza colpo ferire.

Marco Milani (Grimoaldo)







venerdì 18 maggio 2012

30 motivi 30 perché venga apposta la terza stella sulla maglia



30 ragioni 30 perché venga apposta la terza stella sulla maglia della Juventus

In questi giorni divampa la polemica sulla terza stella della Juventus. Come i “compari” di qualche novella boccaccesca, personaggi notoriamente pavidi e tutt’altro che limpidi, si spalleggiano nel tentativo di diffondere più o meno subdolamente l’idea che la terza stella è una arrogante forzatura.
Mi riferisco in primis a Blatter e Abete, ma l’elenco è molto più lungo.
Allora mi sono messo a pensare a quali argomenti avrei potuto opporre a tali atteggiamenti nell’ipotetico caso di trovarmeli di fronte (tranquilli, mi vaccinerei prima…) e, ne sono usciti fuori ben trenta, proprio come gli scudetti vinti dalla Juve. Cominciamo.
1)     La prima è una motivazione prettamente matematica: se per ogni dieci scudetti vinti si assegna una stella, al conseguimento del trentesimo campionato fa d’uopo che venga conquistata anche la terza stella.
2)     Ai primi borbottii scaturiti dalla lettura del punto 1) rispondo con la seconda motivazione che in realtà è una domanda: come si è potuto revocare uno scudetto (e assegnarlo ad altra squadra) in riferimento a una stagione, la 2005-’06, neanche oggetto di indagine? Si dia finalmente una risposta a tale quesito perché non è di secondaria importanza. Non dimentichiamo che dopo il 2005-’06 c’è stato il 2007, poi il 2008 e così via. Chi ha vinto in questi anni lo ha fatto su basi truffaldine, falsate dall’obbrobrio giuridico creato ad hoc.
3)     E il 2004-2005? La terza motivazione chiama in causa il diritto e il concetto ivi incluso della gerarchia delle fonti normative. Per quanto diritto sportivo e diritto giuridico siano cose diverse vi è gerarchia tra i due ordinamenti e quello giuridico è superiore. Al processo di Napoli è stato sentenziato che il campionato 2004-’05 fu assolutamente regolare: non vi furono ammonizioni mirate, non vi furono sorteggi truccati, non fu rapito alcun arbitro. Non ci era stato detto, a suo tempo, di aspettare la sentenza del processo di Napoli? Bene, l’abbiamo fatto e tale sentenza ci ha totalmente scagionati, ma da allora tutto tace…
4)      “Cogito ergo sum” diceva Cartesio. Di una logica devastante, la stessa logica totalmente assente nell’affare Farsopoli. Sempre in questi giorni ho sentito ripetere da molti (Sacchi, Blatter, Colomba, eccetera) che le sentenze vanno accettate. Bene, usiamo un po’ di logica. Nell’Unione Sovietica tra il 1929 e il 1953 furono recluse nei Gulag 18 milioni di persone con un tasso di mortalità dell’80%. Ebbero tutti un processo, dal primo all’ultimo. Oggigiorno, ve la sentireste di accettare quelle sentenze?
5)     Etica, è una questione di etica e qualcuno ha detto che “l’etica non si prescrive”. Signor Abete, in presenza di una evidente contraddizione tra ciò che dice e ciò che fa, noi intanto ci mettiamo la terza stella sulla maglia. Quando avrà fatto pace con la sua coscienza (mi permetta di dubitare che ciò possa accadere…) ne riparleremo.
6)     La sesta motivazione è una delle più semplici e ha a che fare anch’essa con la logica, cavolo se ne ha a che fare: se la Federazione Italiana Giuoco Calcio si è ripetutamente detta incompetente nel giudicare l’assegnazione/revoca a tavolino di un campionato, come può non esserlo invece sulla apposizione della terza stella sulle nostre maglie?
