FARSOPOLI

La più grande truffa sportiva e giudiziaria del secolo! Un gruppo di potere senza scrupoli, con l'aiuto di vari personaggi dei CC, della magistratura, dei media, hanno messo in piedi Calciopoli, sbarazzandosi della squadra e della società più forti di sempre. La verità però, piaccia o non piaccia (cit.), è venuta a galla...

venerdì 10 agosto 2012

LOTTA DURA




L’ennesimo atto di questa farsa è stato scritto. Nessuna sorpresa, da un paio di giorni gli araldi della FIGC avevano già diffuso la notizia della squalifica di Conte per dieci mesi e delle assoluzioni di Bonucci e Pepe.
Ancora una volta totale assenza di prove, un processo sommario, frettoloso, assolutamente iniquo. Stavolta se ne è accorto anche qualcun altro oltre agli juventini, ma non è servito a nulla, Palazzi è andato avanti per la sua strada e Artico ha messo il fiocco sul pacco regalo. Sempre loro.
Leggere le motivazioni è come leggere una commedia di Scarpetta: se non ci fosse un retro gusto amaro sarebbe da sbellicarsi dal ridere.
Artico ritiene Carobbio attendibile perché “aveva stima del tecnico”. Lo ha ammesso Carobbio… e come fare a ribaltare una prova così schiacciante?
Ancora: tutti i presenti alla “riunione tecnica” nella quale Conte parlò della combine e che hanno giurato sulla falsità delle accuse di Carobbio  hanno mentito ritenendo le loro dichiarazioni non siano attendibili, perché finalizzate a proteggere se stessi da una contestazione disciplinare” (cit.).      
Artico li ha smascherati! Sapevano e non hanno parlato, anzi, hanno mentito per timore di subire punizioni. Voi direte, quanto gli hanno dato? Omertosi e bugiardi… almeno tre anni, a tutti.
Niente. Tutti i presenti (a parte quei tre-quattro che interessavano) non sono stati neanche deferiti. Spettacolo!
Bonucci è stato a un passo dallo smettere di giocare per via dei tre anni e mezzo chiesti inizialmente da Palazzi, salvo essere smentito dai fatti e tentare in extremis la carta del patteggiamento. Vergognoso. Se ne è fottuto della innocenza di Bonucci, lui voleva solo portare a casa una mini vittoria. Palazzi ha dato l’ennesima dimostrazione del suo spessore di magistrato e di uomo.
E potrei continuare per ore, .
Allora veniamo al punto. Questa è gentaglia, messa lì proprio per fare ciò che ha fatto e non lo scopriamo ora. Dal 2006 a oggi, spalleggiati da certa stampa addetta a rinfocolare il “sentimento popolare”, non hanno fatto che darci contro.
Farsopoli è stato il loro capolavoro. Con le intercettazioni saltate fuori dal cilindro hanno avuto mille occasioni per fare giustizia e non solo non l’hanno fatta ma hanno continuato a menare di brutto. Potevano punire l’inter per le porcate (vere, attestate!) che ha fatto e cercare una pacificazione, ma non l’hanno fatto.
La lezione non ci è servita? A Via Ferraris non vogliono proprio capirla.
Se ripenso al patteggiamento imposto a Conte (quello dei tre mesi, rifiutato da Artico) mi cascano le braccia.
Questa gentaglia merita solo una lotta dura, all’ultimo sangue.
Ma quali tavoli della pace, quali “avvicinamenti”, questi vanno combattuti fino alla fine. Inter e Milan stanno tirando il fiato dopo anni di spese pazze. Vedrete che nei prossimi due, tre anni saranno rimpiazzati dalla Roma.
Hanno Baldini, hanno preso Zeman, hanno potere politico, hanno in mano il CONI, la redazione sportiva della RAI, vedrete che fin dalle prossime settimane una nuova crociata sarà indetta contro di noi. Prepariamoci.
Cosa fare allora?
Le possibilità sono tre. La prima, affascinante ma improponibile sarebbe quella suggerita da molti sui vari forum e cioè di lasciare il campionato italiano e trasferirsi altrove.
Come già detto, affascinante ma inattuabile.
La seconda è chiudere baracca e burattini e uscire dalla giostra. Altrettanto impraticabile, ci sono centinaia di milioni in ballo, ma soprattutto una storia e una tradizione da difendere, impossibile solo da pensare.
Rimane la terza via: restare nel campionato italiano.
Sì, ma non come fatto fino adesso. Questi loschi individui vanno combattuti, non compiaciuti.
Cosa fare quindi?
Diventare competitivi nell’informazione. Non è possibile che gli altri utilizzino giornali e giornalisti corrotti per diffondere le loro verità e noi non si sia in grado neanche di difenderci.
Silenzio stampa e ostracismo verso quelle testate nemiche o che ospitano nostri nemici senza concederci contraddittorio o replica.
Basta coi Bartoletti che sputano veleno senza doverne pagare le conseguenze.
Perseguire chiunque diffami l’onorabilità della Juve o dei suoi tesserati.
Ridurre al minimo i contatti con FIGC e CONI.
Continuare con forza e determinazione sulla strada del risarcimento danni, pubblicizzando la cosa ovunque, così come le tre stelle, esposte ovunque, ribadite ovunque, sempre, perché sono vere e tutti debbono vederle.
Finanziare opere letterarie che parlino di Farsopoli, aiutare chi può realizzare un documentario dove si mostri finalmente la verità, su Farsopoli e sul dopo Farsopoli, dal quale non siamo ancora usciti.
Deve essere un muro contro muro. Lavorare per mettere uomini non nostri ma semplicemente onesti al posto di quelli attuali, laddove conta.
FIGC e CONI non possono rimanere nelle mani di questi Don Rodrigo da strapazzo che a loro volta pongono nelle mani dei loro bravi la vita degli altri!
Si risponda a tono, sempre, sbattendogli in faccia la nostra onestà e la loro laidezza.
Abete riconobbe deferentemente a Moratti il diritto di lamentarsi e di “andare oltre” allorquando uscì la relazione Palazzi sulle malefatte interiste.
L’altro giorno lo ha fatto Agnelli e Abete è andato su tutte le furie minacciando chissà che.
Per quanto dobbiamo sopportare ancora?
Lotta dura, basta trattare, questa gentaglia va combattuta senza “se” e senza “ma”.
Sono tutte cose già dette, basta scorrere gli articoli di questo sito scritti mesi addietro, ma non sembra che a Via Ferraris se ne siano accorti.
C’è voluto l’onore di Bonucci e Conte per far emergere la juventinità.
Ancora patteggiamo? Ancora ci intratteniamo con questi pendagli da forca?
Trattiamoli per quello che sono.
Lotta dura, altrimenti si soccombe.

