In seguito al mio ennesimo post su
Facebook, argomento Farsopoli (come noi juventini chiamiamo Calciopoli), un
caro amico mi ha invitato a smetterla “perché
avevo rotto i maroni” (naturalmente in tono scherzoso).
Proprio questo invito mi ha spinto a
buttare giù questo pezzo nella speranza che chi mi leggerà, si renda conto una
volta per tutte che Farsopoli non è una baruffa tra tifosi, non è una questione
da bar dello sport e soprattutto non riguarda solo una sparuta minoranza di
italiani, quelli che tifano per la Juventus.
Farsopoli è stata ed è di una gravità
estrema, e riguarda questo ameno paese che risponde al nome di Italia.
Non scenderò nei dettagli processuali,
in quelli delle carte di Procure e Avvocati, o nei meandri delle decisioni della
giustizia sportiva, mi limiterò per grandi linee a spiegare il motivo che mi
spinge da oltre sei anni a dedicare molto del mio tempo alla lotta per
smascherare la grande truffa di Farsopoli nella speranza che chiunque decida di
approfondire e dedichi un po’ del suo tempo per comprendere chi e cosa c’è
dietro la invenzione di Calciopoli.
Cominciamo dalla dichiarazione che fece
Enzo Biagi all’indomani della lettura delle sentenze nel 2006:
“Una sentenza pazzesca, e non
perché il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perché costruita
sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in
un procedimento degno di tal nome. Una sentenza pazzesca perché punisce chi era
colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo
che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo:
cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito fuori in un
determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di
Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la
compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto
controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di
dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in
pasto al popolino?”.
Oggi, alla luce di ciò che è venuto
fuori, queste parole assumono una venatura profetica da mettere paura.
E Biagi era tutt’altro che tifoso della
Juve o del calcio in generale. Cosa aveva intravisto dall’alto della sua
sapienza?
Gli suonò stonato il processo da Santa
Inquisizione al quale fu sottoposta la Juve e un processo farsa non ha motivo
di esistere se dietro non c’è qualcuno a trarne profitto.
Non entrerò nel merito della sentenza
sportiva, mi limiterò a elencare gli eventi più “interessanti” di allora, che
molti non conoscono o che hanno… dimenticato.
La Federazione Calcio fu affidata in
qualità di Commissario Straordinario a tale Guido Rossi. Leggiamo un breve
brano tratto da Wikipedia:
“… Inoltre è stato, tra
la fine degli anni novanta e i primi anni del duemila, membro del consiglio di
amministrazione dell'Inter. Nel 2006 viene
nominato commissario straordinario della FIGC per
gestire la situazione di emergenza creatasi dopo lo scandalo di Calciopoli. Rimarrà in carica
per tre mesi, durante i quali la FIGC assegnerà
all'Inter, in qualità di prima squadra classificata dopo Juventus e Milan, entrambe
penalizzate, lo scudetto numero quattordici della sua storia. Il 15 settembre 2006, dopo le
dimissioni di Marco Tronchetti Provera, viene nominato
nuovamente presidente di Telecom Italia, incarico che lascerà il 6 aprile 2007 …”
Dirigente Inter, lascia la squadra di
Moratti, esegue il compitino da Commissario Straordinario in FIGC (come sopra
descritto), ne esce ed entra in Telecom.
Che c’entra la Telecom? Si chiederanno i
meno informati. Cavolo se c’entra, è il fulcro di tutta la questione!
La Telecom è in mano a Tronchetti
Provera, facente parte del CdA dell’Inter e grande amico del presidentissimo
Moratti.
Ricordate uno degli ultimi passaggi
della dichiarazione di Biagi? Ricordate gli accenni a Vodafone e alla truffa
organizzata da Telecom?
Ci siamo.
Telecom creò una organizzazione interna
di security a livello mondiale, i cui tentacoli giunsero a far danni persino in
Brasile, una organizzazione interna di spionaggio affidata a Giuliano Tavaroli.
Chi è costui? Ecco qualche riga tratta dal sito “JU29ro”:
“Il 4
Maggio del 2005 entra infatti in scena il “re delle intercettazioni” Giuliano Tavaroli, ex Carabiniere e
capo della security di Telecom Italia. Insieme a lui viene coinvolto anche il
suo amico Emanuele Cipriani, massone
dichiarato e imprenditore nel settore delle investigazioni private e della
security aziendale. Le indagini si infittiscono e vengono perquisiti gli uffici
e le abitazioni private dei due, con l’accusa di Associazione a delinquere
finalizzata alla violazione del segreto istruttorio.
