FARSOPOLI

La più grande truffa sportiva e giudiziaria del secolo! Un gruppo di potere senza scrupoli, con l'aiuto di vari personaggi dei CC, della magistratura, dei media, hanno messo in piedi Calciopoli, sbarazzandosi della squadra e della società più forti di sempre. La verità però, piaccia o non piaccia (cit.), è venuta a galla...

mercoledì 23 novembre 2011

Il calcio nell'era Moratti



I tempi cambiano e se non ci si adegua si rischia di far la figura dei fessi, dei retrogradi, dei rompiballe emarginati.
La Juventus si trova di fronte ad un bivio e deve scegliere senza indugio quale strada prendere.
Gli ultimi eventi ci hanno mostrato chiaramente da quali mostri sia popolato il mondo del calcio (e non solo) e tutto ciò deve servire da lezione.
Vogliamo restarci in questo mondo?
La risposta è scontata: sì.
Vedete, fino al 2006 circa, si vinceva per manifesta superiorità e in barba alle lobbies (più o meno organizzate), ai donatori di Rolex, ai fabbricatori di passaporti falsi, ai creatori di fidejussioni inesistenti, ai presidenti del CONI ex vicepresidenti esecutivi della Roma…
Oggigiorno le cose sono cambiate e, come si accennava poco sopra, la Juve si trova di fronte ad un bivio e deve scegliere: tentare di essere superiore alla concorrenza a tal punto da subissarla esclusivamente con le competenze di settore (come faceva ad esempio la Triade) o adeguarsi alle regole del gioco e batterli sul proprio campo.
La domanda, purtroppo è retorica, perché la scelta in realtà non esiste.
Uno staff in grado di subissare gli altri solo grazie alle proprie capacità tecniche e di mercato non esiste, l’ultimo lo hanno fatto a pezzi pochi giorni fa, a Napoli, aula 216, col colpo di grazia.
Dobbiamo metterci in testa che il calcio è cambiato e che siamo entrati nell’era del calcio alla Moratti.
Abbiamo combattuto e stiamo ancora combattendo, con quelli che credevamo gli strumenti adatti, legittimi, corretti.
Ci siamo sbagliati clamorosamente, ci hanno bastonati per bene, più e più volte e in ultimo è arrivata anche la non tanto velata “raccomandazione” a non insistere da parte di Petrucci.
In Sicilia avrebbero detto: “ci siamo capiti, ah”?
Con la sentenza di Napoli si è toccato il fondo, si è verificato l’impossibile; tutti noi abbiamo capito in quale paese viviamo e cosa sia diventato il calcio, rappresentazione speculare della società.
Decenni fa bastava avere un fuoriclasse per ambire allo scudetto.
Qualche anno fa erano necessari una squadra completa e uno staff competente.
Oggi non più.
Oggi non è più questione di 4-3-3, di fiuto sul mercato o di strategie di marketing vincenti.
Oggi devi avere i giornali e le televisioni che valorizzino il tuo marchio e che collaborino alle inchieste.
Oggi devi condividere con Guido Rossi la passione calcistica.
Oggi devi avere una compagnia telefonica in grado di indagare a 360° su centinaia di persone.
Oggi devi avere almeno una squadra “Off-side”, guidata da “uno tosto”, uno in grado di discernere cosa sia rilevante e cosa no.
Oggi devi avere un presidente della FIGC secondo il quale “l’etica non va in prescrizione” (la sua o quella degli altri?).
Oggi devi avere un presidente del CONI stanco del doping legale.
Oggi devi finanziare la lotta degli zapatisti nel Chiapas.
Oggi devi concedere il permesso al capitano della tua squadra di essere intervistato da un PM che vuole organizzare una amichevole proprio nel Chiapas.
Oggi ci vuole un procuratore capo che faccia pressione sul presidente del tribunale di… che so? Napoli?
Oggi ci vuole la RAI che dopo anni di silenzio su Farsopoli (a parte qualche servizio elegiaco su Facchetti) ti impronta una non-stop stile Telethon per condurci verso la sentenza, spiegandoci (loro a noi!) cosa ci siamo persi in questi anni.