Grimoaldo

Leo Bonucci juventino vero


Leonardo Bonucci, juventino vero.
Non si patteggia con la mafia.
Grande Leo, che a Via Ferraris prendano esempio da te.
Grazie.

martedì 10 luglio 2012

La Crociata dei Pezzenti




Scommettiamo che la Juve quest’anno ruberà lo scudetto alla Roma?
Scommettiamo che l’annata 2012-2013 rimarrà scolpita nelle menti dei “lupacchiotti” come uno dei più grandi furti nella storia del calcio?
Al livello de “Er go’ de Turone”.
No, non sono un indovino, tanto meno sono addentro agli ambienti romanisti (non sarei neanche vaccinato), si tratta semplicemente di un film già visto.
E’ storia vecchia e senza scomodare Vico coi suoi corsi e ricorsi storici, non fatichiamo affatto a riconoscere i prodromi di una nuova campagna zemaniana.
La situazione è assolutamente intellegibile: Zeman torna a Roma e come lui stesso ha detto, sarà probabilmente la sua ultima chance di allenare una grande squadra. A Roma c’è chi lo ama e c’è chi lo odia, un po’ come tutte le città nelle quali ha allenato.
Anche questo è facilmente spiegabile: gioca all’attacco e così affascina e illude molti; ma essendo molto limitato per tutto il resto, non riesce a concludere una stagione vincendo e così i tifosi meno ingenui e più pretenziosi, esaurita la pazienza, prendono ad odiarlo perché inconcludente.
E non mi si prenda ad esempio Pescara perché io mi riferisco al calcio di alti livelli, dove ti scontri almeno con tre-quattro squadroni di caratura europea.
Ma torniamo alla Roma.
Zeman sa benissimo che le cose non andranno molto diversamente anche quest’anno e forse il prossimo (se non lo avranno già cacciato, magari dopo aver preso sei o sette gol da una diretta concorrente) e così si porta avanti col lavoro.
Come Pietro l’eremita nel 1096, ha iniziato ad arringare la plebaglia, i poveracci (qui intesi come poveracci del calcio, che praticamente non hanno mai vinto un cavolo), gli eterni sconfitti; li sta inquadrando per bene e per quando comincerà il campionato avrà bell’e pronto un esercito di pezzenti pronto a scagliarsi sul nemico.
Zeman è davvero grottesco e paradossale, ma ancora di più lo sono giornali e giornalisti, perché mai come in questo caso si sono dimostrati faziosi e partigiani.
Il gioco di Zeman è chiaro come il sole e se non ci possiamo aspettare che qualche tifoso romanista metta le cosa in chiaro, magari pretendendo i risultati prima di avere già il colpevole a portata di mano, deontologia, correttezza e lealtà lo esigerebbero dalla categoria dei giornalisti.
La risposta purtroppo sta tutta nei titoloni del Corriere dello Sport di questi giorni, coi quali il giornale sportivo di Roma è già sceso al fianco del boemo, pronosticando squalifiche e chissà cos’altro nei confronti di Conte, cercando fin d’ora il casus belli.
Si parla tanto di fair play, di bisogno di onestà, di chiarezza nel calcio e nessuno apre bocca di fronte ad un gioco sporco e scorretto che non tarderà a produrre gravissimi esiti, perché la storia ce lo insegna che dagli oggi, dagli domani, il dramma poi salta fuori.
Nessuno che abbia il coraggio/onestà di puntare il dito e magari raccomandare al boemo di stare zitto e pensare a casa sua e che non è il caso di parlare degli scudetti della Juve aizzando vecchi e mai sopiti odi.
Petrucci cosa fa? Il Presidente del CONI così lesto che stava per appropriarsi di una vittoria agli europei senza averne alcun merito presentandosi in TV a fare lo smargiasso e che predica tanto di pulizia e lealtà sportiva, perché non bacchetta lo pseudo-allenatore?
Forse perché è il mister della sua Roma, della quale fu anche presidente anni addietro?
Oltre tutto Zeman non è nuovo a questi sotterfugi. Non dimentichiamo che tutto il processo doping (durato anni, con enormi spese per la collettività e poi conclusosi come una bolla di sapone) nacque dalle sue dichiarazioni, mentre la sua Rometta se la passava molto male, coi tifosi urlanti avvinghiati ai cancelli di Trigoria e Sensi che rischiava la vita anche solo a mettere il naso fuori dalla finestra.
Zeman fu allora davvero scaltro: individuò il soggetto sul quale riversare l’odio montante in quel momento e le orde di pezzenti (continuando nel parallelo con la crociata…) ebbero la Juventus quale capro espiatorio.
Il maledettamente famoso “sentimento popolare” grazie al quale hanno potuto commettere le più nefaste porcherie in ambito giuridico e giuridico/sportivo, fece con Zeman un salto di qualità enorme.
Anche con Farsopoli si sono visti i risultati: le porcate le hanno fatte gli altri ma noi abbiamo pagato.
Zeman è solamente scaltro, non ha altre grosse qualità tecniche.
Basterebbe riguardarsi la sua deposizione in aula, quando, persino nella capitale della comicità, patria di Totò e De Filippo, riuscì a far ridere tutti con la sua incapacità a farsi capire e a mettere da parte il proprio egocentrismo. Fu davvero penoso.
Nessuno interviene, neanche la Gabanelli col suo Report, che tempo fa addirittura gli dedicò un servizio trattandolo come il nuovo messia.
Come può sfuggire questo evidente e pericoloso atteggiamento del boemo agli occhi di chiunque sia anche solo un poco onesto?
Per il proprio interesse personale non esita a gettare benzina sul fuoco; per garantirsi qualche mese di tranquillità prima che qualche sonora batosta come solo lui sa prendere lo metterà per l’ennesima volta con le spalle al muro, non si fa scrupoli nel rinfocolare vecchi odi e chissenefrega se qualcuno ci lascerà le penne.
Davvero una crociata dei (da) pezzenti…

Grimoaldo (Marco Milani)

lunedì 4 giugno 2012

Inter-Lecce 20.03.2011: fu combine?