L’inchiesta, che inizialmente sembrava un affare di secondo piano, comincia ad assumere scottanti ed imprevisti risvolti. Questo soprattutto grazie alla figura di Tavaroli, elemento cardine nell’universo Telecom, ma non solo. L’ex Brigadiere dell’antiterrorismo di Milano, infatti, oltre a dirigere la security di Telecom Italia, ricopre un altro, importantissimo, ruolo: responsabile del Centro Nazionale Autorità Giudiziaria (CNAG), ovvero dell’ente che gestisce tutte le intercettazioni richieste dalla Magistratura. A questo proposito, è assai importante ricordare che fu proprio il Tavaroli a spingere affinché questo delicatissimo incarico gli fosse affidato in prima persona, togliendolo dalla competenza dell’ufficio Legale Telecom di Roma.”
L’inchiesta, che inizialmente sembrava un affare di secondo piano, comincia ad assumere scottanti ed imprevisti risvolti. Questo soprattutto grazie alla figura di Tavaroli, elemento cardine nell’universo Telecom, ma non solo. L’ex Brigadiere dell’antiterrorismo di Milano, infatti, oltre a dirigere la security di Telecom Italia, ricopre un altro, importantissimo, ruolo: responsabile del Centro Nazionale Autorità Giudiziaria (CNAG), ovvero dell’ente che gestisce tutte le intercettazioni richieste dalla Magistratura. A questo proposito, è assai importante ricordare che fu proprio il Tavaroli a spingere affinché questo delicatissimo incarico gli fosse affidato in prima persona, togliendolo dalla competenza dell’ufficio Legale Telecom di Roma.”
Tavaroli e Cipriani per conto Telecom
iniziarono una fitta sequela di intercettazioni illegali, pedinamenti, indagini
bancarie su personaggi pubblici, della politica, dello sport, dello spettacolo,
eccetera: un vero e proprio mega archivio illegalmente creato e conservato. Per
capirci gli scandali Marrazzo, Lazio gate (Mussolini) e altro proveniva tutto
da lì…
Ecco un altro brano tratto da JU29ro:
“Dai
giornali si apprende dell'esistenza di dossier su Corrado Passera
(Banca Intesa), Cesare Geronzi (Capitalia e, ora, Mediobanca) e le sue figlie
(una giornalista Mediaset, l’altra dirigente Figc), Franco Carraro (Presidente
Figc e Medio Credito Centrale), Lorenzo Cesa (segretario UDC), Aldo Brancher
(personaggio di spicco del partito “Forza Italia”), Roberto Calderoli (Lega
Nord), Vincenzo Pozzi (Presidente ANAS). Oltre agli uomini di potere (l'elenco
di cui sopra è parziale), gli spioni hanno esteso il “dossieraggio” anche a
"voci" ritenute scomode, quali quelle del comico Beppe Grillo e dei
giornalisti Marco Travaglio e Davide Giacalone. Ma la cosa forse più
strabiliante è il ritrovamento di fascicoli riguardanti calciatori (Bobo Vieri, Adrian Mutu e Vladimir
Jugovic), arbitri (Massimo De Santis) e dirigenti, sempre del mondo
del calcio, quali Luciano Moggi e il ds del Messina, Mariano Fabiani”.
In tutto questo sporco gioco ci finisce quindi
anche la Juve. Su espressa richiesta dell’Inter anche la Juve e i suoi
dirigenti vengono messi sotto controllo.
Piccolo salto ai giorni nostri: avete
per caso sentito in questi giorni di come stia proseguendo il processo Telecom?
Ieri, 26 settembre 2012 ha deposto Cipriani e qualche settimana fa aveva fatto
lo stesso Tavaroli ed entrambi hanno ribadito quanto appena scritto.
Nessuno (tranne gli accaniti juventini)
lo sa, perché i favolosi media italiani non ne hanno parlato e non ne parlano.
Questo gruppo di potere è ancora così
forte da gestire l’informazione e non solo, eppure si tratta di cose di
importanza inaudita.