7)     Altri hanno falsificato i bilanci; altri hanno falsificato i passaporti; altri hanno lucrato con le plusvalenze; altri hanno utilizzato fidejussioni false; altri hanno venduto, rivenduto e poi ancora rivenduto il proprio marchio a società proprie, generando entrate fittizie. E venite a rompere le balle a noi per una stelletta di stoffa?
8)     Da poco sono state depositate delle denunce verso ignoti in relazione al modo col quale furono condotte le indagini ai tempi dell’Auricchio’s Team. A tutti noi è evidente che qualcosa fu omesso/celato/modificato/ignorato/interpretato e per questo abbiamo qualche dubbio sulla legittimità di quelle indagini. Il bello è che lo sanno tutti. Anche chi contesta la terza stella. Motivo in più.
9)     Il nono motivo è uno di quelli che preferisco: in confronto all’Inter noi della Juve eravamo mammolette. Lo dice Palazzi, mica l’ultimo arrivato. Ripetute infrazioni dell’ex articolo 6 del Regolamento della FIGC. Il più grave. Vabbé, hanno fatto in modo che andasse prescritto, ma le porcate rimangono. Mai una parola, mai una condanna da parte di Abete, Petrucci & Company, come non fosse successo nulla. Anzi, trattano Moratti come un benefattore. Bah.
10)E il Milan no? Meani e Galliani ne hanno fatte più di Carlo in Francia, tanto da arrivare a “sfruttare” la morte del Papa per far slittare una giornata di campionato e recuperare giocatori altrimenti mancanti. E i contatti diretti con arbitri e guardialinee di Meani? E gli uomini piazzati ovunque nelle federazioni minori? E gli incontri con Collina? Ne meriteremmo quattro di stelle per aver comunque vinto contro questi Leviatani!
11)La undicesima la dedico a Sacchi. La sera di Trieste l’ho sentito dire con espressione disgustata che la rivendicazione della terza stella era roba da arroganti. Mi sono chiesto: ma le cene coi designatori le ha fatte anche lui e non ha detto niente, perché? Poi ho capito la settimana successiva, nel post partita di Juventus-Atalanta, quando scherzando con Oriali lo ha definito “una persona per bene” che fa il bene del calcio. Oriali! Pregiudicato per aver falsificato il passaporto di Recoba e aver falsato i campionati nei quali questo calciatore giocò come comunitario! In TV lo ha definito persona per bene, augurandogli di tornare presto nel calcio! Qualcosa non torna… o no?
12)Ricorro nuovamente alla logica. La Juve ha sempre rubato ma nel 2006 è stata beccata. Questo, in soldoni, è il pensiero di tutti gli antijuventini. Giornali, CONI e FIGC hanno deciso di punire la Juve per riaffermare la Giustizia, la lealtà sportiva e la giusta competizione. Bene, che si restituiscano i mondiali del 1982 e quello del 2006, per non parlare del meraviglioso quarto posto nel 1978, tutti piazzamenti conquistati non da giocatori normali ma da pendagli da forca che nel campionato di appartenenza riuscivano a vincere solo rubando. Possibile che un branco di pippe abbia vinto dei mondiali sul campo? Certo che no, un po’ di coerenza allora, restituiamo le coppe del mondo…
13)Blatter. Si congratula con Agnelli per il ventottesimo scudetto appena conquistato. Blatter. Solo questo è un motivo per apporre la terza stella.
14)Le tre stelle le meritiamo perché da qualche anno alle nostre vittorie sul campo gli avversari rispondono con diffamazioni, truffe e metodi mafiosi. Ne è una prova il processo doping dal quale la Juve ne è uscita, ancora una volta, pulita. Ma perché fu perquisita solo la farmacia della Juventus? Perché non furono fatti controlli a tappeto? Si parlò di calcio dopato ma l’obiettivo fu uno solo, sempre lo stesso, la Juve. Ma anche quella partita l’abbiamo vinta, sul campo.
