FARSOPOLI

La più grande truffa sportiva e giudiziaria del secolo! Un gruppo di potere senza scrupoli, con l'aiuto di vari personaggi dei CC, della magistratura, dei media, hanno messo in piedi Calciopoli, sbarazzandosi della squadra e della società più forti di sempre. La verità però, piaccia o non piaccia (cit.), è venuta a galla...

giovedì 27 settembre 2012

Caro amico ti scrivo...





In seguito al mio ennesimo post su Facebook, argomento Farsopoli (come noi juventini chiamiamo Calciopoli), un caro amico mi ha invitato  a smetterla “perché avevo rotto i maroni” (naturalmente in tono scherzoso).
Proprio questo invito mi ha spinto a buttare giù questo pezzo nella speranza che chi mi leggerà, si renda conto una volta per tutte che Farsopoli non è una baruffa tra tifosi, non è una questione da bar dello sport e soprattutto non riguarda solo una sparuta minoranza di italiani, quelli che tifano per la Juventus.
Farsopoli è stata ed è di una gravità estrema, e riguarda questo ameno paese che risponde al nome di Italia.
Non scenderò nei dettagli processuali, in quelli delle carte di Procure e Avvocati, o nei meandri delle decisioni della giustizia sportiva, mi limiterò per grandi linee a spiegare il motivo che mi spinge da oltre sei anni a dedicare molto del mio tempo alla lotta per smascherare la grande truffa di Farsopoli nella speranza che chiunque decida di approfondire e dedichi un po’ del suo tempo per comprendere chi e cosa c’è dietro la invenzione di Calciopoli.
Cominciamo dalla dichiarazione che fece Enzo Biagi all’indomani della lettura delle sentenze nel 2006:
Una sentenza pazzesca, e non perché il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome. Una sentenza pazzesca perché punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?.
Oggi, alla luce di ciò che è venuto fuori, queste parole assumono una venatura profetica da mettere paura.
E Biagi era tutt’altro che tifoso della Juve o del calcio in generale. Cosa aveva intravisto dall’alto della sua sapienza?
Gli suonò stonato il processo da Santa Inquisizione al quale fu sottoposta la Juve e un processo farsa non ha motivo di esistere se dietro non c’è qualcuno a trarne profitto.
Non entrerò nel merito della sentenza sportiva, mi limiterò a elencare gli eventi più “interessanti” di allora, che molti non conoscono o che hanno… dimenticato.
La Federazione Calcio fu affidata in qualità di Commissario Straordinario a tale Guido Rossi. Leggiamo un breve brano tratto da Wikipedia:
“… Inoltre è stato, tra la fine degli anni novanta e i primi anni del duemila, membro del consiglio di amministrazione dell'Inter. Nel 2006 viene nominato commissario straordinario della FIGC per gestire la situazione di emergenza creatasi dopo lo scandalo di Calciopoli. Rimarrà in carica per tre mesi, durante i quali la FIGC assegnerà all'Inter, in qualità di prima squadra classificata dopo Juventus e Milan, entrambe penalizzate, lo scudetto numero quattordici della sua storia. Il 15 settembre 2006, dopo le dimissioni di Marco Tronchetti Provera, viene nominato nuovamente presidente di Telecom Italia, incarico che lascerà il 6 aprile 2007 …”
Dirigente Inter, lascia la squadra di Moratti, esegue il compitino da Commissario Straordinario in FIGC (come sopra descritto), ne esce ed entra in Telecom.
Che c’entra la Telecom? Si chiederanno i meno informati. Cavolo se c’entra, è il fulcro di tutta la questione!
La Telecom è in mano a Tronchetti Provera, facente parte del CdA dell’Inter e grande amico del presidentissimo Moratti.
Ricordate uno degli ultimi passaggi della dichiarazione di Biagi? Ricordate gli accenni a Vodafone e alla truffa organizzata da Telecom?
