E via, ancora un giro, la giostra di Calciopoli
sembra non voglia proprio fermarsi, gestita da un giostraio guercio, puzzolente
e mal vestito, ma che si mantiene saldo alla barra di comando di tutto
l’ambaradan e continua a farlo girare e girare e girare…
Dopo oltre otto ore di camera di consiglio i
giudici del tribunale di Napoli hanno partorito la sentenza d’appello su Moggi
& Co. e naturalmente è stata condanna.
C’erano dubbi? In molti, inguaribili ottimisti,
si era sperato nel miracolo; ma troppi segnali negativi si erano già levati in
alto.
Innanzi tutto l’atteggiamento della presidente
della VI sezione penale d’Appello di Napoli, Silvana Gentile, le sue esternazioni, le
risposte date agli avvocati difensori nel corso delle udienze, lasciavano
trasparire una inclinazione alla severità nei loro confronti (e delle loro
tesi) poco confortante.
Poi la rinuncia del PG alla arringa finale.
Tragicamente esemplificativa di una certezza già acquisita e non nel corso del
dibattimento, ma da qualche altra parte, magari.
E cosa dire della inevitabile concomitanza col
nuovo rigurgito del calcioscommesse?
Basta aprire i giornali stamane o ascoltare i
telegiornali ed è tutto un fiorire di “calcio malato”, accomunando scommesse
clandestine e Calciopoli, tutto nello stesso paniere, tutto da additare come il
Male.
Poco importa che per gli stessi comportamenti
che qui hanno portato alle condanne, nel giudizio abbreviato tutti gli arbitri
siano stati assolti.
Poco importa che De Santis, arruolato per
favorire la Juve sia stato condannato per sole due partite (presunte truccate)
dove della Juve non c’era nemmeno l’ombra (Fiorentina-Bologna e Lecce-Parma).
Poco male che il povero Dattilo sia stato
condannato per l’assurda Udinese-Brescia, dove i diffidati non vennero mai ammoniti,
dove Jankulowsky fu espulso su segnalazione del guardialinee (assolto) e
soprattutto dove l’accusa gli ha addebitato contatti telefonici coi cupolari in
settembre pur risultando la scheda attiva da novembre 2004.
Si andrà quindi in Cassazione, nella speranza
di giudici più sereni.
Ma ci si può fidare di questa Giustizia? No,
non vuole essere una caccia alle streghe per via di verdetti non graditi e non
vuole neanche essere uno sfogo. Purtroppo è l’amara realtà.
Potrei citare decine e decine di “stranezze”
verificatesi nel corso di questi anni nell’ambito del processo “Calciopoli” ma
lo abbiamo già fatto fino ad oggi.
Io mi accontenterei anche solo di una risposta,
una sola.
Il giudice del primo grado, la famosa Teresa
Casoria, subì due istanze di ricusazione da parte dell’accusa. Fu mandata a
Roma, al CSM, per discolparsi dalla imputazione di essere troppo schietta coi
colleghi. Tra i testimoni di tale accusa proprio le due giudici a latere del
processo di primo grado, le stesse che in camera di consiglio votarono ogni
decisione presa dal collegio stesso.
La Casoria in quella occasione disse che il
Presidente del Tribunale di Napoli, Dottor Alemi, aveva fatto di tutto per
farla “astenere” dal presiedere il processo di Calciopoli, dietro pressioni del
Procuratore Capo Lepore.
Fu messo nero su bianco. Radio Radicale
documentò in diretta la sessione al CSM.
Bene: quali provvedimenti sono stati presi? E’
stata aperta una inchiesta? Le dirompenti (almeno in un paese normale) accuse
della Casoria hanno avuto un seguito?
Voi capirete, un Presidente di Tribunale,
“sotto botta” (cit.) da parte del Procuratore Capo non è sinonimo di
correttezza e legalità.
Se le accuse fossero vere, ci si rende conto di
quale conseguenze comporterebbero? Procedimenti penali influenzati dal volere
della Procura e non liberi di seguire il proprio corso.
Lo disse la Casoria, non io.
Possiamo ancora fidarci di questa Giustizia?
Lo vedremo in Cassazione e, quando il processo
d’appello si dovrà rifare, vedremo se sarà confermata Napoli quale sede del
processo o, come doveva essere fin dall’inizio, un’altra sede, magari Torino.
Vedremo.
Nel frattempo un solo stato d’animo accomuna
vinti e vincitori: frustrazione.
Noi vinti, frustrati per l’assurdità delle
accuse e l’ostinazione di una giustizia non libera.
I nostri detrattori frustrati perché il loro
giochino e durato poco, molto poco, e i colori bianconeri sono di nuovo lassù,
in vetta, a vincere e vincere ancora.
Mi viene in mente la barzelletta del brutto che
sfotte l’ubriaco e questi che gli risponde “Sì vabbè, ma domattina a me mi
passa…”.
A noi ci sta passando, per molti juventini
(ahimé) è già passata. Ma a voi? Rassegnatevi a vederci sempre in vetta,
rassegnatevi a dover gioire per una nostra eliminazione dalla Champions League,
alla quale parteciperemo l’anno prossimo e poi quello successivo e poi quello
dopo e prima o poi la rivinceremo.
Mentre per voi passano intere generazioni senza
che possano vedere la vittoria di uno scudetto, di una coppa.
La ricreazione è finita, si torna alla realtà.
Marco Milani (Grimoaldo)
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