FARSOPOLI

La più grande truffa sportiva e giudiziaria del secolo! Un gruppo di potere senza scrupoli, con l'aiuto di vari personaggi dei CC, della magistratura, dei media, hanno messo in piedi Calciopoli, sbarazzandosi della squadra e della società più forti di sempre. La verità però, piaccia o non piaccia (cit.), è venuta a galla...

mercoledì 30 novembre 2011

Mille modi di usare un tavolo (della pace)...




Io al tavolo della pace ci andrei solo per romperglielo in testa.
Questa malsana idea del tavolo si sta rivelando un formidabile vassoio d’argento sul quale abbiamo posto una infinità di spunti per la propaganda morattiana.
Già il fatto che sia stato ribattezzato da tutti “Tavolo della pace”, invece del tavolo politico citato da Andrea Agnelli, è un chiaro segnale della strategia scelta da Petrucci & Co. : i mascalzoni (che saremmo noi) chiedono udienza, vengono a Canossa…”.
Con una singolare ma ormai abituale litania inter, FIGC e CONI dicono le stesse cose, si spalleggiano e non fanno nulla per nasconderlo.
Questo tavolo lo hanno fatto passare come un altare sul quale Agnelli dovrà inginocchiarsi e genuflettersi chiedendo perdono.
Questo è ciò che la gente sta percependo.
Non solo: il “candido” Moratti è pure spazientito e non lesina rimbrotti e indicazioni su come dovrà svolgersi la cerimonia.
Io, sinceramente, la necessità di questo tavolo non la vedevo prima e non la vedo ora.
Cosa potremmo mai guadagnarci?
Di fronte abbiamo la Triplice Alleanza che è ricorsa ad ogni mezzo pur di scamparla e ci è sempre riuscita.
Si sono serviti di carabinieri, magistrati, persino di Procuratori Capo e ora, avendo di fronte Andrea Agnelli, dovrebbero crollare clamorosamente e confessare tutte le malefatte, neanche fossero di fronte a Grissom di CSI?
Dubito.
Il modo in cui si spalleggiano l’un l’altro è vergognoso.
Non dobbiamo inseguire chimere, a meno che non ci siano secondi fini, una sorta di armistizio di italica memoria, in parole povere una porcata.
Non voglio neanche pensarci.
Quello che dobbiamo fare è proprio l’esatto contrario di ciò che ha raccomandato il paleozoico presidente del CONI: andare avanti per vie legali, in ogni sede, fino alla fine, senza degnarli di uno sguardo, rispondendo alle loro fanfaronate con monosillabi.
A parlare ci penseranno gli avvocati, checché ne dica Petrucci (che gli avvocati li usa, eccome…).
I truffati siamo noi.
Temo davvero che all’interno del mondo bianconero (dalla base ai vertici) si stia verificando un progressivo distacco dalla realtà, da ciò che è successo neanche troppi mesi fa.
Questo perché la sentenza di Napoli è stata una mazzata tremenda che nessuno si aspettava (e in molti ho percepito un inedito timore, quasi un ripensamento circa quelle certezze acquisite non in una notte e dovute alla passione calcistica, bensì assunte in mesi e mesi di studio di carte e documenti ufficiali!), ma anche perché è in atto una martellante campagna mediatica anti Juve.
In un precedente articolo si metteva in evidenza proprio questo punto: facendo zapping in TV si assiste ad una invasione degli ultracorpi!
Mediaset e Premium ospitano sistematicamente (tra gli altri anti juventini) il pregiudicato Oriali.
Su Sky c’è (oltre ai tanti anti juventini) Bergomi. La RAI infila un po’ ovunque Mazzola e tutti, dico tutti, non fanno altro che esporre quanto ordinato dalla Triplice.
L’inter ha piazzato uomini dappertutto!
Ha un contratto per la valorizzazione del marchio con la RCS, il gruppo L’Espresso non gli è certo nemico e la con RAI ha rapporti strettissimi che fruttano milioni.
Sedersi a quel tavolo è un suicidio mediatico!
Diranno ciò che vogliono, ci faranno credere a ciò che vogliono.
In vista di quell’appuntamento hanno già aperto il fuoco.
Persino Auricchio parla!
Petrucci si mostra sempre più scocciato e spazientito, trasmettendo agli italiani lo stesso atteggiamento.
La stanno facendo passare come l’ultima possibilità che un buon padre di famiglia concede al figlio scapestrato e delinquente.
Loro a noi!
Su Abete non ho davvero più parole. E’ passato dall’ “etica non ha prescrizione” al “regolamento che prevede la prescrizione e va quindi accettato”.
Ammesso e non concesso che sia così, perché continua a farsi vedere a braccetto con Moratti, riconosciuto dal suo stesso procuratore federale autore di illeciti gravissimi?
Non lo si può punire? Va bene, l’abbiamo capito (non accettato…), ma l’etica e l’etichetta suggerirebbero di non frequentare chi ha barato, consiglierebbero di non mostrarsi in pubblico con chi ha truffato ed è stato salvato dalla prescrizione.
Invece no. Un giorno sì e l’altro pure li troviamo assieme a feste, convegni, partite.
Ecco, di fronte a tutto ciò, mi sorge spontanea la domanda: ma a quel tavolo del cavolo, che ci andiamo a fare?
Io consiglierei ad Andrea Agnelli due possibilità.
La prima: ha visto cosa è successo con quel norvegese autore di una strage? E’ matto hanno detto e non finirà in galera.
Faccia lo stesso. Appena sarete tutti chiusi nella stanza dia di matto, cominci a urlare, afferri il tavolo e lo spacchi in testa ai tre della Triplice.
Non risolverà granché ma avrà tutta la nostra riconoscenza.
Oppure la seconda, meno cruenta e quindi più attuabile (noi juventini non siamo violenti, non assaltiamo le caserme, capito Petrucci?).
Una volta che sarete tutti seduti proponga una bella seduta spiritica. Invocate lo spirito di qualcuno.
E se non vi risponderà, mandatelo a chiamare: sarà in qualche parcheggio…