Ci siamo.
Telecom creò una organizzazione interna di security a livello mondiale, i cui tentacoli giunsero a far danni persino in Brasile, una organizzazione interna di spionaggio affidata a Giuliano Tavaroli. Chi è costui? Ecco qualche riga tratta dal sito “JU29ro”:
Il 4 Maggio del 2005 entra infatti in scena il “re delle intercettazioni” Giuliano Tavaroli, ex Carabiniere e capo della security di Telecom Italia. Insieme a lui viene coinvolto anche il suo amico Emanuele Cipriani, massone dichiarato e imprenditore nel settore delle investigazioni private e della security aziendale. Le indagini si infittiscono e vengono perquisiti gli uffici e le abitazioni private dei due, con l’accusa di Associazione a delinquere finalizzata alla violazione del segreto istruttorio.
L’inchiesta, che inizialmente sembrava un affare di secondo piano, comincia ad assumere scottanti ed imprevisti risvolti. Questo soprattutto grazie alla figura di Tavaroli, elemento cardine nell’universo Telecom, ma non solo. L’ex Brigadiere dell’antiterrorismo di Milano, infatti, oltre a dirigere la security di Telecom Italia, ricopre un altro, importantissimo, ruolo: responsabile del Centro Nazionale Autorità Giudiziaria (CNAG), ovvero dell’ente che gestisce tutte le intercettazioni richieste dalla Magistratura. A questo proposito, è assai importante ricordare che fu proprio il Tavaroli a spingere affinché questo delicatissimo incarico gli fosse affidato in prima persona, togliendolo dalla competenza dell’ufficio Legale Telecom di Roma.
Tavaroli e Cipriani per conto Telecom iniziarono una fitta sequela di intercettazioni illegali, pedinamenti, indagini bancarie su personaggi pubblici, della politica, dello sport, dello spettacolo, eccetera: un vero e proprio mega archivio illegalmente creato e conservato. Per capirci gli scandali Marrazzo, Lazio gate (Mussolini) e altro proveniva tutto da lì…
Ecco un altro brano tratto da JU29ro:
Dai giornali si apprende dell'esistenza di dossier su Corrado Passera (Banca Intesa), Cesare Geronzi (Capitalia e, ora, Mediobanca) e le sue figlie (una giornalista Mediaset, l’altra dirigente Figc), Franco Carraro (Presidente Figc e Medio Credito Centrale), Lorenzo Cesa (segretario UDC), Aldo Brancher (personaggio di spicco del partito “Forza Italia”), Roberto Calderoli (Lega Nord), Vincenzo Pozzi (Presidente ANAS). Oltre agli uomini di potere (l'elenco di cui sopra è parziale), gli spioni hanno esteso il “dossieraggio” anche a "voci" ritenute scomode, quali quelle del comico Beppe Grillo e dei giornalisti Marco Travaglio e Davide Giacalone. Ma la cosa forse più strabiliante è il ritrovamento di fascicoli riguardanti calciatori (Bobo Vieri, Adrian Mutu e Vladimir Jugovic), arbitri (Massimo De Santis) e dirigenti, sempre del mondo del calcio, quali Luciano Moggi e il ds del Messina, Mariano Fabiani”.
In tutto questo sporco gioco ci finisce quindi anche la Juve. Su espressa richiesta dell’Inter anche la Juve e i suoi dirigenti vengono messi sotto controllo.
Piccolo salto ai giorni nostri: avete per caso sentito in questi giorni di come stia proseguendo il processo Telecom? Ieri, 26 settembre 2012 ha deposto Cipriani e qualche settimana fa aveva fatto lo stesso Tavaroli ed entrambi hanno ribadito quanto appena scritto.
Nessuno (tranne gli accaniti juventini) lo sa, perché i favolosi media italiani non ne hanno parlato e non ne parlano.
Questo gruppo di potere è ancora così forte da gestire l’informazione e non solo, eppure si tratta di cose di importanza inaudita.