In questi giorni anche i più distratti tra i tifosi non avranno potuto fare a meno di notare una serie di incredibili analogie tra come fu “trattata” Farsopoli (dai PM, dai giornali, dagli addetti ai lavori…) e quanto sta accadendo con Scommessopoli.
Sembra davvero lo stesso virus di allora, un virus dalle curiose caratteristiche, che ha trovato il modo di riprodursi e di infiltrarsi negli organismi di tanta gente, preferendo però alcune categorie rispetto ad altre.
Roba da Quark!
Infatti il simpatico batterio preferisce penetrare a fondo nelle cervella di coloro che appartengono alla categoria dei giornalisti e tranne pochi casi (invero rarissimi) ne causa una interessante disfunzione: tale categoria comincia a produrre, senza alcun preavviso tanto meno alcun sintomo, una enorme quantità di bile e laddove legga la parola JUVENTUS si lancia in rabbiosi attacchi sfocianti in articoli e titoloni a nove colonne anche in presenza di non-notizie.
La cosa buffa (ci ha confessato uno scienziato che chiede di mantenere l’anonimato) è che tali virulenti attacchi non si verificano in presenza di reati veri contestati ad altre società calcistiche, ma solo ed esclusivamente nei confronti della Juve e dei suoi tesserati.
Gli studi proseguono e al momento sono state individuate altre categorie particolarmente sensibili al sopra citato virus, quali i PM e i procuratori federali.
Alle nostre rimostranze circa una così ardita teoria lo scienziato in questione ci ha mostrato l’esperimento da lui stesso effettuato che ha condotto alle conclusioni appena esposte.
Vediamo.
Ci ha mostrato per prima cosa i giornali di questi ultimi giorni, sportivi e non, registrazioni di telegiornali e notiziari televisivi/radiofonici, una serie di siti di internet, riviste di gossip e materiale vario.
Non abbiamo potuto ignorare che la squadra più citata ormai da giorni è la Juve e i personaggi più chiacchierati siano Conte, Bonucci, e Buffon.
Il secondo step dell’esperimento è stato quello di mostrarci l’Ordinanza emessa dal GIP Salvini per la quale giorni fa sono state arrestate varie persone legate allo scandalo delle scommesse.
In 486 pagine la parola JUVENTUS compare solo due volte: a pagina 55 quando si parla delle dichiarazioni di Carobbio circa Conte per la partita Novara-Siena del 30.4.2011 e a pagina 249 allorché si cita Masiello che, riporto testualmente, indica “altri giocatori ‘corrotti’ della sua compagine, tra cui il difensore della Juventus e della nazionale italiana Leonardo Bonucci”.
Su Conte sappiamo che tutti gli altri presenti a quella famigerata riunione tecnica (nella quale avrebbe tranquillizzato tutti comunicando l’avvenuta combine) hanno negato che le affermazioni di Carobbio rispondano al vero.
Anche la logica vorrebbe che un tale fatto criminoso quale la truffa sportiva venisse compiuto con maggior discrezione, ma Conte è un generoso e lo dice a tutti.
La logica ci spinge anche a chiederci come mai un accordo di combine tra le due società porti Conte su tutti i giornali e nelle carte degli inquirenti mentre Tesser (allenatore del Novara) non venga affatto scomodato. Ma tant’è…
La citazione di Bonucci conferma la letalità del morbo. Masiello fa i nomi di suoi compagni corrotti e il GIP che fa? Tra i tanti ne cita uno a caso, Bonucci, della Juventus.
Ecco perciò anche la seconda citazione della Juventus nel documento, dovuta non a effettiva funzionalità nel contesto bensì ad una volontà di far risaltare proprio quel nome, per cui tra i tanti se ne cita uno.
Sempre a pagina 249 viene citato anche Pepe (tirato in ballo da Masiello) ma non lo si accosta alla Juve e sembra davvero posticcio questo innesto in quanto senza giustificare alcunché Masiello arriverebbe a Udine e così, one shot, telefonerebbe a Pepe per proporgli la combine (che viene rifiutata).
Basta. Null’altro di più.
A fronte di queste quattro stupidaggini vi è in atto un terremoto mediatico sulla Juve da far paura.
Si è parlato di squalifiche, radiazioni, penalizzazioni, esclusioni dalla Champions League, di tutto!
Poi l’occhio mi è caduto sulla partita Inter-Lecce, quando a pagina 11 uno degli arrestati, tale Tisci Ivan, parla di una vera e propria combine tra le due squadre.
Come è possibile? Non un giornale, non una televisione, non un giornalista hanno parlato di questa partita e qui non si tratta di pareggi che stanno bene ad entrambe le squadre, qui si parla di vera e propria combine, reato sportivo ma anche penale.
Questo Tisci, mi viene da pensare, sarà un mentecatto senza importanza, ritenuto poca cosa dagli inquirenti e così mi leggo la parte riservata a lui.