Marco Milani (Grimoaldo)

mercoledì 23 novembre 2011

Il calcio nell'era Moratti



I tempi cambiano e se non ci si adegua si rischia di far la figura dei fessi, dei retrogradi, dei rompiballe emarginati.
La Juventus si trova di fronte ad un bivio e deve scegliere senza indugio quale strada prendere.
Gli ultimi eventi ci hanno mostrato chiaramente da quali mostri sia popolato il mondo del calcio (e non solo) e tutto ciò deve servire da lezione.
Vogliamo restarci in questo mondo?
La risposta è scontata: sì.
Vedete, fino al 2006 circa, si vinceva per manifesta superiorità e in barba alle lobbies (più o meno organizzate), ai donatori di Rolex, ai fabbricatori di passaporti falsi, ai creatori di fidejussioni inesistenti, ai presidenti del CONI ex vicepresidenti esecutivi della Roma…
Oggigiorno le cose sono cambiate e, come si accennava poco sopra, la Juve si trova di fronte ad un bivio e deve scegliere: tentare di essere superiore alla concorrenza a tal punto da subissarla esclusivamente con le competenze di settore (come faceva ad esempio la Triade) o adeguarsi alle regole del gioco e batterli sul proprio campo.
La domanda, purtroppo è retorica, perché la scelta in realtà non esiste.
Uno staff in grado di subissare gli altri solo grazie alle proprie capacità tecniche e di mercato non esiste, l’ultimo lo hanno fatto a pezzi pochi giorni fa, a Napoli, aula 216, col colpo di grazia.
Dobbiamo metterci in testa che il calcio è cambiato e che siamo entrati nell’era del calcio alla Moratti.
Abbiamo combattuto e stiamo ancora combattendo, con quelli che credevamo gli strumenti adatti, legittimi, corretti.
Ci siamo sbagliati clamorosamente, ci hanno bastonati per bene, più e più volte e in ultimo è arrivata anche la non tanto velata “raccomandazione” a non insistere da parte di Petrucci.
In Sicilia avrebbero detto: “ci siamo capiti, ah”?
Con la sentenza di Napoli si è toccato il fondo, si è verificato l’impossibile; tutti noi abbiamo capito in quale paese viviamo e cosa sia diventato il calcio, rappresentazione speculare della società.
Decenni fa bastava avere un fuoriclasse per ambire allo scudetto.
Qualche anno fa erano necessari una squadra completa e uno staff competente.
Oggi non più.
Oggi non è più questione di 4-3-3, di fiuto sul mercato o di strategie di marketing vincenti.
Oggi devi avere i giornali e le televisioni che valorizzino il tuo marchio e che collaborino alle inchieste.
Oggi devi condividere con Guido Rossi la passione calcistica.
Oggi devi avere una compagnia telefonica in grado di indagare a 360° su centinaia di persone.
Oggi devi avere almeno una squadra “Off-side”, guidata da “uno tosto”, uno in grado di discernere cosa sia rilevante e cosa no.
Oggi devi avere un presidente della FIGC secondo il quale “l’etica non va in prescrizione” (la sua o quella degli altri?).
Oggi devi avere un presidente del CONI stanco del doping legale.
Oggi devi finanziare la lotta degli zapatisti nel Chiapas.
Oggi devi concedere il permesso al capitano della tua squadra di essere intervistato da un PM che vuole organizzare una amichevole proprio nel Chiapas.
Oggi ci vuole un procuratore capo che faccia pressione sul presidente del tribunale di… che so? Napoli?
Oggi ci vuole la RAI che dopo anni di silenzio su Farsopoli (a parte qualche servizio elegiaco su Facchetti) ti impronta una non-stop stile Telethon per condurci verso la sentenza, spiegandoci (loro a noi!) cosa ci siamo persi in questi anni.
Oggi ci vogliono giudici a latere amanti del bon ton.
Oggi ci vuole Tardelli che dica “basta, facciamola finita con Calciopoli”.
Oggi ci vuole la Consob che non ti punisce per aver messo sul mercato azioni a 6 euro, quando ne valevano sì e no 4-5, intascando 1,7 miliardi di euro, azioni che sin dal giorno dopo crollano e vanno a fondo (dopo mesi di pompaggio della JP Morgan).
Oggi il proprio marchio si vende quando necessario.
Oggi se proprio non ci si fa, si utilizza un decreto spalma debiti, se i politici hanno voglia di farlo (ma sì che hanno voglia…).
Oggi si possono usare quanti extracomunitari vuoi anche se fino a ieri no. La notte porta consiglio…
Oggi ci si incontra nei parcheggi.
Caro presidente Andrea Agnelli, questo è il calcio di oggi , cosa credeva, che bastasse Vucinic?
Ah, che inguaribile romantico. Così come tutti quanti noi, che pensavamo di vincere anche a Napoli, avendo semplicemente polverizzato la teoria accusatoria dei Pm; avendo escusso solo i testimoni dell’accusa, tanto erano stati a noi favorevoli; avendo messo agli atti un baule di intercettazioni insabbiate a suo tempo.
Illusi anche noi. I tempi sono cambiati.
D’altro canto non sta succedendo lo stesso nella vita reale?
Una crisi mondiale causata dalle banche e dall’alta finanza cerchiamo di risolverla affidando le redini del paese alle banche e all’alta finanza.
Il tempo dei grandi statisti è finito. In giro non se ne vedono più da tanto tempo e così bisogna adattarsi.
Nel calcio è lo stesso.
Dal 2006 siamo entrati nell’era Moratti che tanto piace, visto che a parte poche mosche bianche, il gregge belante (e maleodorante) dei giornalisti italiani plaude al nuovo e geniale mecenate.
E noi ancora a pensare a stupidaggini come Recoba e il passaporto falso!
Persino Premium Calcio attesta la nostra arretratezza ed ospita stabilmente in studio Oriali che, non ce ne voglia, è tecnicamente da considerarsi un pregiudicato.
Capito? Questo è il nuovo calcio. Viva il nuovo calcio!
Perciò caro Presidente Agnelli, mentre continuiamo a perseguire la Giustizia (continui così, perché è l’unico modo per tenere legati alla squadra migliaia di tifosi, come me, disillusi), cominciamo a prepararci per gli anni a venire.
Dobbiamo scindere le due cose.
Farsopoli va smantellata, anche se ci vorranno decenni.
Continuare a far parte di questo mondo del calcio però è cosa diversa.
Non stia sempre chiuso in studio, si faccia degli amici, che so, in federazione, nell’arma, alla Consob, tra i giornalisti di giornali, riviste e televisioni.
Cominci a piazzare uomini qua e là, in tutti i settori chiave, giochi secondo le loro regole insomma, ma lo faccia sul serio.
Si ricorda cosa diceva il buon Meani al buon Galliani? Che erano riusciti a piazzare qualcuno anche nelle federazioni minori, perché bisognava essere presenti ovunque.
Basta con anticaja e petrella come si dice a Roma, si rinnovi.
Cos’è ‘sta storia del vincere secondo i dettami della competizione sportiva? Non se ne può più.
Questo è ciò che ci chiedono i tempi e poi, come abbiamo visto, non si corrono rischi.
Se fra qualche anno dovesse saltare fuori qualcosa, vuole che non si trovi un carabiniere, qualche PM, qualche presidente o qualche giornalista in grado di aiutarci?
Li coltivi e vedrà che ci daranno soddisfazioni.
Sembrerà una provocazione (ma credetemi non lo è affatto!), ma se vogliamo continuare a vincere, lasciamoci alle spalle i bei tempi di Moggi , Giraudo e Bettega, quando si vinceva onestamente.
Oggi il calcio è un altro.
Siamo nell’era Moratti.

