Ritorno alla normalità
Comunque finirà questo campionato, un dato
definitivo lo ha già emesso: si è tornati alla normalità.
Sì, la normalità, cioè quella situazione
esistente prima del terremoto Farsopoli, nella quale la squadra bianconera
lottava pressoché ogni anno per lo scudetto, vedendo cambiare la propria rivale
diretta a seconda dei “mini-cicli” che altre società riuscivano a mettere in
piedi. Una volta l’Inter, una il Milan, poi arrivava la Fiorentina, poi era la
volta della Roma e così via.
Non è un particolare da sottovalutare, perché l’azione
mafiosa messa in atto con Farsopoli, la gambizzazione della Juventus, ha
terminato di produrre effetti.
E’ come se vi fosse stata una vacanza della
legalità durante la quale le due milanesi hanno fatto incetta di titoli.
Ma ora tutto sta sfumando. C’è ancora qualche
rimasuglio (ad esempio Ibrahimovic in rossonero, dopo essere stato nerazzurro,
dopo che fu costretto a lasciare la Juve destinata alla serie B), ma presto
tutto tornerà a posto.
E, ripeto, ciò avverrà qualunque esito avrà
questo finale di stagione.
Certo, come vado ripetendo dal 2006, questi
ultimi sei anni andrebbero cancellati del tutto, invalidati, perché si è trattato
di tutto tranne che di competizione sportiva leale e corretta l’aver eliminato
un concorrente con la truffa, l’inganno, la corruzione, il gioco sporco e l’essere
riusciti a vincere.
Ma circa questa questione saranno i tribunali
europei a giudicare (quelli italiani si sono dimostrati incompetenti, dando a questo
termine la più ampia accezione) anche se con la relazione di Palazzi sull’Inter
e con le intercettazioni di Galliani disponibili, ci si è fatti un quadro più
che chiaro di ciò che avvenne.
Dicevo, si è tornati alla normalità.
Ciò su cui vale la pena soffermarsi è il
contesto nel quale questa “normalità” ritrova il suo posto.
Il parallelo che mi viene in mente è quello del
reduce dalla guerra, dato per morto, che dopo tanti anni fa ritorno a casa,
riprende il suo posto, ma la cornice nella quale si stabilisce non è più quella
di un tempo.
Ecco, la Juve è un po’ come quel reduce. Sì,
proprio la Juve, additata nel 2006 come lo scandalo del calcio, come il Male da
estirpare in tutti i modi.
La Juve è tornata a primeggiare, è tornata
laddove il destino l’ha posta, assecondando la sua natura.
La cornice però non è più la stessa. Sappiamo
che questi ultimi campionati sono stati probabilmente falsati dalle scommesse.
Intere schiere di calciatori, dirigenti e
società hanno venduto partite, hanno falsato i risultati.
Federazione, Lega e CONI hanno dato
dimostrazione di incapacità su tutti i fronti, primo fra tutti quello di fare
giustizia e di assicurare la sana e leale competizione fra le squadre.
Lo sport italiano è allo sbando. Il calcio è
già sbandato da tempo.
Allenatori che picchiano giocatori, meritevoli
di una punizione ma certo non di essere malmenati in campo.
Oddio, se lo sarebbe pure meritato se avesse
davvero detto certe cose, ma ciò non toglie che la reazione scomposta di Rossi
avrebbe comunque meritato una giusta reprimenda, morale e disciplinare. Invece?
Rossi praticamente graziato, lasciato in campo nonostante chi di dovere abbia
visto tutto e soprattutto punito con un buffetto (tre mesi, l’estate…).
E tutto l’ambiente a incensarlo. Stendiamo poi un
velo pietoso sulla conferenza stampa…
Oggi comandano i tifosi, lo abbiamo visto a
Genova, con la Roma e in tante altre situazioni.
Oggi comanda chi urla e se non gli basta la
voce urla attraverso i media corrotti.
L’intento di Galliani è chiaro: propaganda
martellante sul goal di Muntari, ogni giorno, ogni momento, su ogni giornale,
in ogni intervista, in modo che quel goal penetri nelle teste degli italiani e
ne diventi un’ossessione; in modo che comunque finirà questo campionato si
potrà dire: abbiamo vinto nonostante quel ladrocinio oppure abbiamo perso a
causa di quel ladrocinio.
A prescindere dai punti in doppia cifra
ottenuti dalla sua squadra grazie agli errori arbitrali.
Galliani.
“Chi
controlla il passato, controlla il futuro. Chi controlla il presente, controlla
il passato”.
Ce lo diceva George Orwell in “1984”.
Ecco perché (per il calcio, ma servirebbe anche
per la società civile…) è un bene che il presente torni alla normalità e non
resti in mano a gente che ha fatto solo danni, che ha barato, che ha creato un
male che non esisteva, per celare la verità: che il Male sono loro.
Marco Milani (Grimoaldo)
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