Apriti cielo, altro che mentecatto di poca importanza! E’ considerato uno dei più attivi; ha contatti continui con Erodiani, Bressan, Bellavista e Gegic.
Dice chiaramente che i giocatori dell’Inter sapevano ed erano d’accordo sulla combine col Lecce in modo che a fine match ci fosse l’OVER. Lo dice lui.
A pagine 23 il GIP rincara la dose su Tisci. Lo definisce molto significativo e lo inserisce a pieno titolo nell’associazione transnazionale, quale pezzo da novanta che tiene i contatti con gli zingari e con Ilievsky. Caspiterina.
Un pezzo da novanta riferisce dei giocatori dell’Inter che erano d’accordo su una combine e i PM che fanno?
E i giornalisti, con una così succosa notiziona che fanno?
E il Procuratore Federale che fa?
A tutt’oggi la stessa risposta può valere per tutte e tre le domande: NIENTE.
A pagina 222 ci si dice che Erodiani include Vives (del Lecce) nella combine di Inter-Lecce. Secondo personaggio che parla di quella partita.
A pagina 399, incredibile a dirsi, salta fuori un’altra importante conferma della combine. Viene riportata la telefonata di Tisci a Bellavista, nella quale si preoccupa del risultato che non sta maturando secondo i loro desideri. Pure Bellavista!
Ecco la nota del GIP:
“Prog. 1035 Rit. 74/11: ore 15,51 del 20.03.2011 – Nel corso del primo tempo della famigerata INTER – LECCE, TISCI contatta BELLAVISTA al fine di valutare la possibilità di limitare i danni riconducibili all’eventuale mancato OVER, scommesso dall’organizzazione criminale, ipotizzando una scommessa live sul risultato UNDER.
BELLAVISTA afferma che la vincita sarebbe ininfluente”.
La famigerata INTER - LECCE! Lo stesso GIP la ritiene ormai famigerata! Il virus deve essere arrivato subito dopo.
Basta voltare pagina e ci si imbatte in una nuova sorpresa. Questa va proprio letta:
“Prog. 1036 Rit. 74/11: Ore 16,11 del 20.03.2011 – Quando la partita Inter – Lecce stava ormai volgendo al termine, con le note negative conseguenze per l’esito delle scommesse effettuate sul cd. OVER , TISCI chiede a BELLAVISTA chiarimenti circa il fatto di avere coinvolto nella scommessa BETTARINI Stefano”.
Cioè, hanno le intercettazioni di queste cose, non sono dicerie o presunzioni!
E poi ancora alle pagine 402, 403, Inter-Lecce viene continuamente citata e a pagina 404 si dà la colpa agli interisti di aver parlato troppo dell’OVER tanto da far arrivare le giocate su BETFAIR a 700.000 €.
Una indagine su quelle giocate, no? Magari salta fuori qualche nome interessante, dal momento che fu il Lecce a tirarsi indietro, impaurito dal troppo clamore.
Due più due dovrebbe fare quattro…
Nella stessa pagina si legge che Tisci e Bellavista si organizzano per nuove combine (dopo quella di Inter-Lecce) e a pagina 449 salta fuori un altro nome: Sartor.
Meglio leggere le testuali parole, hanno dell’incredibile: “Nel prosieguo della sua narrazione, SARTOR, faceva un’altra ammissione importante che conferma l’ipotesi investigativa e cioè che la partita della combine era INTER – LECCE, aggiungendo che, dopo la partita, gli aveva telefonato Burini…”.
A pagina 462 un’altra chicca: “La ricostruzione degli eventi sopra riportati, alla luce delle intercettazioni telefoniche che vede coinvolto SARTOR, fa ritenere che, la riunione del 15 marzo 2011, cui aveva partecipato SIGNORI, era finalizzata a rassicurare i suoi interlocutori su ciò che BELLAVISTA ed ERODIANI avevano prospettato al gruppo bolognese, ovvero il risultato sicuro relativamente all’OVER 3,5 da scommettere sull’incontro INTER – LECCE (campionato di calcio 2010-2011 - serie A – 30° giornata – partita giocata il 20.03.2011 con inizio alle ore 15,00, risultato finale 1 – 0) Pronostico Rischio QSC: OVER 3,50 dato a 2,40..”
A pagina 475 viene riportato un interrogatorio di Signori nel quale ribadisce la combine su INTER – LECCE, mentre alle pagine 477 e 479 ci sono ulteriori particolari sulla famigerata (cit.) partita.
Dulcis in fundo la conclusione a pagina 480: Erodiani confessa di un suo colloquio con i bolognesi che confermano l’accordo raggiunto con entrambe le squadre (INTER e LECCE), indispensabile in quel particolare momento del campionato.
E così, pure i bolognesi!
Che razza di virus però. Su Inter-Lecce c’è tanta di quella roba da poter scrivere anni e anni e invece neanche una parola.
Una citazione di Conte ha scatenato l’inferno. Confessioni e intercettazioni incrociate su una partita ben precisa invece non hanno portato a nulla.
Palazzi ha queste carte in mano. Le hanno i giornalisti.
Alla fine lo scienziato mi si è avvicinato, si è tolto i baffi finti e ridendo mi ha sussurrato in un orecchio: “Ma quale virus… siamo semplicemente in Italia…”