Marco Milani (Grimoaldo)

mercoledì 16 novembre 2011

CONDITIO SINE QUA NON


Eccolo qua, oramai mancava solo lui, il signor Petrucci, sì proprio lui, quello del “La Roma non può essere perseguita circa gli illeciti sportivi per motivi di ordine pubblico” ai tempi di passaporti e fidejussioni false, facendo capire che “la giustizia prima di tutto”…
Come gli avvoltoi che gironzolano in alto, attendendo il momento di poter affondare il proprio becco nella carne di bestie ormai morte, anche l’ultimo e più alto rappresentante dello sport italiano ha fatto la propria comparsa sulla scena.
Ha atteso la sentenza di Napoli e in concomitanza con la dichiarata incompetenza del TNAS circa lo scudo del 2006, ha fatto sentire il suo ruggito.
Anche per lui una medaglia da vero itagliano , perché in questo miserrimo paese, gente come lui è destinata a posti importanti, a ruoli di responsabilità.
Il calcio itagliano  è malato di doping legale, dice il piccolo presidente, dimenticando che agli avvocati ci si arriva quando viene infranta una legge, o più di una.
Gli avvocati si rendono necessari quando si ordisce una truffa colossale e la si perpetua negli anni.
E non è affatto vero che sui giornali si sia parlato solo di queste cose. Magari!
Sui giornali, e lui li sta usando allo stesso modo, si è detto solo ciò che faceva comodo dire.
E’ stanco Petrucci; non ne può più? Ma se  lui è uno dei maggiori responsabili dell’accaduto!
E’ il capo dello sport itagliano!
Spero solamente che questa sua uscita non abbia avuto intenti minatori, tendenti a intimidire il popolo juventino e prima ancora i dirigenti.
Fino ad oggi abbiamo dimostrato davvero un fair play degno di un lord inglese da dieci generazioni.
Fino ad oggi abbiamo accettato di tutto limitandoci a controbattere sul web, unica arma in nostro possesso, ma non si può abbozzare in eterno, specie di fronte a decisioni fasulle, a sentenza già scritte e, diciamocelo senza timori, alla corruzione. Sì, CORRUZIONE.
Il signor Petrucci sbandiera una neo commissione che verifichi l’eventuale infrazione della clausola compromissoria da parte della Juve?
A me sta anche bene, ma se fossi il presidente Agnelli, proporrei una conditio sine qua non.
Siamo disposti a subire ed accettare per l’ennesima volta il giudizio di FIGC/CONI anche circa la clausola compromissoria, ma solo ed esclusivamente dopo che sia stato reso pubblico il MODELLO 45 ancora oggi chiuso in qualche cassetto della Boccassini.
In quel modello c’è la richiesta dell’inter rivolta alla Procura di Milano di indagare su altri tesserati.
Secondo Tronchetti Provera ad andarci fu proprio Moratti, e se lo dicono loro…
Ancora una volta ci si muove a senso unico. Ancora una volta lo sport itagliano vede solo quel che vuol vedere e giudica nella stessa maniera.
In questi ultimi giorni abbiamo subito le prese per i fondelli dei vari Lepore, Narducci, Abete e il codazzo di mezze cartucce che scodinzolano dietro di loro, formato soprattutto da giornalisti e opinionisti.
Sono riusciti persino a dire che la fuga di notizie nel 2006 ha favorito la Juve.
Questi signori si stanno prendendo gioco della Verità, della Giustizia.
Perché ancora nessuno ha chiesto di far luce sulle pressioni di Lepore sul presidente del Tribunale di Napoli affinché sostituisse la Casoria?   
Come è possibile che in Itaglia un fatto come questo, di una gravità inaudita, passi sotto silenzio e nella indifferenza di tutti?
E Petrucci che fa? Sbuffa perché è stanco di questa storia?
Noi saremo ancora in ginocchio per la botta che ci hanno inferto con la truffaldina sentenza di Napoli, ma non siamo morti.
Anzi, abbiamo appena rialzato lo sguardo e abbiamo voglia di combattere per altri cento anni se sarà necessario, perché un domani senza più gente come Petrucci, Abete, Moratti, Lepore, eccetera, sarà un domani in cui potremo nuovamente chiamare il nostro paese Italia e non più itaglia.

