È un bene essere juventino. Almeno per me.
Certo, c’è anche da inghiottire bocconi amari come la “maledizione della
Champions” ma, come dicevo, è un bene essere juventino, perché dopo poche ore
comincia a gorgogliare e a risalire da chissà quali meandri in fondo all’anima la
certezza, l’assoluta certezza che l’anno prossimo saremo ancora lì a lottare o comunque
fra due anni, o tre, o dieci, o venti.
Questa è la forza della Juve.
Hanno provato a demolirci inventando la più
grossa truffa della storia, Farsopoli e gli abbiamo sparigliato le carte in
tavola tornando da dominatori nel giro di pochi anni.
Piangono e si disperano puntando il dito sugli eventuali
favoritismi, sul fatturato, e così via e non si rendono conto della figura
meschina che fanno.
Capacità, stile, sapienza, saggezza, in poche
parole lo stile Juve, ci hanno permesso di risorgere dopo il tentato omicidio
perpetrato da Moratti & Co. e se oggi siamo al top del calcio mondiale e
gli altri no, si deve solo a questo.
Con la Juve in B e ridotta a una cadetta,
perché le altre squadre non si sono imposte non solo a suon di vittorie ma
anche consolidando e aumentando i propri fatturati? Perché non ne hanno le
capacità, non sono la Juve.
Ecco perché sfottò e esultanze non possono e
non devono toccarci.
Come può darci fastidio lo sfottò di chi, da sempre e anche stavolta, guarda le altrui
squadre giocare le finali, incassare centinaia di milioni di premi, vincere in
serie scudetti e coppe nazionali?
A me viene solo da sorridere.
Firmerei mille volte col sangue di preferire molte finali perse (e qualcuna ogni
tanto pure vinta) al non raggiungerle proprio.
A proposito di finale, veniamo a quella del 3
giugno a Cardiff.
Noi, in generale, eravamo molto più tesi di loro,
ma questo avrebbe potuto anche non contare. Purtroppo però, poi ha contato.
Primo tempo buono, col Real che aveva più paura
di noi ma che buttando in avanti un pallone verso Ronaldo ha trovato il goal e
la fiducia.
Una prodezza di Marione ci ha rimessi in pista
e si è andati al riposo.
Cosa è successo poi?
Il Real, da grande squadra che è e confortata dall’avere
tanti campioni e uno su tutti, CR7, ha preso coraggio e ha preso a spingere.
Noi, abbiamo ceduto alla tensione e ci siamo
scaricati ancora di più (e questo è stato il vero punto cruciale della serata)
quando Higuain e Dybala, i nostri corrispettivi del CR7, hanno imbroccato una
serie di errori tecnici che neanche i bambini dei NAGC fanno (stop sbagliati,
passaggi all’avversario, movimenti inutili).
Lì, in quel momento loro sono cresciuti e hanno
preso il sopravvento, noi siamo crollati, incapaci di uscire dalla nostra metà
campo.
E siccome “audaces
fortuna iuvat” anche il secondo goal è arrivato con una deviazione
incredibile, una traiettoria che per il resto della storia del mondo non si
ripeterà più.
Colpa di chi? Un po’ di tutti. Allegri poteva
provare a dare una sterzata rimescolando posizioni e ruoli. Higuain e Dybala avrebbero
potuto e dovuto sbagliare meno (sia chiaro che quanto detto non toglie il fatto
che siano due grandi campioni e che sin dalla prossima stagione faranno
scintille), mentre la difesa sinceramente non mi sento di incolparla più di
tanto, perché se i tuoi compagni perdono nove palloni su dieci, sin dalla tua
tre quarti e ti vedi arrivare al galoppo i vari CR7, Modric, Bale, Casemiro,
ecc, non è poi così facile fermarli.
Dani Alves mi ha deluso, mi aspettavo di più,
ma anche lui ha delle attenuanti dal momento che dalla tre quarti in su avevamo
due zombie.
Poco male, tiriamoci su le maniche e l’anno
prossimo si riparte.
D’altronde siamo la Juve.
Marco Milani
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