FARSOPOLI

La più grande truffa sportiva e giudiziaria del secolo! Un gruppo di potere senza scrupoli, con l'aiuto di vari personaggi dei CC, della magistratura, dei media, hanno messo in piedi Calciopoli, sbarazzandosi della squadra e della società più forti di sempre. La verità però, piaccia o non piaccia (cit.), è venuta a galla...

martedì 7 ottobre 2014

Dagli alla Juve
Disgusto è la parola più adatta.
Il dopo partita di Juve Roma ha mostrato, ancora una volta, l’essenza di un popolo che più e più volte non ha mancato di dare prova della propria infima coscienza sociale e della propria pusillanimità.
Potrei argomentare su ogni singolo episodio che ha scatenato l’ira della “vittime predestinate” di un sistema che sistema non è, ma sarebbe come tentare di svuotare l’oceano con un secchiello.
Da anni la Juve è stata scelta, additata e innalzata quale vero problema dello sport italiano, quale mostro nonché burattinaio di un sistema calcio marcio, corrotto, gestito misteriosamente da dietro le quinte, in modo che la vittoria arrida sempre e solo a determinati colori.
Niente di più comodo. Niente di più utile. Niente di più falso ma fruttuoso. Niente di più italiano.
Prendiamo proprio la partita di domenica sera. La Roma ha raggiunto il proprio obiettivo. Ha dichiarato, alla sesta giornata di campionato, che tutto è già deciso.
Ne riparleremo a giugno, quando il campionato finirà e qualunque sarà l’esito della competizione la società giallorossa nulla potrà rimproverarsi.
Vincerà? Bene, lo avrà fatto contro i poteri forti, lottando come solo lei sa fare.
Perderà? Era stato già detto, perché contro la Juve nulla si può.
In un caso o nell’altro starà a posto con la propria coscienza, ma soprattutto con i propri tifosi, i propri investitori, i propri dirigenti.
Un film già visto.
Ci si è evoluti nel tempo. Fino a qualche anno fa si aspettava la fine del campionato per scagliarsi contro i malfattori rei di vincere più degli altri ora, evoluzione della specie, ci si pensa prima, ci si dichiara truffati prima ancora che il campionato prenda davvero avvio, non solo per permettere al proprio vittimismo di esplodere e placare i propri complessi di inferiorità, ma nel becero e truffaldino tentativo di influenzare arbitri e opinione pubblica.
E questo vale per la Roma come per la quasi totalità delle altre squadre, grandi e piccole.
E’ sempre colpa di chi vince, perché chi vince non può essere stato più forte, deve per forza aver rubato.
Lo gridò la Fiorentina, quando per la favorevole congiunzione astrale si trovò a competere per un paio di anni ai vertici della classifica. Lo gridarono il Perugia, la Lazio, l’Inter ma anche la provinciale di turno, la squadra sull’orlo della retrocessione, la squadra che avrebbe  spiccato il volo se la Juve e il suo malefico potere non gli avesse tarpato le ali.
Niente di più facile. Tifoserie intere, dirigenti, giocatori, giornalisti tifosi, tifosi della domenica tutti possono dormire meglio se c’è un orco da additare, un orco che ha portato via con l’inganno la meritata vittoria, che fosse del campionato o di una singola partita.
E’ la storia ad insegnarcelo. La Storia con la S maiuscola e la storia del calcio.
10 maggio 1981: Turone segna il gol a Torino contro la Juve che avrebbe potuto consegnare il campionato alla Roma. Venne annullato. Da allora il tifo anti Juve dei romanisti divenne virulento. Poco importa che nel corso di quella stagione (come riportò un quotidiano di Roma) i giallorossi usufruirono di un numero di errori arbitrali a favore senza i quali sarebbero stati notevolmente dietro i bianconeri.
Poco importa la clamorosa rivelazione di Carlo Sassi, mister moviola, anni dopo, con la quale confessò che la RAI di Roma aveva truccato le immagini per negare un fuorigioco evidente in modo da innalzare il tono delle polemiche.
Conta poco, niente, ci vuole ben altro per abbattere una leggenda che serve maledettamente a tutti i pasdaran anti Juve.
Da allora e ancora di più oggi, l’unico grido è “dagli allo juventino”, panacea di tutti i mali, giustificazione per tutte le sconfitte, unica ed evidente verità da sbattere in prima pagina, sempre e comunque.
Poco importa che nel 1982 la nazionale italiana vinse il mondiale con una squadra fatta di ladri. In quell’occasione non erano ladri, erano l’Italia e su un mondiale non ci sputa mai.
Gli anni passarono. La grande Inter spese una valanga di soldi, inseguendo i sogni e le fantasie di un presidente poco competente, e solo per quello avrebbe voluto e dovuto vincere tutto. Non andò così, perché a Torino, con competenza e lungimiranza anche economica, si tirava su una squadra mondiale restando in attivo a fine anno.
Poco importa che Oriali utilizzasse passaporti falsi tanto da venire condannato in via definitiva a sei mesi di reclusione (patteggiata e sostituita con 21.400 euro di multa) falsando decine di partite e di conseguenza il campionato (http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/Primo_Piano/2006/05_Maggio/25/patteggia.shtml).  
I ladri veri erano gli juventini, queste erano bazzecole. Così come non è contato che la stessa squadra taroccasse i bilanci, vendesse e rivendesse il proprio marchio per ottenere bilanci migliori, si affidasse alle plusvalenze fittizie e che nel 2005-2006 non aveva i requisiti neanche per l’iscrizione al campionato di serie A (http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/sport/calcio/bilanci-inter/bilanci-inter/bilanci-inter.html).