Grimoaldo

giovedì 10 novembre 2011

Cuore e cervello



Probabilmente le poche ore trascorse dalla sentenza di Napoli non sono ancora abbastanza per smaltire la rabbia e il disgusto ho provato, ma sicuramente comincia ad andare meglio.
Trattandosi di Juve, di calcio e quindi di passione è inevitabile che il cervello riceva continue sollecitazioni e ingerenze da parte del cuore.
Ecco perché credo sia giusto distinguere il ragionamento lucido e razionale da quello lievemente infervorato e dettato dalla passione (che non necessariamente è un male o è sbagliato a priori…).
Cominciamo con la fredda elaborazione dettata dalla logica.
Fino ad oggi mi sono sentito ripetere da interisti e antijuventini in genere che le sentenze andavano accettate e rispettate e che la “carta (bollata) canta”.
Molto bene. Io voglio attenermi proprio a questo criterio.
La giustizia sportiva ha ritenuto colpevole la Juve di determinati comportamenti e proprio per questo l’ha punita come sappiamo nel 2006.
L’inter, ci dice lo stesso identico Procuratore Federale del 2006, ha commesso illeciti sportivi anche più gravi e non è stata punita per la sopraggiunta prescrizione.
Carta canta.
Tradotto (ma ce ne è bisogno?): l’inter era più disonesta della malefica Juve.
Veniamo alla sentenza dell’altro ieri, quella della giustizia ordinaria.
La Juve è estranea ad ogni comportamento e/o atto penalmente rilevante, in pratica è pulita. Linda.
Ricapitoliamo: per la giustizia sportiva (atti ufficiali, come richiesto…) l’inter rubava più della Juve; per la giustizia ordinaria inter e Juve sono sullo stesso piano. Pulite.
E’ matematica, non fa una piega, il comunicato emesso dalla Juve FC immediatamente dopo la lettura della sentenza è di una chiarezza estrema.
Se fosse un incontro di boxe, ai punti la Juve ne uscirebbe vincitrice.
Ho provato a ripetermi questo ragionamento varie volte, ma non ne sono mai uscito soddisfatto, nonostante la sua linearità.
Perché? Mi sono chiesto.
Ed ecco che si è fatta strada la seconda spiegazione a cui facevo cenno, quella del cuore.
La sentenza di Napoli è chiaramente ingiusta. E’ un obbrobrio giuridico, è un insulto alla Giustizia vera, al nostro paese, al nostro popolo.
Tra assolti e colpevoli, tra capi d’accusa confermati e quelli respinti hanno fatto un casino tale da far venire la meningite.
Ma ci vorrei tornare più avanti (e nei prossimi giorni) sulla sentenza.
Qui mi basta sottolineare che la sentenza si è allineata alla qualità delle indagini, delle sentenze sportive e dell’impianto accusatorio dei PM.
A me questo non sta bene, da juventino e da uomo libero.
A me non sta bene che dal 2006 si sta perpetrando una truffa di dimensioni bibliche e che è stata persino ufficializzata da un tribunale ordinario!
E cosa dovrei fare io, come ho sentito dire a qualche juventino? Essere felice perché la Juve ne è uscita fuori bene?
Ma dove ne è uscita fuori bene? Ditemelo.
Concordo sul fatto che tecnicamente la Juve ha agito in modo scaltro e la sua posizione adesso è buona per poter continuare la lotta per la restituzione degli scudi.
Concordo che è una SpA e che è il verdetto è di importanza capitale.
Ma poi non c’è altro.
Io personalmente non ho mai amato gli americani, ma qualche qualità gli va riconosciuta.
Una ad esempio è quella per cui mai e poi mai lasciano un loro uomo sul campo.
A costo di perderne dieci o venti lo vanno a recuperare.
La Juve, dal 2006 fino a l’altra sera, ha praticamente tagliato la corda alla quale era appeso Moggi.
E Moggi era la Juve. Ricordiamocelo.
Cos’è questa balla di Moggi che non rappresentava la Juve? Ma chi volete prendere per i fondelli?
Questi bizantinismi mi disgustano!
Dovremmo fare come l’inter che si piglia tutto ciò che gli danno, a prescindere da dove e come arrivi?
Scudetti di cartone, prescrizioni, patenti di onestà, si sono presi tutto e ne sono orgogliosi.
Cazzo, ma loro sono l’inter proprio per questo! Noi no! Noi siamo la Juve!
E ci dovremmo prendere questa assoluzione fasulla turandoci il naso?
Li abbiamo sbeffeggiati fino a dieci minuti fa sul loro senso dell’onestà praticamente nullo e ora dovremmo fare esattamente come loro?
Dovrei deglutire la farsa del 2006, il processo, i titoli di giornale, i commenti dei soloni del giornalismo, dovrei mandare tutto giù solo perché mi hanno salvato in un processo ingiusto da una condanna che non meritavo?
Sveglia! Ma è rimasto un po’ di onore in qualcuno?
Farsopoli va combattuta finché non sarà ripristinata la verità.
La sentenza di Napoli è un insulto a tutti noi.
Ritenuti colpevoli per ammonizioni mirate su giocatori non diffidati!
E io dovrei accettare questa farsa?
Tizio condannato per aver commesso reato assieme a Caio e Sempronio che però vengono assolti!
E io dovrei “interizzarmi” e prendermi l’assoluzione godendone pure?
I segni del dolore e della sofferenza provati l’altra sera ce li ho sulla pelle e lì resteranno finché non trionferà la verità.
Nel frattempo la Juventus giocasse pure nello Stadium è cosa che non mi riguarda.
La Juve vera sta ancora in quell’aula e quella è la partita da giocare.