Grimoaldo (Marco Milani)




venerdì 1 giugno 2012

Antonio Ingroia, interista DOC





Antonio Ingroia, "magistrato", in una recente intervista a Rai Radio2, nella trasmissione “Un giorno da pecora”, ha rilasciato numerosi commenti circa la Juve e l’inter.
Lui, si sa, è tifoso interista sfegatato. Ha detto che l’inter è la “squadra degli onesti”. Sulla Juve le solite idiozie che si possono ascoltare in un qualunque tugurio infestato da antijuventini.
Dunque, inter squadra degli onesti.
A questo punto esistono solo due possibilità per spiegare tali affermazioni.
La prima è che Ingroia sia un bugiardo disonesto mentitore.
La seconda è che sia stato semplicemente molto superficiale, affrontando temi che non conosce a fondo, lanciandosi in giudizi anche pesanti senza il conforto della cognizione di causa.
Delle due, una. Non ne vedo altre.
Per chi ancora non capisse, allego il link per andarsi a leggere/rileggere la relazione Palazzi del luglio 2011, nella quale vengono elencate tutte le infrazioni del Regolamento FIGC commesse da Facchetti e Moratti, presidenti dell’inter, e che non hanno potuto portare a pesanti sanzioni solo ed esclusivamente per intervenuta (e tanto attesa…) prescrizione.
Il “magistrato” non ricorda/conosce neanche altri avvenimenti della storia della sua squadra del cuore, eppure certi nomi dovrebbero essergli familiari: Recoba, Oriali, dicono niente?
Alleghiamo un altro link nel quale si ripercorrono le orme di un brutto affare per il quale l’allora DS dell’inter, il buon Oriali, risulta essere oggi un pregiudicato, avendo patteggiato la pena per aver falsificato e ricettato documenti falsi.
E che dire del processo Telecom? L’inter c’è entrata di brutto in quell’affare, anche qui non si tratta di opinioni, ma di sentenze.
E ci sarebbero tante altre cose da citare, tornando indietro nel tempo, magari a quando un certo Ferruccio Mazzola giocava (poco) nell’inter di Herrera, di certi caffè dal sapore strano. Anche qui è tutto nero su bianco, scritto dallo stesso Ferruccio che ha anche vinto la causa contro l’inter che avrebbe voluto vietare la distribuzione del libro nel quale venivano raccontati questi fatti.
Ma sì, in fondo credo che il “magistrato” sia semplicemente all’oscuro di tutto ciò, che abbia parlato trasportato dal tifo senza curarsi di ciò che diceva, non è possibile che un uomo delle istituzioni di quella statura dica scientemente alla radio pubblica delle palesi falsità sapendo di mentire. No, io propendo per la superficialità.
L’inter squadra degli onesti…
Troppo grossa ‘sta balla per crederci davvero.

Grimoaldo (Marco Milani)




mercoledì 30 maggio 2012

L'importanza delle parole




L’importanza delle parole

Le parole sono importanti. Sono un macigno. In questo nostro paese però non sempre ciò risponde al vero e  la cosa che atterrisce è che a non rispettare questo imperativo morale siano molto spesso le istituzioni.
Prendiamo ad esempio Monti: “Forse sarebbe il caso di fermare il calcio per due-tre anni” ha detto il più alto rappresentante del governo italiano.
Quello stesso governo che, in barba alla Costituzione, siede sui massimi scranni senza alcuna legittimazione popolare. E ciò perché? Perché la classe politica ha portato nel corso dei decenni questo paese allo sfascio, con un debito pubblico da quarto mondo; una classe politica in grado di fottersene della più alta espressione della volontà popolare, il referendum, trasformando il finanziamento pubblico dei partiti in ben più corposi, aspetta, come li hanno chiamati? ah sì, rimborsi elettorali. Classe politica foraggiata dai vari Lusi e Belsito, intenta in “gare di burlesque” costringendo anche il resto del paese ad andare a puttane.
E potrei continuare a lungo parlando delle banche (che hanno gran parte della responsabilità della crisi mondiale…) di cui Monti, Fornero, Passera eccetera sono degni portabandiera nonché difensori (C/C obbligatori ai pensionati, fondazioni bancarie esenti dall'IMU, sconto crediti con la P.A. presso le banche, provvigioni sulle donazioni verso i terremotati...), di conti falsificati affinché l’Italia entrasse nell’euro e così via, ma questo vuole essere un articolo su ciò che sta accadendo al calcio e al mondo che lo circonda.
Però questa introduzione vuole sottolineare quanto oggi sia smarrito il senso della misura, della giustizia, della verità. Due-tre anni di stop a tutti questi signori, no?
Il calcio non è altro che lo specchio della società. E in questa società la parola ha un valore pressoché nullo.
A dimostrazione di ciò basterebbe semplicemente quel che disse un altro uomo di regime, Abete, sentenziando che “l’etica non va in prescrizione”. Parole sue.
Ma veniamo agli eventi di questi giorni. Con fare tristemente simile ai colleghi di Napoli il Procuratore capo di Cremona, Di Martino, indice una conferenza stampa per meglio spiegare ciò che i giornali avevano diffuso già da tempo, naturalmente a modo loro.
Ci dice che bisogna fare attenzione tra coloro che sono stati arrestati e quelli che sono semplicemente indagati. Bene. Carobbio è stato indagato mentre Tisci fa parte del drappello degli arrestati. Carobbio riferisce delle parole di Antonio Conte prima del match col Novara e nonostante numerose smentite da parte di tutti gli altri presenti le ritiene degne di attenzione includendo l’allora allenatore del Siena tra gli indagati.
In questo caso le parole sono importanti per Di Martino che allo stesso tempo non ritiene degne di interesse quelle di Conte non volendo neanche ascoltarlo. Per lo meno singolare. Se un delinquente accusa una persona per bene, prima di cambiare la mia opinione su di essi vorrei sentirli entrambi. O no? A maggior ragione un PM.
Tisci Ivan, come si può leggere nell’ordinanza emessa dal GIP Salvini, è uno dei maggiori elementi della presunta organizzazione criminosa. Dice anch’egli tante cose ma una davvero interessante la si trova a pag.11, laddove parla della combine di Inter-Lecce.
Da ciò che si legge sui giornali e che si ascolta in televisione però, sembra che queste parole abbiano una importanza assai inferiore, tanto da essere trascurate da tutti i media.
Quanto è volubile l’essere umano…
Improvvisamente il buon Di Martino ritiene altre parole degne di indagine e sono quelle di Buffon. Il portiere della nazionale ha detto qualcosa di sgradevole ma tragicamente vero: nello sport se ad entrambi i contendenti serve un pari, si pareggia. Apriti cielo.
Sembrava che dovesse essere ascoltato dai PM perché a conoscenza di chissà quali misteri. Gli dica qualcosa allora: gli spifferi di un Lazio-Inter (quella dell’Oh noooo)del maggio 2010 o magari di Napoli-Inter (entrambe in CL) dell’anno scorso, si liberi la coscienza da questi pesi insopportabili e denunci quelle due “strane partite”.
Che segugi! Di partite così ne avrebbero a bizzeffe sotto gli occhi e questi si muovono solo perché Buffon ha parlato.
Ma Buffon è “attenzionabile” solo a tratti. Diventano parole “poco importanti” quelle di Buffon nella sua conferenza stampa. Ha parlato di una consuetudine molto poco gradevole (per non dire disgustosa) e cioè quella che le notizie escono prima sui giornali e poi vengono comunicate agli interessati.
Ha parlato di più leggi che vengono infrante quando passano documenti riservati e coperti da segreto istruttorio dalle mani degli inquirenti ai giornalisti, ma sembra che improvvisamente si sia alzato un tale vento da portar via con sé queste parole.
Una verità clamorosa e vergognosa del tutto ignorata. E non ci sarebbe neanche da inventarselo un reato, c’è tutto scritto per bene nel codice penale, articolo 326.
Signor Monti: non sarebbe il caso di fermare due-tre anni quei magistrati che compiono tali azioni criminose? O meglio, tutta la magistratura?
E, tornando ai politici, perché non chiudere a catena Montecitorio e Palazzo Madama per qualche annetto? Coi danni che hanno fatto se li meriterebbero tutti, a cominciare dalla brava Melandri che confezionò quel capolavoro che risponde al nome di decreto Spalmadebiti, vero e proprio incentivo alla cancellazione totale e definitiva dell’etica dal mondo del pallone.
Ultimo appunto per parole… non dette.
Sembrerò ingenuo e forse lo sono, ma quando Moratti ha ribadito che secondo lui Calciopoli fu molto peggio di Scommessopoli, interpretando ancora una volta il ruolo di vittima, la verità vera avrebbe preteso che qualcuno dalla federazione, dal mondo politico, dal Coni avesse detto poche ma chiare parole, ricordando le sentenze riguardanti l’inter (passaporti falsi, plusvalenze, eccetera) e magari la relazione Palazzi.
Caro Monti, ammesso e non concesso che ne abbia l'autorità e l'autorevolezza, pensi a guarire i mali di questo paese, perché quelli del calcio non ne sono che una parte infinitesimale.
Fatto ciò ciò non resterà che tirare la catena e vedrà che i tanti loschi personaggi (di cui sopra) che affollano il mondo pallonaro "defluiranno" senza colpo ferire.

