FARSOPOLI

La più grande truffa sportiva e giudiziaria del secolo! Un gruppo di potere senza scrupoli, con l'aiuto di vari personaggi dei CC, della magistratura, dei media, hanno messo in piedi Calciopoli, sbarazzandosi della squadra e della società più forti di sempre. La verità però, piaccia o non piaccia (cit.), è venuta a galla...

domenica 25 marzo 2012

domenica 18 marzo 2012

LA PARRUCCA



La parrucca.

Nella storia dell’uomo non di rado ci si è imbattuti nell’utilizzo della parrucca o parrucchino che dir si voglia.
Una certa curiosità circa tale argomento è scaturita in queste ultime ore in seguito alle goliardiche invettive della tifoseria fiorentina rivolte all’allenatore della Juventus Antonio Conte.
Fermo restando che nel caso in questione trattasi di trapianto, ho voluto approfondire l’argomento, cioè ho voluto saperne di più circa gli utilizzi e gli scopi che tale espediente ha avuto nei secoli.
Si narra che la parrucca venisse indossata da grandi condottieri per camuffarsi e poter meglio tastare il polso delle proprie truppe mercenarie e/o alleate.
Sempre nella antichità si ricorreva alla parrucca per motivi di igiene, dal momento che si preferiva rasarsi a zero per evitare i pidocchi.
Nel 1600, tra Inghilterra e Francia, si iniziò a utilizzare tale espediente anche per motivi estetici e ben presto la parrucca divenne uno status symbol  allorché nobiltà e alta borghesia vi ricorrevano per distinguersi dalla plebe.
Segno di distinzione quindi, come gli uomini di legge di provenienza anglosassone.
Il carattere estetico tornò in auge nel secolo scorso, quando negli anni ’70 molte donne ricorrevano alla parrucca per poter esibire un “look” diverso dal solito.
Abbiamo quindi visto una serie di utilizzi della parrucca, dalla antichità a oggi.
Per la partita Fiorentina-Juventus  vi è stato un ricorso massiccio a tale ammennicolo.
Tutti sappiamo come è andata a finire.
Ai fiorentini consigliamo pertanto un nuovo utilizzo delle parrucche ostentate sabato sera.
Sugli effetti e le conseguenze di questo nuovo uso ne sapremo di più nei prossimi giorni (se mai ce lo faranno sapere...), nel frattempo non possiamo che prendere atto che tutte quelle parrucche, dopo le cinque pappine, non possono far altro che metteresele…. indovinate dove?

Grimoaldo



giovedì 15 marzo 2012

Gianfelice Facchetti, dove sei?



Signor Gianfelice Facchetti, ha dato una occhiata alla memoria difensiva presentata dagli avvocati dell'inter in relazione alla richiesta di risarcimento danni inoltrata dall'ex arbitro De Santis?


Ha letto cosa hanno scritto Luisa Beretta e Silvia Trupiano, i due avvocati dell'inter, la nobilissima squadra guidata dall'altrettanto nobilissimo moratti?


In risposta ai circa 21 milioni di euro richiesti da De Sanctis dicono che l'inter non c'entra niente (in barba alla sentenza Telecom che ha detto esattamente il contrario).


Poi hanno aggiunto che comunque anche se così fosse tutto sarebbe PRESCRITTO.


Poi hanno aggiunto che comunque se non dovesse essere riconosciuta la prescrizione la colpa non è dell'inter, ma di Facchetti Giacinto, allora vice presidente della medesima società calcistica, dotato esclusivamente di deleghe ad operare in ambito calcistico e non altro.


Grande Moratti, stavolta ha superato se stesso!


Gianfelice, capito adesso chi era veramente il barbone?


Grimoaldo (MM)





domenica 11 marzo 2012

Al ladro, al ladro!