Grimoaldo

martedì 8 novembre 2011

In attesa della sentenza...


Ormai ci siamo, stasera alle venti (se non prima...) la Casoria leggerà la sentenza del processo Farsopoli.
Dopo cinque anni di lotte, di notti insonni, di articoli, di battaglie contro il mondo è giunto finalmente il momento.
Non sono preoccupato, ma non ho idea di come si comporteranno i due giudici a latere.
Non ci resta che attendere...
Grimoaldo

domenica 6 novembre 2011

Cari interisti...



Cari interisti, in questi ultimi giorni mi sono dedicato a cercare di comprendere meglio il motivo di tanta cieca ottusità e l’ho fatto con voglia di capire, senza malizia, senza alcuna velleità di vendetta.
Sì perché, per quanto una fede calcistica possa ottenebrare la mente, si è pur sempre degli esseri pensanti, dotati di raziocinio, che magari il giorno dopo vanno a votare, scegliendo (anche loro) le sorti di un paese.
Mica robetta!
Il  tifo può velare la vista in un attimo particolare, quando un maldestro giocatore della propria squadra calcia alle stelle un pallone a un metro dalla porta, ma è un momento… appunto.
Oppure può accadere nel bel mezzo di una discussione infuocata, ma poi si torna a casa, ci si calma e si recuperano le facoltà mentali. Di solito.
Qua l’affare è ben diverso.
Nel 2006 scoppia Farsopoli, ma allora anche molti juventini (ahime) crederono alle bugie riportate su tutte le prime pagine e come notizia di apertura di tutti i telegiornali.
Possedendo/gestendo i media ci vuole poco.
Ma nei mesi successivi di novità sconvolgenti ne sono uscite fuori tante. Perché ancora oggi, cari interisti, vi ostinate a tapparvi le orecchie e sbattete i piedi a terra cantilenando ad alta voce per non prenderne atto?
La risposta l’ho trovata e fondamentalmente è una duplice risposta.
Prima: l’homo italicus è notoriamente “dietrologo” nel senso che è sempre colpa di qualcun altro; che “chissà chi c’è dietro” oppure “in alto non vogliono” e così via.
L’interista rappresenta l’elite di questa specie.
Anche se potreste non crederci, lo dico senza nessuna ironia.
Il calcio è senza dubbio l’interesse che maggiormente coinvolge gli italiani e li coinvolge a tal punto che spesso e volentieri diviene l’interesse supremo, che sovrasta ogni altra cosa.
Se all’estero questa cosa è riscontrabile in sparute minoranze, in Italia riguarda invece una larga fetta della popolazione.
Pertanto, dopo decenni e decenni in cui la costante è stata una squadra con la maglia a strisce bianconere sempre lassù, magari non sempre prima ma comunque ogni anno immancabilmente lassù a giocarsela, era inevitabile che sorgesse spontanea la granitica certezza nei soliti perdenti, di un qualcosa di subdolo e malefico che si annidava e si annida sottotraccia e che non ha mai permesso loro di vincere come meritavano.
Tale convinzione è penetrata profondamente negli animi degli antijuventini tanto da divenire verità sacra, nel loro intimo.
Una per volta varie squadre si sono affacciate ai vertici del campionato (frutto di un paio di stagioni fortunate)e uscite sconfitte dalla squadra che lassù ci vive, non hanno saputo darsi altra spiegazione se non che “gliela avevano rubata”.
Mi ricordo il Vicenza, il Perugia, la Fiorentina, il Verona, la Roma, e così via.
L’homo italicus è giunto pertanto ad una conclusione: “dopo tanti anni arrivo lassù una volta e invece di vincere io, vincono sempre gli stessi, i soliti… qualcosa non va, hanno ragione quelli che dicono che c’è del marcio…”.
L’elite nerazzurra è andata oltre: “noi, grande e gloriosa squadra, dovremmo vincere come loro, invece no. Come mai? Rubano, facile”.
Ecco perché, nell’animo di milioni di italiani una sorta di vigliaccheria mista ad antisportività si è allocata stabilmente, accettando come spiegazione ai propri annosi fallimenti, il fatto che un avversario semplicemente più forte (come società, dirigenza, giocatori, allenatori) non vinceva perché tale, ma perché corrotto e corruttore.
Comodo, no? Io incapace? Disorganizzato? Inferiore? Assolutamente no! Io dovevo vincere ma la Juve ha rubato.