Marco Milani (Grimoaldo)







venerdì 18 maggio 2012

30 motivi 30 perché venga apposta la terza stella sulla maglia



30 ragioni 30 perché venga apposta la terza stella sulla maglia della Juventus

In questi giorni divampa la polemica sulla terza stella della Juventus. Come i “compari” di qualche novella boccaccesca, personaggi notoriamente pavidi e tutt’altro che limpidi, si spalleggiano nel tentativo di diffondere più o meno subdolamente l’idea che la terza stella è una arrogante forzatura.
Mi riferisco in primis a Blatter e Abete, ma l’elenco è molto più lungo.
Allora mi sono messo a pensare a quali argomenti avrei potuto opporre a tali atteggiamenti nell’ipotetico caso di trovarmeli di fronte (tranquilli, mi vaccinerei prima…) e, ne sono usciti fuori ben trenta, proprio come gli scudetti vinti dalla Juve. Cominciamo.
1)     La prima è una motivazione prettamente matematica: se per ogni dieci scudetti vinti si assegna una stella, al conseguimento del trentesimo campionato fa d’uopo che venga conquistata anche la terza stella.
2)     Ai primi borbottii scaturiti dalla lettura del punto 1) rispondo con la seconda motivazione che in realtà è una domanda: come si è potuto revocare uno scudetto (e assegnarlo ad altra squadra) in riferimento a una stagione, la 2005-’06, neanche oggetto di indagine? Si dia finalmente una risposta a tale quesito perché non è di secondaria importanza. Non dimentichiamo che dopo il 2005-’06 c’è stato il 2007, poi il 2008 e così via. Chi ha vinto in questi anni lo ha fatto su basi truffaldine, falsate dall’obbrobrio giuridico creato ad hoc.
3)     E il 2004-2005? La terza motivazione chiama in causa il diritto e il concetto ivi incluso della gerarchia delle fonti normative. Per quanto diritto sportivo e diritto giuridico siano cose diverse vi è gerarchia tra i due ordinamenti e quello giuridico è superiore. Al processo di Napoli è stato sentenziato che il campionato 2004-’05 fu assolutamente regolare: non vi furono ammonizioni mirate, non vi furono sorteggi truccati, non fu rapito alcun arbitro. Non ci era stato detto, a suo tempo, di aspettare la sentenza del processo di Napoli? Bene, l’abbiamo fatto e tale sentenza ci ha totalmente scagionati, ma da allora tutto tace…
4)      “Cogito ergo sum” diceva Cartesio. Di una logica devastante, la stessa logica totalmente assente nell’affare Farsopoli. Sempre in questi giorni ho sentito ripetere da molti (Sacchi, Blatter, Colomba, eccetera) che le sentenze vanno accettate. Bene, usiamo un po’ di logica. Nell’Unione Sovietica tra il 1929 e il 1953 furono recluse nei Gulag 18 milioni di persone con un tasso di mortalità dell’80%. Ebbero tutti un processo, dal primo all’ultimo. Oggigiorno, ve la sentireste di accettare quelle sentenze?
5)     Etica, è una questione di etica e qualcuno ha detto che “l’etica non si prescrive”. Signor Abete, in presenza di una evidente contraddizione tra ciò che dice e ciò che fa, noi intanto ci mettiamo la terza stella sulla maglia. Quando avrà fatto pace con la sua coscienza (mi permetta di dubitare che ciò possa accadere…) ne riparleremo.
6)     La sesta motivazione è una delle più semplici e ha a che fare anch’essa con la logica, cavolo se ne ha a che fare: se la Federazione Italiana Giuoco Calcio si è ripetutamente detta incompetente nel giudicare l’assegnazione/revoca a tavolino di un campionato, come può non esserlo invece sulla apposizione della terza stella sulle nostre maglie?
7)     Altri hanno falsificato i bilanci; altri hanno falsificato i passaporti; altri hanno lucrato con le plusvalenze; altri hanno utilizzato fidejussioni false; altri hanno venduto, rivenduto e poi ancora rivenduto il proprio marchio a società proprie, generando entrate fittizie. E venite a rompere le balle a noi per una stelletta di stoffa?
8)     Da poco sono state depositate delle denunce verso ignoti in relazione al modo col quale furono condotte le indagini ai tempi dell’Auricchio’s Team. A tutti noi è evidente che qualcosa fu omesso/celato/modificato/ignorato/interpretato e per questo abbiamo qualche dubbio sulla legittimità di quelle indagini. Il bello è che lo sanno tutti. Anche chi contesta la terza stella. Motivo in più.
9)     Il nono motivo è uno di quelli che preferisco: in confronto all’Inter noi della Juve eravamo mammolette. Lo dice Palazzi, mica l’ultimo arrivato. Ripetute infrazioni dell’ex articolo 6 del Regolamento della FIGC. Il più grave. Vabbé, hanno fatto in modo che andasse prescritto, ma le porcate rimangono. Mai una parola, mai una condanna da parte di Abete, Petrucci & Company, come non fosse successo nulla. Anzi, trattano Moratti come un benefattore. Bah.
