FARSOPOLI

La più grande truffa sportiva e giudiziaria del secolo! Un gruppo di potere senza scrupoli, con l'aiuto di vari personaggi dei CC, della magistratura, dei media, hanno messo in piedi Calciopoli, sbarazzandosi della squadra e della società più forti di sempre. La verità però, piaccia o non piaccia (cit.), è venuta a galla...

venerdì 18 marzo 2011

Pubblici mi...steri

Napoli, 15 marzo 2011.
Nell’aula 216 si è tenuta una udienza che non avrebbe mai dovuto aver luogo. Per tanti motivi.
Partiamo da quello generale, di principio ovvero che un processo basato sul nulla e che in tanti anni (di investigazioni segrete prima, di processo poi) non ha prodotto uno straccio di prova, non si può permettere che arrivi a metà marzo 2011 con la concreta possibilità di cadere in prescrizione, sprecando con stile tipicamente itaGliano palate di denari.
L’udienza non avrebbe dovuto aver luogo perché questo sarebbe dovuto essere il periodo della sentenza, se non fosse stato per un cambio di strategia dei PM, che piuttosto che ammettere la sconfitta (stessimo giocando a Risiko pure pure, ma qui si sta “giocando” con la vita delle persone!) hanno preferito dilungare i tempi, giocare “sporco”, ricusando due volte il giudice, facendo ritardare la perizia del tecnico, chiedendo una nuova audizione per testi già sentiti.
E infine, l’udienza di oggi non avrebbe mai dovuto aver luogo perché i signori che stamane hanno testimoniato in aula hanno dimostrato di essere niente, di non avere un grammo di credibilità, di essere pedine mosse malamente da qualcun altro.
L’esordio in aula è stato con Gianfelice Facchetti. Grazie all’art.507 del cpp questo signore si è seduto sullo scranno testimoniale perché, come gli altri due, Nucini e Zamparini, aveva importanti novità da comunicare.
A dire il vero Facchetti jr ha più volte detto la sua, rilasciando interviste a giornali e televisioni amici, ma stavolta ha voluto concedere l’onore della sua presenza.
Per fare cosa? In soldoni nulla.
Ha riproposto tutta una serie di impressioni, neanche elaborate direttamente da lui (come era invece successo per Fabio Monti nei suoi rendez-vous con Facchetti senior e amici), bensì apprese dal “memoriale” del padre.
Ma non finisce qui: il “memoriale”, giustamente, non è stato acquisito come prova, perché è anonimo, non firmato, per quanto ciò possa valere.
Sì perché un perdente qualunque non può pensare di risolvere le sue incapacità, le sue pecche, la sua inferiorità verso gli altri buttando giù quattro righe con le quali accusa gli altri di rubare.
Non può e non deve funzionare così.
Caro Facchetti jr, perché non si legge l’ultimo libro di Umberto Eco, “Il cimitero di Praga”?
Le cito una frase (pag.235) che fa al caso suo e di suo padre: …Il documento, per convincere, deve essere costituito ex novo, e possibilmente non se ne deve mostrare l’originale ma parlarne per sentito dire, che non si possa risalire ad alcuna fonte esistente, come è accaduto coi Re Magi, che ne ha parlato solo Matteo in due versetti …”.
Dovrebbero leggerlo in tanti questo libro, dal Pubblico Mistero Narducci, al giudice Casoria, dagli avvocati ai giornalisti.
Gli Juventini non potrebbero fare a meno di sentire una fitta al fegato, perché sebbene gli argomenti e le epoche sono diversi, sembrerebbe davvero un libro su Calciopoli.
Leggete questo altro passaggio in cui si parla di come iniziare una campagna diffamatoria attraverso la creazione di falsi documenti e ditemi se non sembra di parlare delle informative di Auricchio riprese dai fidi giornali: “Occorre che le rivelazioni siano straordinarie, sconvolgenti, romanzesche. Solo così diventano credibili e suscitano indignazione”.
Il piccolo Facchetti ha tenuto a precisare ripetutamente che tutto ciò che stava dicendo non era di sua pertinenza diretta, ma si stava limitando a riportare ciò che il padre aveva scritto sul “memoriale”.
Tradotto: ho una paura folle che mi diano la falsa testimonianza e così mi limito a dire che queste cose le so perché le ha scritte/dette mio padre.
Tradotto ulteriormente: le percezioni del padre, scaturite dalle chiacchierate durante i tè con gli amici tipo Fabio Monti e mai supportate da alcuna prova, vengono a loro volta riportate in tribunale.
Ma ci rendiamo conto? Aria fritta, totalmente aria fritta! E bisognava far deporre un attorucolo da quattro soldi per arrivarci?