A tutto ciò accostiamo l’evoluzione di Farsopoli: un gruppo scelto di Carabinieri guidati dal maggiore Auricchio porta avanti le indagini che il Tribunale di Napoli sul finire dell’anno passato considererà lacunose, parziali e da verificare. Tradotto: degli uomini “fidati” hanno gestito le indagini nel tentativo di affondare la Juve, nonostante non esistessero telefonate compromettenti. Delle decine e decine di migliaia a disposizione ne trovano solo 21 “degne di nota” (tutte della Juve), le ritagliano come a scuola e fanno partire la gran giostra.
Ma non voglio entrare nei particolari. Resta il fatto che altre migliaia di intercettazioni riguardanti altre squadre vengono insabbiate.
La Procura di Napoli con Narducci e Beatrice in testa partono a testa bassa e comincia il processo a Moggi e alla Juve.
Nel frattempo saltano fuori le intercettazioni nascoste e a suon di migliaia di euro Moggi le acquista e le fa sbobinare.
Ma chi le ha insabbiate? Ancora non si sa e forse non si saprà mai e in quelle intercettazioni ci sono davvero cose gravi, ma commesse soprattutto da Inter e Milan.
La Juve presenta un esposto alla FIGC affinché prenda coscienza di quanto emerso. Il famigerato Palazzi (senza alcuna spiegazione e senza pagare alcuna sanzione) tiene per 18 mesi tale esposto nel cassetto e quando lo tira fuori redige una relazione nella quale ammette che sono emersi illeciti gravissimi da parte dell’Inter, meritevoli di radiazione (infrazione dell’ex art.6 del CGS) ma che non si può procedere per intervenuta prescrizione. Aveva tenuto l’esposto nel cassetto per diciotto mesi! Nessuno ha pensato bene di chiedere spiegazioni.
Ma torniamo a Telecom, perché il responsabile della Security Telecom si chiamava Adamo Bove. Leggiamo qualche riga dal Blog di Beppe Grillo:
E così Adamo Bove, 43 anni, il responsabile del sistema Radar di Telecom Italia, si è buttato, o lo hanno buttato, o lo hanno costretto a buttarsi da un ponte a Napoli. Un volo di 40 metri che non poteva lasciare scampo.
Il sistema Radar è al centro di un'inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla rivelazione di notizie riservate da parte della Procura di Milano.
Adamo Bove, responsabile della security governance di Telecom, non era indagato. Bove ha collaborato con la procura di Milano per il rapimento dell'iman Abu Omar ed ha contribuito a mettere sotto controllo Mancini del Sismi ed il generale Pignero.
La prossima settimana era previsto un suo incontro con i pubblici ministeri milanesi sulle intercettazioni e le possibili schedature degli utenti Telecom.
Lo stesso garante della privacy ha evidenziato "la scarsa sicurezza dei dati sul traffico cellulare".
Da Telecom è stato allontanato alcune settimane fa Tavaroli, ex responsabile della sicurezza di Telecom e di Pirelli, indagato dalle procure di milano per associazione a delinquere finalizzata alla violazione del segreto istruttorio.
Si dice, ma nessuno può provaro, che esistano dei fascicoli di persone potenti ma ricattabili.
Si dice, ma nessuno può provarlo, che ci sia dentro mezza Italia che conta. Una metà intercettata, l'altra metà intercettratrice. Credo che sia opportuna, e subito, una commissione parlamentare d'inchiesta che verifichi i legami tra il Sismi e la Telecom , che acquisisca, se esistono, i fascicoli delle intercettazioni e che operi in totale trasparenza verso il Paese. Prodi, se ci sei, batti un colpo.
Per evitare qualunque dubbio, tengo comunque a precisare che sono in buona salute, non soffro di depressione e che il pensiero del suicidio non mi ha mai sfiorato”.
Ricapitoliamo: Servizi segreti, media compiacenti, Carabinieri mercenari, istituzioni sportive di parte, Procure da santa Inquisizione, “suicidi” e quanto altro.