15)La quindicesima motivazione è tutta dedicata al modello 45, quello tenuto stretto dalla Boccassini. Rendetelo pubblico e noi rinunceremo alla terza stella (tanto una volta reso pubblico la terza stella ce la assegnerebbero i tribunali).
16)Ci meritiamo le tre stelle perché non abbiamo mai spiato nessuno. Non abbiamo creato Tiger’s team da sguinzagliare dietro a mezzo mondo, non abbiamo incaricato nessuna Polis d’istinto. Non abbiamo dossierato nessuno, tanto meno abbiamo “suicidato” un qualsivoglia manager. Non abbiamo fatto fatturare a nessuna ditta di pneumatici i servizi di spionaggio a danno degli avversari in modo che non risultasse il nostro nome. Nonostante tutto ciò abbiamo sempre vinto.
17)Terza stella perché non abbiamo giornali di qualsivoglia colore a sostenerci, nemmeno quelli della “famiglia”. Tanto meno televisioni. Da soli, come sempre e nonostante tutto ciò abbiamo sempre vinto. E non è facile contro il sentimento popolare…
18)Chi ha l’unico stadio di proprietà in Italia? Chi progettò l’idea? Chi stava anni luce davanti al resto delle dirigenze delle altre squadre? Senza Farsopoli adesso ne avremmo vinti almeno 35 di scudetti e ci vorrebbero negare la terza stella?
19)Piaccia o non piaccia non esistono telefonate tra Moratti e i designatori…” eccetera eccetera. Ancora oggi nel rivedere Narducci dire quelle cose mi esalto come per la vittoria in campionato. Quella frase è il simbolo della partigianeria e della ingiustizia, della cieca persecuzione guidata dall’alto, dell’imbroglio. Lo sputtanamento di quei signori vale da solo una bella terza stellona.
20)Una squadra, una società dimostrano di essere grandi quando resistono a qualunque sollecitazione esterna, persino quelle mafioso-camorristiche. L’ultimo tentativo è fresco fresco, a due giorni dalla finale di Coppa Italia, così come altre “insinuazioni” c’erano state nel pieno del rush finale di campionato. Obiettivo Conte quindi, la Juve. E’ bastata questa non-notizia per scatenare pseudo giornali e anti juventini in genere. Ancora una volta il sentimento popolare è stato aizzato. Le piazze sono di nuovo piene di forcaioli e cacciatori di streghe. Ecco perché meritiamo la terza stella, perché la verità a questi signori dobbiamo infilargliela in testa e magari altrove. Non un passo indietro, andare fino in fondo, perché dal 2006 a oggi non è cambiato nulla.
21)Gianfelice Facchetti. Gli scudetti si vincono sul campo, con tanto lavoro e tanta competenza. Chi non è in grado di farlo ricorre ad altri mezzi. Capito Gianfelì? Le stelle si conquistano battendo gli avversari, non gambizzandoli. Capito Gianfelì?
22)Zeman. I successi con il Pescara confermano quanto sempre detto da molti. Va riconosciuta la coerenza nel far giocare le squadre sempre allo stesso modo. Punto. Non c’è altro. Appena il signor Zeman mette il naso a livelli alti prende sonore bastonate. Finché giochi col Sassuolo e con l’Ascoli riesci a fare dodici tredici gol, ma non appena arrivi a giocartela con le squadre forti gli stessi gol li prendi tu. E’ questione di categoria. Sei un allenatore da bassifondi anzi, sei il re dei bassifondi. Laddove si fa sul serio prendi solo sganassoni. Ti aspettiamo in A col tuo Pescara o, meglio ancora, ti auguro di allenare uno squadrone, magari l’Inter. Succederà ciò che è sempre successo: fallimento totale. Da 115 anni la Juve è sempre lì, ai vertici. Questo significa essere forti, non segnare settantadue gol all’Albinoleffe in una partita.
23)Avere serpi in seno è una tragedia. Siamo riusciti a tornare vincitori nonostante i vari Cobolli Gigli, Montezemolo, Grande Stevens ed Elkann. Altro che stella dorata, meritiamo quella di platino.