Lui ha sentito il padre, che a sua volta aveva sentito Nucini che c’era qualcuno che controllava il calcio italiano, tant’è che De Canio, sottocontratto GeA, al termine di una partita truccata e persa non disse nulla per non andare contro ai suoi padroni (questo il senso delle sue parole).
Peccato per lui che l’avvocato Prioreschi subito dopo lo ha “beccato” in fallo:
Avv. Prioreschi: Lei ha detto che De Canio era della GEA?
Facchetti: Sì.
Avv. Prioreschi: Sa che gli allenatori non potevano essere sotto procura?
Facchetti: No.
Piccolo Facchetti, davvero piccolo piccolo …
Dopo di lui il diluvio, ovvero Danilo Nucini.
Un concentrato di incapacità (in campo e fuori), arroganza, reticenza, insolenza.
E’ stato richiesto per lui un avvocato che lo difendesse, è stato ripreso più volte, il giudice lo ha ritenuto “testimone squalificato” in seguito ai suoi interventi, ha insultato e risposto sarcasticamente, in poche parole ha perso la testa, incalzato dagli avvocati delle difese.
Anche lui ha riferito una serie di “si pensava”, “si diceva” tutti tendenti a dimostrare che c’erano delle dinamiche tali per cui il campionato di serie A era truccato.
Chissà se definisce delle dinamiche anche i colloqui di lavoro che Facchetti gli procurò presso le alte sfere di alcuni istituti bancari (e che ha dovuto ammettere in aula), mentre la domenica ancora sgambettava sui campi di calcio col fischietto in bocca.
Qui di rettitudine, onestà e probità non c’era bisogno, vero?
Presidente Casoria: Facchetti l’ha obbligata ad andare nelle banche? E’ andato con i suoi piedi?
Nucini: Ma certo, Lui sapeva che quello che stavamo facendo era imbarazzante.
Beh, più che imbarazzante era illecito!
Nella seconda parte della deposizione di Nucini salta agli occhi la assoluta reticenza nei confronti della deposizione che egli rilasciò presso la Boccassini nel 2003.
A sentire lui fu convocato ma non gli furono poste domande particolari e passarono il tempo chiacchierando di calcio in generale.
Anche il giudice Casoria ha ripetutamente rimarcato la sua perplessità circa tale situazione.
Tale reticenza aggiunta al fatto che dopo oltre un anno dalla richiesta di avere quel verbale da parte degli avvocati ancora nulla si sa, lascia molto perplessi.
Oggi ne è stata richiesta nuovamente l’acquisizione e ancora una volta i PM si sono opposti.
Non vogliono assolutamente che il verbale della chiacchierata con la Boccassini arrivi in aula. Curioso …
Nucini conclude la sua deposizione sbatacchiato tra l’avvocato Morescanti e la giudice Casoria che gli contestano false dichiarazioni e scuse poco credibili.
Prima di questo show finale, era stato ascoltato il presidente del Palermo Zamparini.
Non mi dilungherò molto perché il personaggio è conosciuto abbastanza perché se ne possa avere una idea, ma anche lui non ha voluto far mancare il proprio contributo in questa farsa.
Dichiara che Moggi, davanti a lui, telefonò a qualcuno e impose l’arbitraggio di Rizzoli per la partita del Palermo.
Rizzoli fu mandato davvero ad arbitrare la squadra rosanero e Zamparini capì che qualcosa non andava. Si indignò con Moggi e raccontò l’episodio ad altri personaggi del mondo del calcio.
Questo è Zamparini.
Peccato per lui che gli avvocati hanno fatto mettere a verbale il fatto che nel momento in cui Moggi faceva quella telefonata, il sorteggio per la partita era stato già fatto. Oltre tutto neanche da Pairetto e Bergamo, ma da Manfredi Martino (uno dei test del’accusa …) e dal notaio Ioli!
Insomma, ecco perché questa udienza oggi, non avrebbe dovuto svolgersi.
Perché è tutta una farsa, come il processo sportivo del 2006 e il fatto che a tutt’oggi ancora in FIGC non ci si sia mossi contro l’inter.
Il tempo a disposizione sta per scadere, la Juve deve muoversi ora, deve cominciare a far sentire la propria voce, affinché non resti tutto nascosto tra le nebbie.
Chiudo con un altro brano del “Cimitero di Praga” e stavolta lo dedico ad Andrea Agnelli, affinché si ricordi ciò che ci hanno fatto e finalmente si muova:
“Ma se produrrete un documento di molte pagine, la gente non lo leggerà tutto di un fiato. Si deve mirare a ottenere moti di repulsione uno per volta, e quando qualcuno si scandalizza per un’affermazione letta oggi non si ricorda più di quella che lo aveva scandalizzato ieri”.
Signori, Farsopoli è servita.

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