Ma di cosa altro c’è bisogno?
Perché si ponga rimedio a questa
gestione ignobile dello sport italiano, c’è davvero bisogno d’altro?
Ancora una volta, inevitabilmente,
inesorabilmente tutto torna. Ogni minimo tassello di questa sporca faccenda va
al suo posto e si incastra alla perfezione.
Dopo l’astrusa condanna a Conte a dieci
mesi c’è stata l’esternazione del già conosciutissimo Sandulli e molti sono
rimasti di stucco.
Ma oramai dovremmo conoscerli bene
questi signori e il loro modo di agire.
Sandulli è uno dei cavalcatori del
“sentimento popolare” del 2006, allorché pur riconoscendo l’inesistenza di
frodi, condannò Moggi e la Juve perché quello era il volere del popolo.
E ci sorprendiamo oggi che ripeta la
stessa manovra? Sandulli sa che tre quarti d’Italia sono antijuventini e sa che
il 90% di questi se ne fotte della giustizia e che gode nel vedere la squadra
di Torino affossata con la truffa o con qualunque altro mezzo. Cosa fa allora?
Urla a urbi et orbi che la Juve, ancora una volta, è stata favorita, è stata
aiutata, perché Conte doveva beccarsi un illecito e non la semplice omessa
denuncia. Ricordate tutti, ha praticamente ammonito, la Juve ha rubato anche
stavolta.
E pensate che quelle frotte di
trogloditi e di sottosviluppati che in gran parte formano il “sentimento
popolare” sapranno autonomamente discernere il grano dal loglio?
Io ne ho già sentiti parecchi sposare la
tesi di Sandulli…
Non basta. A Sandulli (viva Dio!)
qualcuno ha fatto notare l’inopportunità del suo intervento (infrazione del comma
2, art.38 del titolo III del CGS) e si è corsi ai ripari.
Le motivazioni della condanna di Conte
sono uscite a tempo di record, solo le sue.
Perché mai? Perché così la Juve può
chiedere la sospensiva per poter schierare Conte in panchina in attesa del giudizio
del TNAS.
Sai quanto saranno contente le
avversarie della Juve? Sai le polemiche per il fatto che solo le motivazioni di
Conte sono uscite?
Poi magari la tireranno per le lunghe e Conte
riuscirà a “guadagnare” qualche settimana, ma intanto il messaggio che sarà
passato sarà il solito.
Sempre le stesse strategie, gli stessi
meccanismi messi in atto con Farsopoli, perfezionati e ora usati per Scommessopoli.
E le dichiarazioni di Petrucci? Ha
gridato allo scandalo laddove ci si accanisce con Palazzi anziché con chi ha
commesso illeciti e così fa di tutta l’erba un fascio (includendo anche Conte
nel gruppone, ma di certo lui non intendeva ciò… vero?).
Questo dinosauro della politica esige
rispetto per la giustizia sportiva e si dimentica che a Napoli, qualche mese
fa, la Giustizia ordinaria ha sancito ufficialmente lo sbaglio commesso nel
2006, quando fu punita la Juventus.
Ci sono 444 milioni di richiesta di
risarcimento in ballo…
Con quale faccia chiede rispetto per la
giustizia sportiva?
I nomi e i volti sono sempre gli stessi,
da anni. E da anni il sistema col quale agisce la santa inquisizione federale è
lo stesso.
Nel 2006 hanno tirato su un baraccone di
accuse costruito sul nulla e piano piano, anno dopo anno tutto è venuto giù.
Lo sapevano e si cautelarono con un
“paracadute”, le SIM svizzere.
Cosa intendo? Lo sappiamo tutti, basta
leggere la sentenza di Napoli: campionati regolari, tutto regolare, tutto,
nessuna prova, nessuna.
E allora? Allora ci sono le SIM
svizzere, che non sono intercettabili. Cosa? Ah, è comprovato che lo sono?
Vabbè, ma noi non le abbiamo intercettate e ci risulta che Moggi le abbia usate
con gli altri indagati. Cosa? Farvi vedere i tabulati? No, nessuna
intercettazione e nessun tabulato, il buon Di Laroni compilò tutto a mano.
Non avevano nulla in mano, ma le SIM
esistevano. Bastò questo per creare una prova determinante, un fattore
astratto, un qualcosa impossibile da sconfiggere.
Ora hanno fatto lo stesso: Conte non
poteva non sapere.
Come puoi confutare un qualcosa di
intangibile, improvabile e quindi incontestabile, etereo come questa cosa, dal
momento che è chi ti giudica che la pone come pregiudiziale?
L’assurda accusa relativa a Novara-Siena
rischiava di essere talmente inopinata da far saltare il banco e così la FIGC
(perché è inutile suddividerli per categorie, gradi, compiti e/o incarichi, da Petrucci a
Sandulli, passando per Palazzi sono sempre loro, uguali, una cosa unica, con un
unico intento) ha deciso all’ultimo momento di far cadere l’accusa. Perché?
Perché avevano il paracadute, anche stavolta, e si tratta di Albinoleffe-Siena,
con la storia del “non poteva non sapere”.
Vaglielo a dimostrare che poteva non
sapere. Come lo dimostri? Ancora una volta ce l’hanno fatta, essendo loro che
giudicano e decidono; sono disposti anche a passare sopra allo stesso
Mastronunzio che li sputtana.
Sono arroganti al punto da decidere che
Mastronunzio non giocò perché punito da Conte, anche se lo stesso Mastronunzio
gli dice che non è vero. Anche se le statistiche dimostrano che veniva
utilizzato sempre meno. Anche se i documenti dimostrano che era infortunato.
La FIGC può. E se qualcuno prova a
sollevare qualche dubbio sapete come risponde Abete? Da Palazzi ad Artico, da
Mastrandrea a tutti gli altri Abete chiederà la loro riconferma.
Sarebbe un peccato rovinare un
meccanismo ormai così ben oliato, così ben funzionante e così produttivo.
Tutto ciò non è una dichiarazione di
guerra alla Juve. E’ di più. E’ lo spregio della Giustizia, è l’ostentazione
del proprio potere marcio e corrotto che nessuno può e deve insidiare.
Alla faccia di chi dopo il 2006 ha
chiesto di mettere una pietra su Farsopoli.
Oggi abbiamo la dimostrazione che senza
chiarire e risolvere secondo Giustizia la porcata di Farsopoli nulla potrà
andare avanti in modo pulito.
Dovevamo risolverlo allora, non fu fatto.
Abbiamo tardivamente ripreso “il fascicolo in mano” e ora non bisogna fermarsi,
bisogna ottenere quei milioni di risarcimento, bisogna punire chi ordì e gestì
Farsopoli per poi passare a Scommessopoli e stanare i criminali.
E’ chiaro che bisognerà passare per la
Giustizia Ordinaria, nazionale ed Europea.
E’ chiaro che servono i media, la
politica, i poteri forti.
Mica per usurpare il trono. Solo per
riportare la Giustizia e mandare a casa i tiranni.
Marco Milani (Grimoaldo)
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