10)E il Milan no? Meani e Galliani ne hanno fatte più di Carlo in Francia, tanto da arrivare a “sfruttare” la morte del Papa per far slittare una giornata di campionato e recuperare giocatori altrimenti mancanti. E i contatti diretti con arbitri e guardialinee di Meani? E gli uomini piazzati ovunque nelle federazioni minori? E gli incontri con Collina? Ne meriteremmo quattro di stelle per aver comunque vinto contro questi Leviatani!
11)La undicesima la dedico a Sacchi. La sera di Trieste l’ho sentito dire con espressione disgustata che la rivendicazione della terza stella era roba da arroganti. Mi sono chiesto: ma le cene coi designatori le ha fatte anche lui e non ha detto niente, perché? Poi ho capito la settimana successiva, nel post partita di Juventus-Atalanta, quando scherzando con Oriali lo ha definito “una persona per bene” che fa il bene del calcio. Oriali! Pregiudicato per aver falsificato il passaporto di Recoba e aver falsato i campionati nei quali questo calciatore giocò come comunitario! In TV lo ha definito persona per bene, augurandogli di tornare presto nel calcio! Qualcosa non torna… o no?
12)Ricorro nuovamente alla logica. La Juve ha sempre rubato ma nel 2006 è stata beccata. Questo, in soldoni, è il pensiero di tutti gli antijuventini. Giornali, CONI e FIGC hanno deciso di punire la Juve per riaffermare la Giustizia, la lealtà sportiva e la giusta competizione. Bene, che si restituiscano i mondiali del 1982 e quello del 2006, per non parlare del meraviglioso quarto posto nel 1978, tutti piazzamenti conquistati non da giocatori normali ma da pendagli da forca che nel campionato di appartenenza riuscivano a vincere solo rubando. Possibile che un branco di pippe abbia vinto dei mondiali sul campo? Certo che no, un po’ di coerenza allora, restituiamo le coppe del mondo…
13)Blatter. Si congratula con Agnelli per il ventottesimo scudetto appena conquistato. Blatter. Solo questo è un motivo per apporre la terza stella.
14)Le tre stelle le meritiamo perché da qualche anno alle nostre vittorie sul campo gli avversari rispondono con diffamazioni, truffe e metodi mafiosi. Ne è una prova il processo doping dal quale la Juve ne è uscita, ancora una volta, pulita. Ma perché fu perquisita solo la farmacia della Juventus? Perché non furono fatti controlli a tappeto? Si parlò di calcio dopato ma l’obiettivo fu uno solo, sempre lo stesso, la Juve. Ma anche quella partita l’abbiamo vinta, sul campo.
15)La quindicesima motivazione è tutta dedicata al modello 45, quello tenuto stretto dalla Boccassini. Rendetelo pubblico e noi rinunceremo alla terza stella (tanto una volta reso pubblico la terza stella ce la assegnerebbero i tribunali).
16)Ci meritiamo le tre stelle perché non abbiamo mai spiato nessuno. Non abbiamo creato Tiger’s team da sguinzagliare dietro a mezzo mondo, non abbiamo incaricato nessuna Polis d’istinto. Non abbiamo dossierato nessuno, tanto meno abbiamo “suicidato” un qualsivoglia manager. Non abbiamo fatto fatturare a nessuna ditta di pneumatici i servizi di spionaggio a danno degli avversari in modo che non risultasse il nostro nome. Nonostante tutto ciò abbiamo sempre vinto.
17)Terza stella perché non abbiamo giornali di qualsivoglia colore a sostenerci, nemmeno quelli della “famiglia”. Tanto meno televisioni. Da soli, come sempre e nonostante tutto ciò abbiamo sempre vinto. E non è facile contro il sentimento popolare…
18)Chi ha l’unico stadio di proprietà in Italia? Chi progettò l’idea? Chi stava anni luce davanti al resto delle dirigenze delle altre squadre? Senza Farsopoli adesso ne avremmo vinti almeno 35 di scudetti e ci vorrebbero negare la terza stella?
19)Piaccia o non piaccia non esistono telefonate tra Moratti e i designatori…” eccetera eccetera. Ancora oggi nel rivedere Narducci dire quelle cose mi esalto come per la vittoria in campionato. Quella frase è il simbolo della partigianeria e della ingiustizia, della cieca persecuzione guidata dall’alto, dell’imbroglio. Lo sputtanamento di quei signori vale da solo una bella terza stellona.
20)Una squadra, una società dimostrano di essere grandi quando resistono a qualunque sollecitazione esterna, persino quelle mafioso-camorristiche. L’ultimo tentativo è fresco fresco, a due giorni dalla finale di Coppa Italia, così come altre “insinuazioni” c’erano state nel pieno del rush finale di campionato. Obiettivo Conte quindi, la Juve. E’ bastata questa non-notizia per scatenare pseudo giornali e anti juventini in genere. Ancora una volta il sentimento popolare è stato aizzato. Le piazze sono di nuovo piene di forcaioli e cacciatori di streghe. Ecco perché meritiamo la terza stella, perché la verità a questi signori dobbiamo infilargliela in testa e magari altrove. Non un passo indietro, andare fino in fondo, perché dal 2006 a oggi non è cambiato nulla.
