FARSOPOLI

La più grande truffa sportiva e giudiziaria del secolo! Un gruppo di potere senza scrupoli, con l'aiuto di vari personaggi dei CC, della magistratura, dei media, hanno messo in piedi Calciopoli, sbarazzandosi della squadra e della società più forti di sempre. La verità però, piaccia o non piaccia (cit.), è venuta a galla...

martedì 7 febbraio 2023

"Odio la Juventus"

L'irrinunciabile necessità di odiare la Juventus


Ebbene sì, la frase, presa a prestito dal video clamoroso che sta girando su internet, nel quale Ciro Santoriello, P.M. dell'indagine Prisma della Procura di Torino esterna il suo astio contro una certa squadra di calcio, è un mantra al quale l'Italia anti juventina non sa e non può rinunciare.

Per chi come me ha studiato (!) Calciopoli (la sua genesi, l'evoluzione, le dinamiche, le strategie, le informative dei CC, gli atti processuali, ecc.) non è una grande sorpresa anzi, è la conferma di ciò che da qualche anno è normalità.

Il tifo calcistico esula da ogni logica, da ogni regola, da ogni definizione, sovrasta ogni cosa, ed è totalmente trasversale e va dall'operaio al magistrato, dal carabiniere al giornalista, dal comunista al fascista, dal ricco al povero.

Anche il più rispettoso delle leggi, il più garantista dei garantisti, il più socievole dei buoni, nei confronti della Juve assume un'intransigenza ottusa e partigiana, non vuole ascoltare, non vuole discutere, non accetta riletture che contestino l'assioma "la Juve ruba". Anche loro, gli anti juventini, si foderano occhi, naso e orecchie di prosciutto e tirano avanti. Ma perché?

Le spiegazioni sono diverse e di varia natura. Intanto ribadisco "l'effetto calcio" che agisce sulle persone, non è paragonabile a null'altro. Le trasforma, le instupidisce. Ciò anche perché il calcio è una fede molto più presente e tangibile, ad esempio, della religione, meno noiosa e che non fa attendere una vita intera che arrivi il Paradiso, ma basta un campionato vinto, per donare beatitudine eterna.

È viscerale, inebria, corrompe, schiavizza. Quindi, in tale contesto, vedere che una tribù rivale, da oltre un secolo, tocca con mano il Paradiso calcistico non può che scatenare un odio misto a invidia e rassegnazione contro cui si può solo gridare un liberatorio "ladri" (e già qui il fegato respira un po'...)!

Se poi ai tifosi si aggiungono presidenti e allenatori, che alla sconfitta, sul campo e personale, debbono aggiungere pure la gestione di una società, di giocatori e di una platea molto calda ecco che da qualche anno, da quando il Calcio ha assunto contorni più imprenditoriali che romantici, sono nate accuse sempre più pesanti e insistenti, liberatorie per loro stessi (perdere perché derubati fa meno male) ma funzionali al proprio ruolo. Il Presidente sconfitto sul filo di lana o anche di tanti punti, può salvarsi  gridando al ladrocinio e scamparla dall'ira dei tifosi che magari avrebbero potuto prendersela con il mercato fatto al risparmio o con l'acquisto di brocchi spacciati per campioni o magari per un modulo e una scelta di giocatori errati.

Cosa c'è di più facile? Chi vince ruba! E chi vince uno scudetto su tre? La Juve...

E questi signori non hanno mai capito (buon per la Juve) che generare questo meccanismo li salva al momento ma li condanna a un complesso di inferiorità che spesso si riverbera sul campo. Tradotto: la forza mentale della Juve (riconosciuta da tutti in primis da Sir Alex Ferguson) otto volte su dieci la spunterà contro chi scende in campo impaurito sia dalla forza tecnica che dallo (presunto) strapotere politico della Juve.

L'unico esempio contrario a ciò è stato il grande Milan di Berlusconi, convinto di essere superiore a tutti e divenuto invincibile anche grazie a questo (oltre che a dirigenti bravi, ai soldi, ad allenatori di classe e a giocatori superlativi).