24)Alessandro Del Piero. Un Dio, per tutti gli juventini. Ora si ritiene che il suo apporto alla causa sarebbe limitato. Col cuore a pezzi lo salutiamo e gli diciamo arrivederci. Questo fa una grande società. La Juve prima di tutto. Anche prima del Dio Del Piero. E questa è anche la differenza tra lui e gli altri. Non una parola, non un lamento, da juventino vero. Gli altri si tengano i vari Zanetti e compagnia cantante. D’altro canto ognuno ha chi si merita di avere.
25)Nakata. Sì, torniamo un attimo sul motivetto più gettonato del momento. Le regole sono regole e vanno accettate, come le sentenze. A campionato in corso furono modificate le regole (maggio 2001) e la Roma vinse lo scudetto. Gli stessi che oggi si strappano le vesti di fronte alle rivendicazioni bianconere, perché allora restarono in silenzio? La risposta è semplice: perché la Juve siamo noi, non loro. La Juve accettò il tutto, dall’alto della propria forza e continuò a vincere. Come anche dopo la piscina di Perugia. Torti e porcherie li abbiamo sempre subiti, sicuri della nostra forza. Solo per aver subito quei furti la terza stella ad honorem.
26)Terza stella al valor civile. Per molti l’aver seguito il processo di Farsopoli è stata una rivelazione. Molti italiani hanno capito come funzionano le indagini in Italia, come funzionano i giornali, come funzionano i commissari straordinari, come funzionano i PM, come funzionano i procuratori capo che intimano ai presidenti di tribunali di fare tutto il possibile per far desistere un giudice, come funzionano le giudici a latere, come funzionano i vertici della giustizia sportiva, come funzionano i decreti spalmadebiti creati ad hoc da lungimiranti politici.
27)Terza stella perché abbiamo vinto un campionato nonostante il gol di Muntari. Fino a quella sera l’Italia pallonara si scandalizzava per i favori arbitrali ricevuti negli ultimi anni dal Milan. Il gol di Muntari cambiò tutto: è bastato il gol di Muntari per ricordare a tutti che avevamo vissuto tutti in un sogno fino ad allora e che il vero Male era sempre e solo la Juve. La stessa Juve privata dei rigori e della tutela dettata dal regolamento. Abbiamo vinto lo stesso. Contro tutto e tutti. Cazzo se la vogliamo quella terza stella!
28)Ci avviamo al finale. La terza stella la meritiamo noi tifosi, migliaia, ovunque, in ogni parte del mondo. Tifosi viziati, abituati ad avere tutto, ma che sono stati in grado di combattere da soli contro Farsopoli. I siti da combattimento che tutti noi conosciamo sono ancora lì e lì resteranno, finché una carta bollata ci dirà “sì, avevate ragione, vi hanno truffato”. Questa verità è già nota, ma finché non sarà certificata noi da qui non ci smuoviamo. Giammai.
29)La terza stella la merita Andrea Agnelli, per ciò che ha fatto. Ma non basta. Caro presidente fare 4950 metri a tempo di record e poi crollare sul rettilineo finale vanificando tutti gli sforzi non serve a nulla se si vuol battere il record dei 5000. La strada intrapresa è quella giusta. Testa alta, sempre, glielo impongono il suo nome, la sua stirpe, i colori della sua casata e, ultimi ma non ultimi, milioni di tifosi juventini. Vada fino in fondo, siamo la Juve, non arretri di un passo, noi siamo con lei. Quegli scudetti sono nostri e insieme agli altri fanno un totale di trenta.
30)Se non fossero bastati questi ventinove motivi ve ne è un ultimo del quale soprattutto FIGC/CONI devono tenere conto: fateveli bastare questi 30 motivi perché la prossima volta bisognerà scrivere un pezzo che ne spieghi 444 milioni di motivi… a buon intenditore…