Ecco, moltiplicate questo meschino atteggiamento per decenni e decenni e si arriva dritti dritti al 2006, quando sulla scena irrompono personaggi senza scrupoli, non vogliosi di far trionfare la verità (non gli conveniva…), ma di crearne una parallela, falsa ma credibile (se supportata da media, magistrati, politici, finanzieri, eccetera…).
Ma torniamo all’homo italicus.
In questo senso il suo atteggiamento è comprensibile (non condivisibile).
Una vigliaccheria insita nel proprio animo di atavica memoria li ha portati, ancora oggi (!) a non considerare la realtà, ormai chiara come il sole, ma a barricarsi dietro la loro cieca ottusità, per cui, in soldoni, il loro discorso è: “vi abbiamo fregato nel 2006; siamo riusciti a far dichiarare dalla FIGC che rubavate; vale quello e tutto ciò che è uscito fuori dopo non conta”.
Vigliaccheria, pusillanimità, meschinità, nulla di più, di questo si tratta.
E veniamo alla seconda risposta che mi sono dato e che non riguarda tutti gli interisti, ma una gran parte.
La disonestà.
Una parte di loro è autenticamente ottusa e cieca, ha preso come oro colato la truffa del 2006 e non ha voglia/interesse di sapere altro.
Ma c’è l’altra parte, assai numerosa, quella dei disonesti, coscienti di esserlo ma ancora fiduciosi che giudici amici, giornali compiacenti, televisioni servili, magistrati “solerti”, forze dell’ordine “distratte”, possano aiutare la causa.
Sono tanti e la cosa che rattrista maggiormente è che quasi tutti i vip ne fanno parte.
Più sono famosi e importanti e più si accaniscono.
Ultimo in ordine di tempo Gianni Riotta, giornalista che ha bazzicato un po’ tutti i giornali e i telegiornali del globo terracqueo e che ha rilasciato una intervista ad un sito interista, rimestando nel torbido, rivendicando lo scudo del 2006, rinfocolando gli animi già esasperati.
31 ottobre 2011! Riotta rivendica lo scudetto mentre negli stessi giorni la Plateo testimoniava nel processo Telecom circa lo spionaggio illegale ordinato da Moratti e Tronchetti Provera…
Come definirla se non disonestà?
Irresponsabile disonestà, perché così scalda gli animi, prepara gli interisti alla sommossa allorché, inevitabilmente, i giudici di tutti i procedimenti in corso diranno la stessa cosa:
a rubare era l’inter, i suoi dirigenti hanno ordito un complotto illegale basato su intercettazioni illegali, avvalendosi di aiuti altrettanto illegali, di forze dell’ordine, magistrati, stampa e politici.
In fondo si è trattato di una storia tipicamente italiana, basata sulla cieca ottusità, sulla vigliaccheria e sulla disonestà. Ecco perché c’è l’inter come protagonista.

Grimoaldo  

sabato 5 novembre 2011

Believe in her.

Un tifoso norvegese ha scritto una canzone sulla Juve che è pura poesia.

ASCOLTATELA!!!

http://www.youtube.com/watch?v=l7U1VcWBnXA


Believe In Her (melody and lyrics by Gisle Grimstad)


A graceful lady dressed in black and white
was disgraced in the shadows by diabolical knights
They stripped her of her jewlery
and forced her down
as the black and blue vulture just stole her crown.


And I, I do believe in her
I do believe
Her heart is pure
And I'll never give up on her
She'll stay in my heart, forever more
That's for sure


The witchhunt caused her pain
She was in agony
Il Professore just barely survived you see
Her back against the wall
her feet tied tightly to the floor
A group of heroes untied her and opened the door


And they, they do believe in her
They do believe
Her heart is pure
And they'll never give up on her
They'll stay in our hearts, forever more
That's for sure


Il numero dieci, Pinturicchio
Il capitano, nostro bandiera, Il fenomeno vero
He never lets her down
He always stays there by her side
A true champion
who saved her, as she was caught by the tide


And he, he does believe in her
He does believe
Her heart is pure
And he'll never give up on her
He'll stay in our hearts, forever more
That's for sure


The old lady stands tall (Forza Juve, Forza Juve!)
Once again she's the queen of the ball
(Forza Juve, Forza Juve!)
Now she's gonna beat them all
She's gonna beat them all


And we, we all believe in her
We all believe
Her heart is pure
And we'll never give up on her
She'll stay in our hearts, forever more
That's for sure 

giovedì 3 novembre 2011

La crisi economica spiegata con Farsopoli...