Ci sarebbe da dire tanto altro e magari me la cavo consigliando a tutti di leggere il libro di Giorgio Meletti “Nel paese dei Moratti” di Chiarelettere per capire chi sono questi signori.
Gente che risparmia sulla sicurezza in Saras (dove si continua a morire) pur di avere lo squadrone con tanti campioni.
Approfondite sull’aggiotaggio sulle azioni SARAS dei Moratti, azioni salite alle stelle pompate da JP Morgan e messe in vendita (il 38% dell’intero pacchetto detenuto dai Moratti) a un prezzo scandalosamente alto. I fratelli incassano un miliardo e 710 milioni e dal giorno dopo (letteralmente dal giorno dopo!) le azioni iniziano a crollare (-12%), tornando in breve al loro reale valore.
Ma quanto ci sarebbe da dire ancora.
Indovinate cosa hanno in comune i vari magistrati/PM Narducci, Beatrice, Palamara, Caselli, Boccassini? E il “grande” Ingroia?
Tutti sono coinvolti, in un modo o nell’altro nella caccia alla Juve. Ma è tempo di terminare, ricordando una cosa fondamentale: a tutt’oggi non esiste sentenza che abbia condannato la Juve. La stessa sentenza della CAF (quella che ci mandò in B) riporta nero su bianco che non vi furono partite truccate, arbitri corrotti, sorteggi taroccati (ma bisognava dar seguito al “sentimento popolare”, giuro, lo ha dichiarato Sandulli). Nulla di tutto ciò, così come il primo grado a Napoli: Juve innocente e Moggi condannato per “Tentativo di reato” (aveva troppi contatti e un atteggiamento strafottente, sembra incredibile ma per questi motivi lo hanno condannato).
Insomma dietro Farsopoli c’è molto di più ella Juve, c’è il marcio di questo paese che ci ha portato a livelli infimi e che oggi stiamo pagando.
Chi ha chiuso gli occhi su Farsopoli (per superficialità o per partigianeria) ha chiuso gli occhi sulla Verità e sulla Giustizia e ha accettato l’Italia dei Moratti e dei Tronchetti Provera.
Chi ha accettato Farsopoli non può e non deve scandalizzarsi dei vari Lusi, Belsito, Fiorito, della Polverini che non si dimette, della gente che fa la fila di notte per il nuovo Iphone5, perché ne è responsabile.
Se di fronte a una ingiustizia ci voltiamo perché è toccata a un altro, magari a un rivale, non ci lamentiamo se tale comportamento poi diventa la prassi, la normalità.
Allora si preferì puntare il dito su un club all’avanguardia e che era l’unico a non aver usufruito del decreto “spalma debiti” col quale si aiutarono tutte le società a diluire i propri debiti astronomici (mentre un povero cristo se non paga si ritrova gli ufficiali giudiziari in casa), dovuti a incapacità, avidità, disonestà.
Una sola squadra non ne usufruì: la Juve.
Una sola squadra già allora aveva il progetto stadio pronto per partire.
Un solo club aveva la squadra più forte senza dover chiedere i soldi agli azionisti.
Perciò non chiedetemi di non rompere i maroni. Questa battaglia l’ho cominciata a combattere anni fa e per me non è ancora finita.
Finché non vedrò in galera certa gente continuerò a combattere, perché credo sia importante per la Juve e per il mio paese.
Come posso rimanere inerte sapendo che i giornali dicono solo ciò che gli conviene e che sono uno strumento formidabile per distruggere qualcuno?
Come posso vivere tranquillo sapendo che i Carabinieri sono corrotti?
Come posso essere tranquillo sapendo che molte Procure lavorano non alla ricerca della Verità ma su commissione?
Come posso accettare che chi ruba, chi “suicida”, chi intercetta illegalmente sia considerato un grande industriale/finanziere al quale prostrarsi?
Perciò non lamentiamoci di questa Italia, perché è esattamente come l’avete voluta.

