Damiano Tommasi ci dice che Calciopoli è roba di cinque anni fa, quindi vecchia, e bisogna guardare avanti, al futuro.
Ricordo quando questo signore ancora calcava i terreni erbosi di giuoco.
Ricordo che molti lo apostrofavano col nomignolo di "pretino", perchè molto religioso, cattolico intransigente.
Inevitabilmente a qualcuno potrebbe sorgere spontanea la domanda:
lei ritiene roba vecchia e da superare Farsopoli, perchè oramai son passati cinque anni e al contempo se ne va in giro a rimembrare di un'altra ingiustizia di "pilatesca memoria" che altro non è che una storia vecchia di duemila anni?
Suvvia Tommasi, un pò di coerenza (e di contegno) ...
ps "Signore, donaci la luce del tuo Spirito, perché riconosciamo in ogni uomo la dignità dei tuoi figli, non solo a parole ma con le opere, ci dimostriamo discepoli dell'unico Maestro, il tuo Figlio che si è fatto uomo per amore".
Nella discussione che Gesù ha con gli scribi e i farisei e nell'insegnamento che ne ricava per tutta la folla e i suoi discepoli, Egli denuncia l'incoerenza e l'ipocrisia. Sappiamo abbastanza bene qual'era il comportamento degli scribi e dei farisei, che conoscevano bene la legge della Bibbia, la insegnavano, ma sapevano trovare anche tutte le scusanti o le eccezioni per non osservare nel senso più vero e profondo la volontà del Signore. E anche quando la osservavano, molte volte si mettevano in mostra, si sentivano bravi e a posto, disprezzavano chi non era come loro, cioè non erano comprensivi verso le debolezze degli altri e anziché aiutarli, li condannavano.
(tratto da "Parole Nuove", commenti al Vangelo e alla Liturgia di Don Roberto Rossi)
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