Oggi ci vogliono giudici a latere amanti del bon ton.
Oggi ci vuole Tardelli che dica “basta, facciamola finita con Calciopoli”.
Oggi ci vuole la Consob che non ti punisce per aver messo sul mercato azioni a 6 euro, quando ne valevano sì e no 4-5, intascando 1,7 miliardi di euro, azioni che sin dal giorno dopo crollano e vanno a fondo (dopo mesi di pompaggio della JP Morgan).
Oggi il proprio marchio si vende quando necessario.
Oggi se proprio non ci si fa, si utilizza un decreto spalma debiti, se i politici hanno voglia di farlo (ma sì che hanno voglia…).
Oggi si possono usare quanti extracomunitari vuoi anche se fino a ieri no. La notte porta consiglio…
Oggi ci si incontra nei parcheggi.
Caro presidente Andrea Agnelli, questo è il calcio di oggi , cosa credeva, che bastasse Vucinic?
Ah, che inguaribile romantico. Così come tutti quanti noi, che pensavamo di vincere anche a Napoli, avendo semplicemente polverizzato la teoria accusatoria dei Pm; avendo escusso solo i testimoni dell’accusa, tanto erano stati a noi favorevoli; avendo messo agli atti un baule di intercettazioni insabbiate a suo tempo.
Illusi anche noi. I tempi sono cambiati.
D’altro canto non sta succedendo lo stesso nella vita reale?
Una crisi mondiale causata dalle banche e dall’alta finanza cerchiamo di risolverla affidando le redini del paese alle banche e all’alta finanza.
Il tempo dei grandi statisti è finito. In giro non se ne vedono più da tanto tempo e così bisogna adattarsi.
Nel calcio è lo stesso.
Dal 2006 siamo entrati nell’era Moratti che tanto piace, visto che a parte poche mosche bianche, il gregge belante (e maleodorante) dei giornalisti italiani plaude al nuovo e geniale mecenate.
E noi ancora a pensare a stupidaggini come Recoba e il passaporto falso!
Persino Premium Calcio attesta la nostra arretratezza ed ospita stabilmente in studio Oriali che, non ce ne voglia, è tecnicamente da considerarsi un pregiudicato.
Capito? Questo è il nuovo calcio. Viva il nuovo calcio!
Perciò caro Presidente Agnelli, mentre continuiamo a perseguire la Giustizia (continui così, perché è l’unico modo per tenere legati alla squadra migliaia di tifosi, come me, disillusi), cominciamo a prepararci per gli anni a venire.
Dobbiamo scindere le due cose.
Farsopoli va smantellata, anche se ci vorranno decenni.
Continuare a far parte di questo mondo del calcio però è cosa diversa.
Non stia sempre chiuso in studio, si faccia degli amici, che so, in federazione, nell’arma, alla Consob, tra i giornalisti di giornali, riviste e televisioni.
Cominci a piazzare uomini qua e là, in tutti i settori chiave, giochi secondo le loro regole insomma, ma lo faccia sul serio.
Si ricorda cosa diceva il buon Meani al buon Galliani? Che erano riusciti a piazzare qualcuno anche nelle federazioni minori, perché bisognava essere presenti ovunque.
Basta con anticaja e petrella come si dice a Roma, si rinnovi.
Cos’è ‘sta storia del vincere secondo i dettami della competizione sportiva? Non se ne può più.
Questo è ciò che ci chiedono i tempi e poi, come abbiamo visto, non si corrono rischi.
Se fra qualche anno dovesse saltare fuori qualcosa, vuole che non si trovi un carabiniere, qualche PM, qualche presidente o qualche giornalista in grado di aiutarci?
Li coltivi e vedrà che ci daranno soddisfazioni.
Sembrerà una provocazione (ma credetemi non lo è affatto!), ma se vogliamo continuare a vincere, lasciamoci alle spalle i bei tempi di Moggi , Giraudo e Bettega, quando si vinceva onestamente.
Oggi il calcio è un altro.
Siamo nell’era Moratti.

Marco Milani (Grimoaldo)

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