Mancano poche ore alla partita col Genoa.
Ho deciso di scrivere queste quattro righe proprio ora perché la partita in questione sarà decisiva, a mio avviso, per il proseguo della stagione.
Ancora una volta però, l’aspetto tecnico-tattico mi interessa relativamente. Per quanto mi riguarda non leggo nemmeno la formazione che scende in campo perché tanto, una volta sul manto erboso, gli undici bianconeri perdono ogni tratto somatico e anagrafico, diventano “la Juve” e tutto il resto conta niente.
Mi piacerebbe che fosse così per tutti, sempre; mi riferisco ai fischi uditi nell’ultima partita col Chievo. Stiamo lottando al vertice, dopo anni, partendo da basi a dir poco fragili, con una rosa buonina ma nulla di più e un allenatore nuovo e a dire di molti poco esperto.
Al momento quello che si può dire è che stiamo lottando per lo scudetto, che abbiamo espresso il miglior calcio della seria A e che abbiamo tutti contro, come ai bei vecchi tempi.
La conclusione che va tratta è solo una: se proprio avete l’irrefrenabile pulsione di dover fischiare, fatelo sotto la doccia, non allo stadio.
Finché si ha un alito di vita bisogna lottare e non tagliarsi gli attributi alla ventisettesima giornata (mandando tutto a puttane).
Dal punto di vista tecnico-tattico abbiamo fatto miracoli e sui miracoli non si sputa, ma li si accetta facendone tesoro, quello sul quale si deve invece migliorare e molto è l’atteggiamento esterno, di P.R., di presenza laddove conta.
Più di una volta e proprio su questo sito è stata riaffermata la necessità di assumere maggior importanza politica e oggigiorno questo si può fare solo entrando nei giornali, nelle Tv, nella federazione.
Facciamo parte e competiamo in un mondo (quello del calcio) marcio, totalmente avverso alla Juve, perché da che mondo è mondo o sei juventino o sei anti.
E nell’Italia dei Comuni e del campanile non è poco.
Al momento, dopo essere stati umiliati con Farsopoli e dopo aver assistito allo smontaggio pezzo per pezzo delle accuse senza che ciò assumesse la benché minima importanza (se non per gli juventini), siamo nella cosiddetta “terra di nessuno”.
Ci sono rimasti il nome, il blasone e l’aura di squadrone ma della potenza mediatica e politica di allora nemmeno l’ombra.
In un calcio comandato dai Galliani, Moratti, Petrucci, Abete, Palombo, Monti eccetera se sei onesto, competente e bravo non te ne fai niente.
Serve ben altro.
Quindi: il progetto tecnico-tattico sta procedendo al meglio, l’anno prossimo ci saranno più soldi, le coppe, giocatori migliori; volgiamo fare lo stesso come potere politico semplicemente per assicurarci il futuro?
La rabbia e la frustrazione vissute in questi giorni, mettiamocelo in testa, saranno pane quotidiano se non ci si adegua i tempi.
Senza sviste arbitrali avremmo dovuto avere almeno sei punti più del Milan, eppure è bastato il gol-non gol di Muntari per gettare un’ombra sul campionato.
Ogni partita in qualunque studio televisivo si avverte palpabile una atmosfera particolare quando gioca la Juve. Si è sempre in attesa che succeda qualcosa e dato che inevitabilmente succede qualcosa (qualcuno di quei soloni ci ha mai giocato davvero a calcio?), ogni domenica ci sono ammiccamenti, frasi buttate lì, occhiolini che come un morbo velenoso passano lo schermo e arrivano a milioni di buoi che non aspettano altro se non di avere una legittimazione “autorevole” alle loro frustrazioni.
E il gioco è fatto.
Caro Presidente, ne ha tutte le capacità e le potenzialità: non pensi solo al mercato e a quale top player acquistare l’anno prossimo ma cerchi di tutelare in ogni sede i nostri colori, altrimenti oggi come in futuro, più ci daranno addosso e più urleranno “al ladro al ladro”.

Marco Milani (Grimoaldo)