Marco Milani (Grimoaldo)


lunedì 3 settembre 2012

L'etica dell'Inter



Ci siamo, con la sentenza da poco emessa dai giudici di Milano che condanna Inter e Telecom a risarcire i danni a Bobo Vieri per averlo pedinato, intercettato e spiato illegalmente, la vicenda Farsopoli si arricchisce di un tassello fondamentale.
Sì, questa sentenza è di primaria importanza, perché rappresenta le fondamenta, le basi di tutta la teoria difensiva degli juventini di questi ultimi sei anni.
Questa sentenza rappresenta la conferma, ennesima, di quale sia lo spessore etico e morale della squadra di Milano, dei suoi dirigenti, dei suoi boss.
Questa sentenza dimostra che quei signori hanno calpestato leggi, rispetto, lealtà, onestà, per raggiungere i loro scopi e grazie a una accozzaglia di complici sparsi tra caserme, procure e redazioni sono riusciti a raggiungere lo scopo, inventare uno scandalo che non esisteva e togliere di mezzo la Juve.
Questa sentenza è la degna risposta allo striscione mostrato ieri a San Siro col quale gli interisti osannavano l’altro antijuventino per eccellenza, Zeman, inneggiando a un calcio pulito.
Sì, è davvero la risposta migliore: sputtanati in pieno.
Domani Moratti si farà circondare dai suoi giornalisti all’uscita dei propri uffici e dirà che è tutta una montatura, che loro sono onesti, che la Juve ruba e che chiederanno qualche altro scudetto di cartone, tanto a Roma ha delle aderenze, ha degli amici.
Amici fidati, tanto da far sparire dalle indagini partite quali Inter-Chievo o Inter-Lecce, sulle quali ci sono ben più che sospetti.
Moratti che difende Facchetti perché era un brav’uomo e che però, se proprio si dovesse accertare che l’Inter pedinava e spiava, è a lui che vanno addossate tutte le colpe, perché lui agiva in proprio. Un signore…
La sentenza di Milano dimostra che lo spionaggio industriale c’era, quello spionaggio per contrastare il quale Moggi comprò le schede svizzere.
Verità? Balla? Ognuno può pensarla come vuole, ma ora è sentenziato che Inter e Telecom sono colpevoli. Lo spionaggio (anche industriale), esisteva.
Ve lo ricordate il pensiero di Enzo Biagi su Farsopoli?
"Una sentenza pazzesca, e non perché il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome. Una sentenza pazzesca perché punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?".
Questo disse.
Tutto ciò che andiamo gridando da sei anni trova conferma in questa sentenza.
Questa è l’Inter. Questo è Moratti.
Moratti vuol dire Guido Rossi. Guido Rossi vuol dire Tronchetti Provera, Telecom, La7, Narducci, Auricchio.
La sentenza di Milano è fondamentale perché col copia e incolla hanno seguito la stessa procedura di Vieri i vari Moggi, De Santis, Pairetto, Bergamo, eccetera.
Tutti furono spiati, pedinati, intercettati. Per De Santis fu ancora peggio.
Uno dopo l’altro arriverà il turno di tutti. Non ci sarà la Juve, ambigua come la sua proprietà.
Furono spiati tanto quanto Moggi, ma non hanno chiesto alcun risarcimento.
Elkann, Elkann…
Forse la sentenza servirà anche a fare luce sul “suicidio” di Adamo Bove, “suicidio” al quale la famiglia non ha mai creduto.
“Continuiamo così, faccamoci del male” diceva Nanni Moretti e anche noi continuiamo così, a farci male, con una Federazione (in tutte le sue componenti) a novanta gradi di fronte ai boss che comandano e che indirizzano il calcio e non solo.
L’Inter è pulita, lo diceva Moratti, lo ha detto Ingroia.
L’ennesima sentenza ha dimostrato il contrario. L’ennesima e loro ancora si ergono a vergini e con loro la Federazione. Arroganti e meschini.
Palazzi archiviò la questione intercettazioni interiste. Ora c’è una sentenza a dimostrare che erano vere, gravissime e illegali.
Palazzi archiviò.
Oggi con Scommessopoli ha deferito anche le mosche che ronzavano sui campi (non tutti, non tutti, solo quelli segnalati), anche in assenza di prove, per congetture, de relato, per sentito dire.
Allora archiviò.
Palazzi è così; “pò esse fero e pò esse piuma…” mica dipende dalla verità, dipende da chi ha di fronte.


Marco Milani (Grimoaldo)