Ci
siamo, con la sentenza da poco emessa dai giudici di Milano che condanna Inter
e Telecom a risarcire i danni a Bobo Vieri per averlo pedinato, intercettato e
spiato illegalmente, la vicenda Farsopoli si arricchisce di un tassello
fondamentale.
Sì,
questa sentenza è di primaria importanza, perché rappresenta le fondamenta, le
basi di tutta la teoria difensiva degli juventini di questi ultimi sei anni.
Questa
sentenza rappresenta la conferma, ennesima, di quale sia lo spessore etico e
morale della squadra di Milano, dei suoi dirigenti, dei suoi boss.
Questa
sentenza dimostra che quei signori hanno calpestato leggi, rispetto, lealtà,
onestà, per raggiungere i loro scopi e grazie a una accozzaglia di complici
sparsi tra caserme, procure e redazioni sono riusciti a raggiungere lo scopo,
inventare uno scandalo che non esisteva e togliere di mezzo la Juve.
Questa
sentenza è la degna risposta allo striscione mostrato ieri a San Siro col quale
gli interisti osannavano l’altro antijuventino per eccellenza, Zeman,
inneggiando a un calcio pulito.
Sì,
è davvero la risposta migliore: sputtanati in pieno.
Domani
Moratti si farà circondare dai suoi giornalisti all’uscita dei propri uffici e
dirà che è tutta una montatura, che loro sono onesti, che la Juve ruba e che
chiederanno qualche altro scudetto di cartone, tanto a Roma ha delle aderenze,
ha degli amici.
Amici
fidati, tanto da far sparire dalle indagini partite quali Inter-Chievo o
Inter-Lecce, sulle quali ci sono ben più che sospetti.
Moratti
che difende Facchetti perché era un brav’uomo e che però, se proprio si dovesse
accertare che l’Inter pedinava e spiava, è a lui che vanno addossate tutte le
colpe, perché lui agiva in proprio. Un signore…
La
sentenza di Milano dimostra che lo spionaggio industriale c’era, quello
spionaggio per contrastare il quale Moggi comprò le schede svizzere.
Verità?
Balla? Ognuno può pensarla come vuole, ma ora è sentenziato che Inter e Telecom
sono colpevoli. Lo spionaggio (anche industriale), esisteva.
Ve
lo ricordate il pensiero di Enzo Biagi su Farsopoli?
"Una sentenza pazzesca, e
non perché il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perché
costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non
proponibili in un procedimento degno di tal nome. Una sentenza pazzesca perché
punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito
da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave
moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito
fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la
lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma
non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver
messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo
di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare
in pasto al popolino?".
Questo
disse.
Tutto
ciò che andiamo gridando da sei anni trova conferma in questa sentenza.
Questa
è l’Inter. Questo è Moratti.
Moratti
vuol dire Guido Rossi. Guido Rossi vuol dire Tronchetti Provera, Telecom, La7,
Narducci, Auricchio.
La
sentenza di Milano è fondamentale perché col copia e incolla hanno seguito la
stessa procedura di Vieri i vari Moggi, De Santis, Pairetto, Bergamo, eccetera.
Tutti
furono spiati, pedinati, intercettati. Per De Santis fu ancora peggio.
Uno
dopo l’altro arriverà il turno di tutti. Non ci sarà la Juve, ambigua come la
sua proprietà.
Furono
spiati tanto quanto Moggi, ma non hanno chiesto alcun risarcimento.
Elkann,
Elkann…
Forse
la sentenza servirà anche a fare luce sul “suicidio” di Adamo Bove, “suicidio” al
quale la famiglia non ha mai creduto.
“Continuiamo
così, faccamoci del male” diceva Nanni Moretti e anche noi continuiamo così, a
farci male, con una Federazione (in tutte le sue componenti) a novanta gradi di
fronte ai boss che comandano e che indirizzano il calcio e non solo.
L’Inter
è pulita, lo diceva Moratti, lo ha detto Ingroia.
L’ennesima
sentenza ha dimostrato il contrario. L’ennesima e loro ancora si ergono a
vergini e con loro la Federazione. Arroganti e meschini.
Palazzi
archiviò la questione intercettazioni interiste. Ora c’è una sentenza a
dimostrare che erano vere, gravissime e illegali.
Palazzi
archiviò.
Oggi
con Scommessopoli ha deferito anche le mosche che ronzavano sui campi (non
tutti, non tutti, solo quelli segnalati), anche in assenza di prove, per
congetture, de relato, per sentito
dire.
Allora
archiviò.
Palazzi
è così; “pò esse fero e pò esse piuma…”
mica dipende dalla verità, dipende da chi ha di fronte.
Marco
Milani (Grimoaldo)
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