         Grimoaldo (Marco Milani)





domenica 6 maggio 2012

TRENTA!!!!!!




CAMPIONI D'ITALIA







Ritorno alla normalità



Ritorno alla normalità

Comunque finirà questo campionato, un dato definitivo lo ha già emesso: si è tornati alla normalità.
Sì, la normalità, cioè quella situazione esistente prima del terremoto Farsopoli, nella quale la squadra bianconera lottava pressoché ogni anno per lo scudetto, vedendo cambiare la propria rivale diretta a seconda dei “mini-cicli” che altre società riuscivano a mettere in piedi. Una volta l’Inter, una il Milan, poi arrivava la Fiorentina, poi era la volta della Roma e così via.
Non è un particolare da sottovalutare, perché l’azione mafiosa messa in atto con Farsopoli, la gambizzazione della Juventus, ha terminato di produrre effetti.
E’ come se vi fosse stata una vacanza della legalità durante la quale le due milanesi hanno fatto incetta di titoli.
Ma ora tutto sta sfumando. C’è ancora qualche rimasuglio (ad esempio Ibrahimovic in rossonero, dopo essere stato nerazzurro, dopo che fu costretto a lasciare la Juve destinata alla serie B), ma presto tutto tornerà a posto.
E, ripeto, ciò avverrà qualunque esito avrà questo finale di stagione.
Certo, come vado ripetendo dal 2006, questi ultimi sei anni andrebbero cancellati del tutto, invalidati, perché si è trattato di tutto tranne che di competizione sportiva leale e corretta l’aver eliminato un concorrente con la truffa, l’inganno, la corruzione, il gioco sporco e l’essere riusciti a vincere.
Ma circa questa questione saranno i tribunali europei a giudicare (quelli italiani si sono dimostrati incompetenti, dando a questo termine la più ampia accezione) anche se con la relazione di Palazzi sull’Inter e con le intercettazioni di Galliani disponibili, ci si è fatti un quadro più che chiaro di ciò che avvenne.
Dicevo, si è tornati alla normalità.
Ciò su cui vale la pena soffermarsi è il contesto nel quale questa “normalità” ritrova il suo posto.
Il parallelo che mi viene in mente è quello del reduce dalla guerra, dato per morto, che dopo tanti anni fa ritorno a casa, riprende il suo posto, ma la cornice nella quale si stabilisce non è più quella di un tempo.
Ecco, la Juve è un po’ come quel reduce. Sì, proprio la Juve, additata nel 2006 come lo scandalo del calcio, come il Male da estirpare in tutti i modi.
La Juve è tornata a primeggiare, è tornata laddove il destino l’ha posta, assecondando la sua natura.
La cornice però non è più la stessa. Sappiamo che questi ultimi campionati sono stati probabilmente falsati dalle scommesse.
Intere schiere di calciatori, dirigenti e società hanno venduto partite, hanno falsato i risultati.
Federazione, Lega e CONI hanno dato dimostrazione di incapacità su tutti i fronti, primo fra tutti quello di fare giustizia e di assicurare la sana e leale competizione fra le squadre.
Lo sport italiano è allo sbando. Il calcio è già sbandato da tempo.
Allenatori che picchiano giocatori, meritevoli di una punizione ma certo non di essere malmenati in campo.
Oddio, se lo sarebbe pure meritato se avesse davvero detto certe cose, ma ciò non toglie che la reazione scomposta di Rossi avrebbe comunque meritato una giusta reprimenda, morale e disciplinare. Invece? Rossi praticamente graziato, lasciato in campo nonostante chi di dovere abbia visto tutto e soprattutto punito con un buffetto (tre mesi, l’estate…).
E tutto l’ambiente a incensarlo. Stendiamo poi un velo pietoso sulla conferenza stampa…
Oggi comandano i tifosi, lo abbiamo visto a Genova, con la Roma e in tante altre situazioni.
Oggi comanda chi urla e se non gli basta la voce urla attraverso i media corrotti.
L’intento di Galliani è chiaro: propaganda martellante sul goal di Muntari, ogni giorno, ogni momento, su ogni giornale, in ogni intervista, in modo che quel goal penetri nelle teste degli italiani e ne diventi un’ossessione; in modo che comunque finirà questo campionato si potrà dire: abbiamo vinto nonostante quel ladrocinio oppure abbiamo perso a causa di quel ladrocinio.
A prescindere dai punti in doppia cifra ottenuti dalla sua squadra grazie agli errori arbitrali.
Galliani.
Chi controlla il passato, controlla il futuro. Chi controlla il presente, controlla il passato”.
Ce lo diceva George Orwell in “1984”.
Ecco perché (per il calcio, ma servirebbe anche per la società civile…) è un bene che il presente torni alla normalità e non resti in mano a gente che ha fatto solo danni, che ha barato, che ha creato un male che non esisteva, per celare la verità: che il Male sono loro.

Marco Milani (Grimoaldo)