A tutto ciò accostiamo l’evoluzione di
Farsopoli: un gruppo scelto di Carabinieri guidati dal maggiore Auricchio porta
avanti le indagini che il Tribunale di Napoli sul finire dell’anno passato considererà
lacunose, parziali e da verificare. Tradotto: degli uomini “fidati” hanno gestito
le indagini nel tentativo di affondare la Juve, nonostante non esistessero
telefonate compromettenti. Delle decine e decine di migliaia a disposizione ne
trovano solo 21 “degne di nota” (tutte della Juve), le ritagliano come a scuola
e fanno partire la gran giostra.
Ma non voglio entrare nei particolari.
Resta il fatto che altre migliaia di intercettazioni riguardanti altre squadre
vengono insabbiate.
La Procura di Napoli con Narducci e
Beatrice in testa partono a testa bassa e comincia il processo a Moggi e alla
Juve.
Nel frattempo saltano fuori le
intercettazioni nascoste e a suon di migliaia di euro Moggi le acquista e le fa
sbobinare.
Ma chi le ha insabbiate? Ancora non si
sa e forse non si saprà mai e in quelle intercettazioni ci sono davvero cose
gravi, ma commesse soprattutto da Inter e Milan.
La Juve presenta un esposto alla FIGC
affinché prenda coscienza di quanto emerso. Il famigerato Palazzi (senza alcuna
spiegazione e senza pagare alcuna sanzione) tiene per 18 mesi tale esposto nel
cassetto e quando lo tira fuori redige una relazione nella quale ammette che
sono emersi illeciti gravissimi da parte dell’Inter, meritevoli di radiazione
(infrazione dell’ex art.6 del CGS) ma che non si può procedere per intervenuta
prescrizione. Aveva tenuto l’esposto nel cassetto per diciotto mesi! Nessuno ha
pensato bene di chiedere spiegazioni.
Ma torniamo a Telecom, perché il
responsabile della Security Telecom si chiamava Adamo Bove. Leggiamo qualche
riga dal Blog di Beppe Grillo:
“E così Adamo
Bove, 43 anni, il responsabile del sistema Radar di Telecom Italia, si è buttato, o lo hanno buttato, o lo hanno costretto
a buttarsi da un ponte a Napoli. Un volo di 40 metri che non poteva lasciare
scampo.
Il sistema Radar
è al centro di un'inchiesta per associazione a delinquere finalizzata
alla rivelazione di notizie riservate da parte della Procura di Milano.
Adamo Bove, responsabile
della security governance di Telecom, non
era indagato. Bove ha collaborato con la procura di Milano per il
rapimento dell'iman Abu Omar ed ha contribuito a mettere sotto controllo
Mancini del Sismi ed il generale Pignero.
La prossima settimana era previsto un suo incontro con i pubblici ministeri milanesi
sulle intercettazioni e le possibili schedature degli utenti Telecom.
Lo stesso garante della privacy ha evidenziato "la scarsa sicurezza dei dati sul traffico cellulare".
Da Telecom è stato allontanato alcune settimane fa Tavaroli, ex responsabile della sicurezza di Telecom e di Pirelli, indagato dalle procure di milano per associazione a delinquere finalizzata alla violazione del segreto istruttorio.
Lo stesso garante della privacy ha evidenziato "la scarsa sicurezza dei dati sul traffico cellulare".
Da Telecom è stato allontanato alcune settimane fa Tavaroli, ex responsabile della sicurezza di Telecom e di Pirelli, indagato dalle procure di milano per associazione a delinquere finalizzata alla violazione del segreto istruttorio.
Si dice, ma nessuno può
provaro, che esistano dei fascicoli
di persone potenti ma
ricattabili.
Si dice, ma nessuno può provarlo, che ci sia dentro mezza Italia che conta. Una metà intercettata, l'altra metà intercettratrice. Credo che sia opportuna, e subito, una commissione parlamentare d'inchiesta che verifichi i legami tra il Sismi e la Telecom , che acquisisca, se esistono, i fascicoli delle intercettazioni e che operi in totale trasparenza verso il Paese. Prodi, se ci sei, batti un colpo.
Si dice, ma nessuno può provarlo, che ci sia dentro mezza Italia che conta. Una metà intercettata, l'altra metà intercettratrice. Credo che sia opportuna, e subito, una commissione parlamentare d'inchiesta che verifichi i legami tra il Sismi e la Telecom , che acquisisca, se esistono, i fascicoli delle intercettazioni e che operi in totale trasparenza verso il Paese. Prodi, se ci sei, batti un colpo.