Ma tornando ai professionisti dell'odio, vorrei porre loro qualche domanda (selezionata perché ce ne sarebbero troppe da fare):

1) Se il PM Santoriello avesse detto quelle cose (dopo aver messo sotto indagine la squadra) non contro la Juve ma contro il Napoli, la Roma, la Lazio, l'Inter o il Milan, avreste lo stesso alzato le spalle?

2) Se nel pieno di uno scandalo clamoroso che so, facciamo finta contro la Roma, ordito dai laziali e avessero commissariato la Federazione scegliendo come unico Deus ex machina a decidere bello e cattivo tempo, Igli Tare, avreste alzato le spalle?

3) Se avessero mandato la vostra squadra in B, tolto due scudetti, additati come ladri con il PM che urla "Piaccia o non piaccia siete gli unici ad aver fatto queste cose" e poi scoprire che erano state nascoste oltre 100.000 intercettazioni delle altre squadre, anche più gravi, che escono fuori a "cose fatte", avreste alzato le spalle?

E potrei continuare con il cambio delle regole in corsa, con una serie di scandali che sì, "riguardano tutte le squadre", ma che vedono indagata solo la vostra squadra oppure essere puniti in corsa per un crimine che non esiste (plusvalenze) per cui ci si inventa "la reiterazione del gesto e quindi la nascita di un sistema" (e non è sistema il fatto che le altre squadre le adottino, le plusvalenze, dal lontano 2003?).

Alzereste le spalle anche per tutto ciò?

Durante la farsa del processo di Calciopoli, sia sportivo che ordinario tenutosi a Napoli dal 2006 se ne sono viste e sentite di tutti i colori ma qui basti citare il Giudice Teresa Casoria, titolare del processo che subì tre ricusazioni da parte dei PM (mai successo...) e che dichiarò: "Io ho fatto processi importantissimi! (Raffaele, ndr) CUTOLO da quando l’ho giudicato io non è più uscito!». «Sono state presentate tre richieste di ricusazione, cosa mai vista nella storia della Repubblica». «Qui ora si parla dei toni, ma che cosa ho dovuto patire io!». «Dal primo giorno mi sono sentita dire che mi dovevo astenere». Racconta, la CASORIA, cosa le diceva («ogni giorno») la collega dott.ssa CATENA, una delle “accusatrici”: «Tu ti devi astenere (dal processo Calciopoli, ndr) perché ALEMI (presidente del tribunale, ndr) ha applicato una norma tabellare che esiste ma è andata in desuetudine e il processo non ti toccava!». E ogni volta a rispondere: «E a me che me ne importa! Vai a parlare con ALEMI. Il processo sta davanti a me e lo sto facendo». Ma le pressioni sono arrivate anche dall’alto. «Il procuratore capo della Repubblica (Giandomenico LEPORE, ndr) scrive al presidente del tribunale: “Vedi che devi fare per farla astenere”. E io ad ALEMI ho detto: “E tu non lo prendi a male parole?” e lui ha detto “No, le male parole io non le dico! Io dopo ti mando la lettera e tu me lo devi mettere per iscritto che non ti astieni”. Io voglio sapere nel codice di procedura penale dove è prevista la dichiarazione di non astensione» (da ACB)

Sì perché si arrivò anche a questo...

Certo che anche stavolta alzerete le spalle, certo che vi converrà rimanere piccoli e corrotti nella speranza che possiate sgraffignare qualche successo, certo che sceglierete ancora una volta la disonestà contro chi è semplicemente meglio di voi e non il confronto sul campo, vi saluto con la certezza però anche del fatto che risolta pure questa porcata del momento, torneremo a vincere tutto noi e ancora una volta, colonna sonora degli ultimi decenni, si alzerà in cielo il piacevole sottofondo dello sgranocchìo di quintali di antidepressivi e gastroprotettori vari in un tentativo di difesa vana del vostro fegato.

Ciao perdenti.




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