21)Gianfelice Facchetti. Gli scudetti si vincono sul campo, con tanto lavoro e tanta competenza. Chi non è in grado di farlo ricorre ad altri mezzi. Capito Gianfelì? Le stelle si conquistano battendo gli avversari, non gambizzandoli. Capito Gianfelì?
22)Zeman. I successi con il Pescara confermano quanto sempre detto da molti. Va riconosciuta la coerenza nel far giocare le squadre sempre allo stesso modo. Punto. Non c’è altro. Appena il signor Zeman mette il naso a livelli alti prende sonore bastonate. Finché giochi col Sassuolo e con l’Ascoli riesci a fare dodici tredici gol, ma non appena arrivi a giocartela con le squadre forti gli stessi gol li prendi tu. E’ questione di categoria. Sei un allenatore da bassifondi anzi, sei il re dei bassifondi. Laddove si fa sul serio prendi solo sganassoni. Ti aspettiamo in A col tuo Pescara o, meglio ancora, ti auguro di allenare uno squadrone, magari l’Inter. Succederà ciò che è sempre successo: fallimento totale. Da 115 anni la Juve è sempre lì, ai vertici. Questo significa essere forti, non segnare settantadue gol all’Albinoleffe in una partita.
23)Avere serpi in seno è una tragedia. Siamo riusciti a tornare vincitori nonostante i vari Cobolli Gigli, Montezemolo, Grande Stevens ed Elkann. Altro che stella dorata, meritiamo quella di platino.
24)Alessandro Del Piero. Un Dio, per tutti gli juventini. Ora si ritiene che il suo apporto alla causa sarebbe limitato. Col cuore a pezzi lo salutiamo e gli diciamo arrivederci. Questo fa una grande società. La Juve prima di tutto. Anche prima del Dio Del Piero. E questa è anche la differenza tra lui e gli altri. Non una parola, non un lamento, da juventino vero. Gli altri si tengano i vari Zanetti e compagnia cantante. D’altro canto ognuno ha chi si merita di avere.
25)Nakata. Sì, torniamo un attimo sul motivetto più gettonato del momento. Le regole sono regole e vanno accettate, come le sentenze. A campionato in corso furono modificate le regole (maggio 2001) e la Roma vinse lo scudetto. Gli stessi che oggi si strappano le vesti di fronte alle rivendicazioni bianconere, perché allora restarono in silenzio? La risposta è semplice: perché la Juve siamo noi, non loro. La Juve accettò il tutto, dall’alto della propria forza e continuò a vincere. Come anche dopo la piscina di Perugia. Torti e porcherie li abbiamo sempre subiti, sicuri della nostra forza. Solo per aver subito quei furti la terza stella ad honorem.
26)Terza stella al valor civile. Per molti l’aver seguito il processo di Farsopoli è stata una rivelazione. Molti italiani hanno capito come funzionano le indagini in Italia, come funzionano i giornali, come funzionano i commissari straordinari, come funzionano i PM, come funzionano i procuratori capo che intimano ai presidenti di tribunali di fare tutto il possibile per far desistere un giudice, come funzionano le giudici a latere, come funzionano i vertici della giustizia sportiva, come funzionano i decreti spalmadebiti creati ad hoc da lungimiranti politici.
27)Terza stella perché abbiamo vinto un campionato nonostante il gol di Muntari. Fino a quella sera l’Italia pallonara si scandalizzava per i favori arbitrali ricevuti negli ultimi anni dal Milan. Il gol di Muntari cambiò tutto: è bastato il gol di Muntari per ricordare a tutti che avevamo vissuto tutti in un sogno fino ad allora e che il vero Male era sempre e solo la Juve. La stessa Juve privata dei rigori e della tutela dettata dal regolamento. Abbiamo vinto lo stesso. Contro tutto e tutti. Cazzo se la vogliamo quella terza stella!
28)Ci avviamo al finale. La terza stella la meritiamo noi tifosi, migliaia, ovunque, in ogni parte del mondo. Tifosi viziati, abituati ad avere tutto, ma che sono stati in grado di combattere da soli contro Farsopoli. I siti da combattimento che tutti noi conosciamo sono ancora lì e lì resteranno, finché una carta bollata ci dirà “sì, avevate ragione, vi hanno truffato”. Questa verità è già nota, ma finché non sarà certificata noi da qui non ci smuoviamo. Giammai.
29)La terza stella la merita Andrea Agnelli, per ciò che ha fatto. Ma non basta. Caro presidente fare 4950 metri a tempo di record e poi crollare sul rettilineo finale vanificando tutti gli sforzi non serve a nulla se si vuol battere il record dei 5000. La strada intrapresa è quella giusta. Testa alta, sempre, glielo impongono il suo nome, la sua stirpe, i colori della sua casata e, ultimi ma non ultimi, milioni di tifosi juventini. Vada fino in fondo, siamo la Juve, non arretri di un passo, noi siamo con lei. Quegli scudetti sono nostri e insieme agli altri fanno un totale di trenta.
30)Se non fossero bastati questi ventinove motivi ve ne è un ultimo del quale soprattutto FIGC/CONI devono tenere conto: fateveli bastare questi 30 motivi perché la prossima volta bisognerà scrivere un pezzo che ne spieghi 444 milioni di motivi… a buon intenditore…



         Grimoaldo (Marco Milani)