Più di una volta, in questi lunghi cinque anni, mi sono sentito dire frasi del tipo: “ma con tutti i problemi che ci sono, ancora andate dietro a Farsopoli?”; oppure: “ma basta con queste sciocchezze” o peggio ancora.
Oggi stiamo vivendo un momento davvero difficile, la crisi mondiale non molla la presa e ogni giorno di più si sente parlare di default e di fallimento.
Beh, non ci crederete, ma proprio in questo momento sento ancora più forte il bisogno di parlare di Farsopoli!
No, non sono un bastian contrario, tanto meno un insensibile che non ha a cuore il bene del proprio paese.
Tutt’altro.
Voglio parlarne sia perché ci trovo fortissime analogie, sia perché Farsopoli spiega perfettamente il disastroso livello economico e sociale nel quale l’Italia si trova oggi.
Sì, avete capito bene, Farsopoli è la chiave per capire la nostra pessima situazione.
Andiamo con ordine: le analogie.
Io ho lavorato fin da ragazzo, ho sempre rispettato le leggi, ho pagato contributi su contributi, seguendo l’esempio di mio padre e oggi mi vengono a bussare alla porta e mi dicono che sto fallendo.
Mi dicono che i tempi sono brutti, che dovrò fare molti sacrifici, e che non si sa se ce la farò.
Io. Ma che ho sbagliato, io? E con me milioni di italiani.
Le borse decidono “l’andamento dell’economia”. Le banche si arricchiscono sempre più, investono in titoli spazzatura, sprecano miliardi su miliardi e quando gli si presenta il conto chiedono e ottengono la ricapitalizzazione.
E io devo fare i sacrifici, sennò fallisco…
Stesso discorso per Francia e Germania. Ci tengono per le palle, ma sono le loro banche ad essere piene di titoli di stato greci e così ci mostrano al mondo come sull’orlo del fallimento per rimanere loro in penombra e gestire il tutto con maggior vantaggio.
Farsopoli che c’entra? voi direte…
Oggi sappiamo che la Juve non faceva nulla di male. Sappiamo che erano ALTRI e barare, ad intercettare, a deviare le indagini, a pedinare, a truccare.
E cosa è successo? Poteri forti (e corrotti) assieme ai media hanno imbastito la più grande truffa del secolo e così, chi veramente barava si è ritrovato lo scettro del comando e del potere in mano e chi era davvero bravo è andato all’inferno.
Vabbè, dirà sempre il solito, ma a parte le analogie che altro c’è?
C’è, c’è molto.
Un paese lo si può ritenere sano quando la grande maggioranza del proprio popolo è tale.
Lo si può ritenere onesto quando i vertici che dirigono economia, politica, giustizia, informazione, si comportano con onestà, dando l’esempio a tutti, indicando la via da seguire.
Lo si può considerare pulito, quando non esistono segreti, complotti, verità nascoste.
Un paese lo si può considerare Nazione, quando è in grado di correggere, guarire i mali che insorgono al suo interno, avendo il coraggio di estirparli, rendendo i propri “sudditi” orgogliosi di appartenervi.
Con Farsopoli cosa abbiamo avuto?
Un gruppo di potere molto forte (Moratti, Tronchetti Provera, Montezemolo, ecc.) ha deciso di impadronirsi del giocattolo calcio (badate bene, non interso come il semplice sport che prevede di dare calci ad un pallone, ma una delle maggiori “aziende” del nostro paese) ed ha imbastito Calciopoli.
Ma non sono partiti dal nulla.
Tronchetti Provera aveva in mano la Telecom e l’ha usata per intercettare illegalmente migliaia di persone in tutti i campi, affidando ai propri “investigatori” il compito di pedinare, spiare e relazionare sulle loro vite.
Non lo dico io, lo dice il processo Telecom già arrivato a sentenza.
Quindi: alcuni dei maggiori industriali italiani (!), legati sia dalla passione per la stessa squadra che da altri interessi, hanno deciso di utilizzare mezzi illegali per cambiare le carte in tavola.
Una volta raccolte centinaia di migliaia di intercettazioni hanno incaricato i media di iniziare una campagna denigratoria nei confronti dei loro obiettivi.
I maggiori giornali italiani hanno obbedito!
Ma come è stato possibile? Non c’erano le forze dell’ordine e i politici a sorvegliare? E la magistratura?
Vediamoli uno per uno.
Le forze dell’ordine. L’operazione off side viene affidata all’allora maggiore dei CC Auricchio e alla sua squadra.
Questi cosa fanno? Mettono sotto intercettazione numerosi telefoni, raccolgono circa 170.000 telefonate (per la sola Farsopoli), ne estrapolano una trentina, da queste ne estrapolano a loro volta degli spezzoni e un poco per volta le passano ai giornali.
I giornali (la Gazzetta dello Sport primo fra tutti) mettono addirittura a disposizione alcuni propri giornalisti per collaborare alle indagini e così “nascono” le famose informative dei CC, sulle quali si baserà tutta la truffa.
Ricapitoliamo: industriali, media e carabinieri. Chi manca? I politici.
Si era ai tempi del governo Prodi e il ministro dello sport era quell’altro grande esempio di capacità e inventiva della Melandri.