Che volete che sia? Anche l’Inter era ed è una vittima della Juve e questo è quello che più conta.
Ma torniamo alla Roma. Alla sgangherata ricerca di prove inconfutabili della colpevolezza della Juve si parlò di regali agli arbitri e l’intera vicenda finì come al solito: Juve pulita e con la storia dei Rolex regalati agli arbitri da Sensi.
In quegli anni la Juve viaggiava ai vertici, come sempre, chiudendo in attivo i bilanci e progettando (anni luce prima degli altri) uno stadio di proprietà.
Gli altri, giallorossi primi fra tutti, che facevano? Fidejussioni false (http://archiviostorico.corriere.it/2003/agosto/06/Calcio_fideiussioni_documenti_delle_false_co_0_030806145.shtml), passaporti ancora più falsi (http://www.repubblica.it/online/campionato/passa/passa/passa.html), senza scomodare vecchie vicende internazionali come quelle dell’arbitro Vautrot.
Solo questo? Macché: la potentissima Juve che tutto controlla, si distrasse un attimo (unica spiegazione plausibile) e ad un passo dal vincere il campionato 2000-01 si vide cambiare le regole in corsa, che neanche nel torneo rionale dei mafiosi si permetterebbero di fare e dal sabato alla domenica si permise a Nakata, altrimenti costretto in tribuna per via della regola sugli extracomunitari, di scendere in campo ed essere decisivo nella partita che consegnò il campionato ai giallorossi (http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/05/Roma_con_Nakata_Assuncao_Sensi_co_10_0105054805.shtml).
Misteri d’oriente ancora irrisolti…
L’Italia rivinse i mondiali nel 2006 e la finale sembrava essere un allenamento della Juve vista la quantità di giocatori bianconeri, in entrambe le squadre, impegnati in campo.
Tutti in strada a festeggiare, perché gli juventini erano sì ladri, ma solo per il campionato. Quando vincevano un mondiale erano italiani, e bravi, a tutti gli effetti.
Calciopoli, che in qualunque altro paese al mondo avrebbe fatto gridare allo scandalo per come è stata condotta ha finora (secondo grado di giudizio) sancito una cosa, da sentenza: tutti campionati furono regolari e nessuna partita fu truccata.
Eppure alla Juve furono tolti due scudetti e fu mandata in B, perché il vero orco, il deus ex machina era Moggi e andava abbattuto. Così fu fatto. Da tale Guido Rossi, commissario straordinario FIGC, ex dirigente dell’Inter che regalò uno degli scudetti, indovinate a chi?
Ora la Juve è tornata a vincere, senza Moggi, ma… non era questione di Moggi. Il calcio non è stato ripulito come si pensava. La Juve ruba sempre e comunque.
Anche perché si drogava. Vero? Il putiferio scatenato anni prima da Zeman sul doping (guarda caso proprio mentre i tifosi giallorossi assediavano Trigoria perché insoddisfatti della squadra) si concluse anch’esso in Tribunale. Juve assolta, e l’unico rilievo che le fu  mosso fu quello di eccessivo possesso di farmaci leciti trovati negli armadietti.
Praticamente niente.
Mi si dirà: sì, però solo alla Juve è stata trovata sta roba. Vero, ma è altrettanto vero che solo alla Juve venne mandata l’ispezione! Nessun’altra squadra fu controllata. Come avrebbero potuto trovare farmaci illeciti alle altre squadre non verificandolo?
Ma come? La detentrice del potere assoluto si manda la Finanza solo a casa sua? Come in tutti gli altri casi sopra descritti, nessuno ha mai risposto a ciò.
E arriviamo ad oggi.
Il presidente del CONI è Giovanni Malagò che ha da poco sostituito Gianni Petrucci (sì, Petrucci, quello che quando un giornalista gli fece notare che la situazione economica della Roma era assai peggiore di quella del Napoli mandato in serie B, rispose che non avrebbero mai punito la Roma per motivi di ordine pubblico…).
Malagò, ultrà giallorosso. Ah, Petrucci era stato persino presidente della Roma per un breve periodo.
Chi è alla guida della Lega Calcio? Un tale Maurizio Beretta, dal 2011 responsabile della struttura Identity and Communications di Unicredit, banca che sino all'agosto 2014 possedeva la maggioranza delle azioni della AS Roma. Conflitto d'interessi? Macché, altre bazzecole. (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/12/as-roma-unicredit-si-e-liberata-di-un-altro-pezzo-della-costosa-eredita-di-geronzi/1089304/).
E la Federazione Italiana Giuoco Calcio? Beh, è quella che fino ad oggi ha respinto ogni richiesta avanzata di revisione della truffa di Calciopoli, arrivando a definirsi competente quando bisognava condannare e incompetente quando bisognava rivisitare i fatti.
E il cerchio si chiude. Un cerchio partito dal popolo italiano e dai suoi rappresentanti, accecati dal tifo al punto da presentare interrogazioni parlamentari!
Con il paese che sta colando a picco loro danno sfogo alle proprie frustrazioni sportive.
Concludo dicendo che domenica sera la partita me la sono vista al PC, su di un canale straniero, col commento in inglese.
Nessun allarme lanciato, nessuna isteria, l’hanno definita partita tesa ed equilibrata con vittoria della Juve meritata. Sono dei pazzi? No, semplicemente hanno una cultura sportiva infinitamente superiore alla nostra. Ah… e sono onesti.

Marco Milani