Per evitare qualunque
dubbio, tengo comunque a precisare che sono in buona salute, non soffro di
depressione e che il pensiero del suicidio non mi ha mai sfiorato”.
Ricapitoliamo: Servizi segreti, media
compiacenti, Carabinieri mercenari, istituzioni sportive di parte, Procure da
santa Inquisizione, “suicidi” e quanto altro.
Ci sarebbe da dire tanto altro e magari
me la cavo consigliando a tutti di leggere il libro di Giorgio Meletti “Nel paese dei Moratti” di Chiarelettere per capire
chi sono questi signori.
Gente che risparmia sulla sicurezza in
Saras (dove si continua a morire) pur di avere lo squadrone con tanti campioni.
Approfondite sull’aggiotaggio sulle
azioni SARAS dei Moratti, azioni salite alle stelle pompate da JP Morgan e
messe in vendita (il 38% dell’intero pacchetto detenuto dai Moratti) a un
prezzo scandalosamente alto. I fratelli incassano un miliardo e 710 milioni e
dal giorno dopo (letteralmente dal giorno dopo!) le azioni iniziano a crollare
(-12%), tornando in breve al loro reale valore.
Ma quanto ci sarebbe da dire ancora.
Indovinate cosa hanno in comune i vari
magistrati/PM Narducci, Beatrice, Palamara, Caselli, Boccassini? E il “grande”
Ingroia?
Tutti sono coinvolti, in un modo o nell’altro
nella caccia alla Juve. Ma è tempo di terminare, ricordando una cosa
fondamentale: a tutt’oggi non esiste sentenza che abbia condannato la Juve. La
stessa sentenza della CAF (quella che ci mandò in B) riporta nero su bianco che
non vi furono partite truccate, arbitri corrotti, sorteggi taroccati (ma
bisognava dar seguito al “sentimento popolare”, giuro, lo ha dichiarato
Sandulli). Nulla di tutto ciò, così come il primo grado a Napoli: Juve
innocente e Moggi condannato per “Tentativo di reato” (aveva troppi contatti e
un atteggiamento strafottente, sembra incredibile ma per questi motivi lo hanno
condannato).
Insomma dietro Farsopoli c’è molto di
più ella Juve, c’è il marcio di questo paese che ci ha portato a livelli infimi
e che oggi stiamo pagando.
Chi ha chiuso gli occhi su Farsopoli
(per superficialità o per partigianeria) ha chiuso gli occhi sulla Verità e
sulla Giustizia e ha accettato l’Italia dei Moratti e dei Tronchetti Provera.
Chi ha accettato Farsopoli non può e non
deve scandalizzarsi dei vari Lusi, Belsito, Fiorito, della Polverini che non si
dimette, della gente che fa la fila di notte per il nuovo Iphone5, perché ne è
responsabile.
Se di fronte a una ingiustizia ci
voltiamo perché è toccata a un altro, magari a un rivale, non ci lamentiamo se
tale comportamento poi diventa la prassi, la normalità.
Allora si preferì puntare il dito su un
club all’avanguardia e che era l’unico a non aver usufruito del decreto “spalma
debiti” col quale si aiutarono tutte le società a diluire i propri debiti
astronomici (mentre un povero cristo se non paga si ritrova gli ufficiali
giudiziari in casa), dovuti a incapacità, avidità, disonestà.
Una sola squadra non ne usufruì: la
Juve.
Una sola squadra già allora aveva il progetto
stadio pronto per partire.
Un solo club aveva la squadra più forte
senza dover chiedere i soldi agli azionisti.
Perciò non chiedetemi di non rompere i
maroni. Questa battaglia l’ho cominciata a combattere anni fa e per me non è
ancora finita.
Finché non vedrò in galera certa gente
continuerò a combattere, perché credo sia importante per la Juve e per il mio
paese.
Come posso rimanere inerte sapendo che i
giornali dicono solo ciò che gli conviene e che sono uno strumento formidabile
per distruggere qualcuno?
Come posso vivere tranquillo sapendo che
i Carabinieri sono corrotti?
Come posso essere tranquillo sapendo che
molte Procure lavorano non alla ricerca della Verità ma su commissione?
Come posso accettare che chi ruba, chi “suicida”,
chi intercetta illegalmente sia considerato un grande industriale/finanziere al
quale prostrarsi?
Perciò non lamentiamoci di questa
Italia, perché è esattamente come l’avete voluta.
Marco Milani (Grimoaldo)
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