Prodi si affrettò a comunicare al paese che “erano avvenuti fatti delittuosi gravissimi” e la Melandri ordinò (!) che tutto venisse risolto condannando i colpevoli in tempi rapidissimi. E così fu fatto.
Ma è possibile che neanche un magistrato subodorò nulla?
Altro che subodorare!
Esistono le dichiarazioni di Borrelli rilasciate alla commissione giustizia del Senato nel settembre del 2006 dalle quali emerge che l’ex procuratore capo di Milano aveva indicato una serie di filoni investigativi da seguire, perché il “marcio” (che poi marcio non era…) non stava solo dalla parte bianconera.
La procura di Napoli, che aveva avviato le indagini, di tutto il materiale a disposizione ne consegnò solo una parte (indovinate quale?) agli investigatori federali, tenendo per sé decine di migliaia di intercettazioni.
Così (e solo così) fu possibile dare avvio a Farsopoli.
Riassunto brevemente il tutto però, ho sentito la forte sensazione che qualcosa ancora mancasse poi, ho capito cosa fosse.
La gente, il popolo, gli italiani.
Meschini come i loro dirigenti.
D’accordo, ci hanno fatto credere a Calciopoli e per poco ci erano pure riusciti.
Poi però le cose hanno cominciato a non quadrare. Sono uscite fuori le telefonate nascoste, le connivenze, le porcate, le furberie, le truffe, le complicità.
Lo stesso procuratore federale che aveva aderito al piano condannando la Juve a suo tempo (considerato allora bravissimo) temendo di andarci di mezzo ha recentemente dato il suo parere anche sull’inter, ritenendola ancor più colpevole della Juve. Di colpo è diventato un idiota che non capisce niente.
In nome di un odio calcistico, il 99% degli antijuventini ha fatto come i personaggi finora descritti, ha schiacciato in fondo ma proprio in fondo la propria coscienza, ha accettato il ladrocinio, l’imbroglio, la disonestà e ha fatto (e fa) finta di niente.
Reati e illeciti sportivi chiari come il sole, ancora oggi vengono sminuiti, ignorati, ritenuti non rilevanti.
I processi che vedono inquisito Moggi uno dopo l’altro hanno rivelato che non aveva commesso nulla di illegale e/o illecito, anzi!
Hanno portato alla luce come sono andate veramente le cose.
A Milano c’è un magistrato (Boccassini) che si rifiuta tenacemente di mostrare il “modello 45” che compilò a suo tempo quando qualcuno dell’inter si recò in Procura.
Per chi non conosce i fatti suonerà insignificante, invece è una cosa abnorme. Ancora oggi quel documento non è accessibile!
Come non vedere che c’è del marcio?
Come non vedere che chiamare Guido Rossi a gestire quei momenti era un colossale imbroglio?
Come fa la gente a non scandalizzarsi vedendo (col processo ancora in corso) Moratti (allora testimone e parte fondamentale di Farsopoli) incontrarsi con Narducci (PM del processo) e con Auricchio (il maggiore che aveva svolto le indagini-truffa)?
Da saltare sulla sedia! Invece niente.
E’ di ieri poi la testimonianza della Signora Caterina Agata Plateo nel processo Telecom.
Ha confermato che la azienda in questione, su ordine di Tronchetti Provera, intercettò illegalmente tante persone e fra queste anche i vertici della Juve configurando un vero e proprio spionaggio industriale (Tronchetti era allora nel CdA dell’inter!).
Lo sapevamo già, ma detto sul banco di un tribunale fa un effetto diverso.
Ci sono le prove. La Plateo era la segretaria di Adamo Bove, colui che gestì un team interno alla Telecom dedito alle intercettazioni, utilizzando sofisticati sistemi.
Adamo Bove “fu suicidato” nel 2006, quando scoppiò lo scandalo. Sapeva troppo e soprattutto era una persona scomoda.
Se avete letto fin qui vi chiedo di andare avanti e linko un paio di siti che vi lasceranno senza parole.
Ma soprattutto c’è quest’altro, del 2008, da pelle d’oca per l’enormità della questione: http://www.pressante.com/index.php?option=com_content&task=view&id=788&Itemid=54.
Bene, siamo alla fine. Quale è la morale quindi?
La morale è che siamo un paese marcio, governato da gente marcia e guidata in tutti i settori da gente marcia.
Anni di questa elite hanno portato i “sudditi” ad emulare e così anche il popolo è marcio.
Ecco perché la crisi economica e sociale di questo paese la si può spiegare con Farsopoli.
Se i vertici industriali, politici, giuridici, dei media, della sicurezza sono tutti corrotti tanto da creare Farsopoli  che speranze abbiamo?
Se una persona qualunque vede il procuratore capo di Napoli pressare il presidente del tribunale affinché sostituisca la giudice Casoria con una altro giudice più “gradito” e non si scandalizza, che speranze abbiamo?
E se i media sanno di tutto ciò e non ne parlano, che speranze abbiamo?
Perciò la prossima volta, se qualcuno vi dirà che Farsopoli è una stupidaggine in confronto a tanti altri problemi vi prego, anche da parte mia, mandatelo affanculo!

Ps Quando ce vò, ce vò…

Grimoaldo (Marco Milani)